Il futuro europeo dei Balcani passa dalla Bosnia Erzegovina
"Il 2010 può rappresentare un anno decisivo per i Balcani occidentali se riusciremo ad imprimere un nuovo e rinnovato impulso per superare i veri problemi che ancora incombono [...] I Balcani sono nel cuore dell'Europa. Il loro destino è europeo, nessuno ne dubita. La nostra responsabilità è di rendere questa affermazione inconfutabile una realtà". Così scrivevano i ministri degli Esteri di Italia e Francia, Franco Frattini e Bernard Kouchner, in una lettera pubblicata martedì 13 aprile su La Repubblica, ricordando quando nel 2000, a Zagabria, dopo il decennio delle guerre jugoslave, l'Ue per la prima volta affermò la vocazione europea dei Balcani occidentali.
E quando si parla delle prospettive europee ed euroatlantiche della regione, in tutti gli eventi, i colloqui e gli incontri che vedono coinvolta sia l’Unione Europea che gli Stati Uniti, spicca come cruciale la complicata situazione e la mancanza di una soluzione duratura in Bosnia Erzegovina che con grande fatica e lentamente porta avanti il processo di integrazione euroatlantica. La Bosnia è al momento, più ancora che il Kosovo, la priorità politica della regione. Recentemente, anche la cena degli undici capi di Stato e di governo dei Paesi centro-europei membri della Nato con il presidente Usa Barack Obama, svoltasi a Praga in occasione della firma dell'accordo Start con la Russia, uno dei temi principali è stata la Bosnia Erzegovina.
Negli stessi giorni il mini tour balcanico del vicesegretario di stato americano James Steinberg che insieme al ministro degli Esteri spagnoli, Miguel Angel Moratinos, presidente di turno dell'Ue, si è recato a Sarajevo, dove la scorsa settimana si è recato anche Frattini a Sarajevo con in primo piano la questione della liberalizzazione dei visti europei per i cittadini bosniaci. Mercoledì e giovedì della scorsa settimana so è svolta inoltre la prima visita ufficiale del neo presidente croato Ivo Josipovic a Mostar e a Sarajevo, dove ha incontrato tutti i vertici del Paese e dove è intervento in Parlamento, preceduto dal suo omologo serbo Boris Tadic.
Tutto questo in vista della conferenza internazionale sui Balcani che si terrà il 2 giugno non per caso a Sarajevo con la partecipazione di tutti i Paesi della regione insieme a Ue, Usa e Russia, mentre la Bosnia si avvicina all'appuntamento importantissimo delle elezioni politiche e presidenziali previste per ottobre mentre si cercano vie d'uscita alla situazione di stallo politoco-istituzionale conseguente ai numerosi tentativi falliti di trovare l’indispensabile consenso interno sulle riforme tra i rappresentanti dei tre popoli che costituiscono la Bosnia Erzegovina disegnata dagli accordi di pace di Dayton, ovvero bosgnacchi, serbi e croati.
Al nodo bosniaco, nel quadro del processo di integrazione euroatlantica dei Balcani occidentali, è dedicato lo Speciale di Passaggio a Sud Est andato in onda mercoledì 14 aprile a Radio Radicale.
La trasmissione, realizzata con la collaborazione di Marina Szikora e Artur Nura, è disponibile sul sito della radio nella sezione delle Rubriche.
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