mercoledì 28 aprile 2010

CONFERENZA SUI BALCANI: DIPLOMAZIE AL LAVORO PER GARANTIRE IL SUCCESSO

Di Marina Szikora (*)
I ministri della Spagna, a nome della presidenza europea, e della Serbia, Miguel Angel Moratinos e Vuk Jeremic, hanno valutato mercoledi’ [21 aprile, ndr] in un incontro bilaterale svoltosi a Belgrado che le relazioni tra i due paesi sono molto buone e si sono detti fiduciosi che alla prossima, tanto attesa conferenza ministeriale che si svolgera’ a Sarajevo, organizzata dalla presidenza spagnola all’Ue, sara’ raggiunto un pieno successo. Secondo Jeremic, il parere dei due capi di diplomazia e’ che bisogna dare un nuovo impulso alla cooperazione regionale e alle integrazioni europee della regione. Pero’ il ministro degli esteri serbo ha ribadito anche la posizione della Serbia relativa alla partecipazione delle “istituzioni temporanee di Pristina” a questa conferenza, il che implica il pieno rispetto del diritto internazionale e la Risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. “E’ una posizione ferma della Serbia che non cambiera’. “La voce di Pristina deve essere sentita nelle organizzazioni di carattere regionale come si e’ sentita anche prima della proclamazione unilaterale dell’indipendenza, ma questa partecipazione non puo’ in nessun modo implicare alcun cambiamento dello status della regione meridionale serba” e’ stato esplicito Vuk Jeremic. Il ministro Moratinos da parte sua ha detto che le posizioni di tutti i Paesi della regione sono note e non cambieranno, ma si tratta di impegnare gli sforzi affinche’ sia possibile una migliore cooperazione regionale. “La presidenza spagnola all’Ue e’ convinta che la conferenza avra’ pieno successo e che Sarajevo sara’ una svolta nel contesto dell’impegno europeo nei Balcani occidentali”, ha detto il ministro degli esteri spagnolo Moratinos.

C’e’ da dire che il capo della diplomazia spagnola in questi giorni e’ stato in missione nell’ambito di una specie di tour regionale. Dopo aver visitato Skoplje, dalla capitale della Macedonia si e’ recato a Belgrado, insieme al ministro degli esteri turco Ahmet Davutoglu per incontrare il presidente serbo Boris Tadic e il ministro Jeremic. Dalla Serbia il viaggio e’ proseguito poi in Montenegro. Alla riunione trilaterale tra Serbia, Spagna e Turchia a Belgrado, come scrive il quotidiano serbo ‘Blic’, sono stati considerati diversi modelli per la partecipazione dei rappresentanti del Kosovo alla conferenza ministeriale che si terra’ il prossimo 2 giungo a Sarajevo. I ministri spagnolo e turco hanno accettato il compito di chiedere l’approvazione di Bruxelles e Pristina per l’attuazione di alcuni di questi modelli. Ma detagli concreti relativi a questi “modelli di compromesso” restano per ora un segreto, come viene spiegato “per non far fallire la missione di negoziati”. Dall’Ufficio del ministro Jeremic arrivano pero’ informazioni che gli interlocutori hanno concordato che il Kosovo non potra’ presentare i simboli dello stato, che la partecipazione della Serbia e del Kosovo deve essere chiaramente asimetrica e che il formato di partecipazione di Pristina deve essere pienamente conforme alla Risoluzione 1244. Secondo le informazioni di ‘Blic’ “e’ stata accolta la posizione della Serbia di non acconsentire al Kosovo di presentarsi a nessuna delle riunioni internazionali come uno Stato, mentre la bandiera e la scritta ci saranno quando il Paese sara’ rappresentato in quanto Stato alle Nazioni Unite.

Dopo le consultazioni a Bruxelles e Pristina e successivamente, di seguito alla visita del ministro degli esteri italiano Franco Frattini a Belgrado prevista per il prossimo martedi’, molto probabilmente si sapra’ di piu’ se le proposte di Belgrado verranno accettate da Pristina. Comunque vada, pare che adesso si fanno pressioni su Pristina piuttosto che su Belgrado, a differenza della recente riunione regionale che si e’ svolta in Slovenia, a Brdo kod Kranj, quando e’ fallito il tentativo di convincere il presidente serbo Tadic a partecipare a questo appuntamento insieme ai rappresentanti kosovari. Sempre secondo il ‘Blic’ di Belgrado, a Bruxelles si sta’ gia’ creando un’atmosfera che prevede il fallimento della conferenza di Sarajevo per l’impossibilita’ di riunire allo stesso tavolo Belgrado e Pristina. Con questo – naturalmente – si manda un segnale negativo all’Ue sulla prontezza della regione alla collaborazione nel momento in cui molti membri dell’Ue si dichiarano apertamente contrari all’allargamento dell’Europa, scrive ‘Blic’. Nonostante l’ottimismo spagnolo e in partiolare le dichairazioni del ministro Moratinos sulla buon’uscita della conferenza di Sarajevo, continuano le riserve relative al successo di questo importante appuntamento. Il portavoce del Governo kosovaro, Mimli Krasnici ha dichiarato che le autorita’ di Pristina parteciperanno alla conferenza regionale soltanto come rappresentanti del Kosovo indipendente.

Il ministro degli esteri serbo Vuk Jeremic, in occasione della visita del capo della diplomazia turca Ahmet Davutoglu a Belgrado, ha rilevato che la Turchia e’ attualmente un partner regionale importante che ha influenze nell’area e con la quale la Serbia collabora strettamente. La Turchia e la Serbia sono pronte a lavorare insieme per garantire stabilita’ e pace nei Balcani e si impegnano per il progresso della comune cooperazione economica, ha detto Ahmet Davutoglu di seguito ai suoi colloqui con Jeremic, tenutisi succesivmante ad Ankara. Jeremic ha incontrato anche il presidente Abdullah Gul. Un accordo sul commercio libero tra Turchia e Serbia che contribuira’ allo sviluppo della collaborazione economica tra i due paesi verra’ ratificato settimana prossima nel parlamento turco. Davutoglu ha dichiarato alla conferenza stampa congiunta che i due paesi lavoreranno anche su alcuni progetti infrastrutturali in Serbia e in piu’ si e’ parlato anche di cooperazione nella regione, in particolare per quanto riguarda la soluzione della crisi politica in BiH. Il ministro Jeremic ha salutato le iniziative degli imprenditori turchi che sono pronti ad investire in Serbia e nella regione.

(*) Collaboratrice di Radio Radicale. Il testo è la trascrizione di parte della corrispondenza andata in onda a Radio Radicale nella puntata del 24 aprile di Passaggio a Sud Est

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