venerdì 2 aprile 2010

I BALCANI DISCUTONO DI INTEGRAZIONE

Di Marina Szikora, corrispondente di Radio Radicale. Il testo che segue è la trascrizione della corrispondenza per la puntata dello Speciale di Passaggio a Sud Est di mercoledì 31 marzo dedicato al tema dell'integrazione europea e regionale dei Balcani.

"Il 17 marzo, noi ambasciatori della Francia e della Germania in Croazia, per la prima volta siamo stati in una visita ufficiale congiunta. Abbiamo scelto un luogo particolarmente simbolico, la citta' di Vukovar, il sinonimo delle sofferenze durante la guerra, per trasmettere il messaggio di riconciliazione incarnato nell'esempio franco-tedesco. L'abbiamo fatto perche' crediamo che la riconciliazione deve iniziare laddove i conflitti hanno lasciato maggiore traccia". Cosi' scrivono nel loro articolo pubblicato sul quotidiano croato 'Jutarnji list', gli ambasciatori francese e tedesco Jerome Pasquier e Bernd Fischer.

"L'esperienza storica dei nostri due paesi, che nel corso di alcuni anni hanno fatto il passaggio dal conflitto alla riconciliazione nonche' la creazione di un partenariato di prova, dimostra che, grazie alla spinta di alcuni leader corraggiosi con visione, come a suo tempo furono Konrad Adenauer e Charles de Gaulle, e' possibile sormontare gli antagonismi storici a favore di una comune visione del futuro. Questa visione comune si chiama Europa. Sin dall'suo inizio, l'idea europea e' inseparabile dall'idea della pace".

"I nostri due Paesi possono avere certamente diverse posizioni per quanto riguarda certe questioni, ma esse alla fine vengono sempre superate, perche' siamo consapevoli che divergenze permanenti franco-tedesco potrebbe essere fonte di blocco per l'intera Europa", sottolineano gli autori di questo testo e rilevano che "questo movimento collettivo.... trova oggi la sua continuazione naturale nell'allargamento sui paesi dell'Europa sudorientale". Siccome si tratta di Paesi che storicamente appartengono al giro culturale europeo e che nei loro valori includono la tolleranza e il reciproco rispetto – ricordano i due ambasciatori – al Summit di Zagabria nel 2000 e' stata offerta la prospettiva di adesione all'Ue riconfermata poi a Salonicco nel 2003.

"Il processo di adesione all'Ue e' di per se molto stimolante e lo testimonia l'esempio della Croazia e della Slovenia che attraverso il dialogo hanno cercato la soluzione del contenzioso sul confine". "Ci appelliamo a tutti i paesi della regione di far proprio un tale atteggiamento responsabile relativo alla cooperazione. I contenziosi bilaterali non possono essere un ostacolo all'adesione all'Ue. Al contrario, l'adesione deve essere uno stimolo aggiuntivo nell'impegno comune per la soluzione dei contenziosi", sottolineano Jerome Pasqueir e Bernd Fischer salutando con ottimismo l'impegno delle autorita' locali di Vukovar nella riconciliazione tra croati e serbi e a favore della collaborazione regionale.

Le recentissime vicende, almeno per quanto riguarda le relazione di una parte della regione balcanica che ultimamente si trova sotto l’attenzione dell’Ue a proposito della sua prospettiva europea, potrebbero essere la prova che, nonostante tanti ostacoli e questioni aperte, soprattutto ereditate ma anche attuali, le cose iniziano a muoversi nella direzione giusta. Poco piu’ di un mese fa, il presidente della Serbia Boris Tadic si e’ rifiutato di venire all’inaugurazione del nuovo presidente croato Ivo Josipovic a causa della partecipazione del presidente kosovaro Fatmir Seidju. Ricordiamo anche il fallimento, in un certo senso, della conferenza regionale tenutasi recentissimamente a Brdo kod Kranj in Slovenia, perche’ Boris Tadic si rifiuto’ un’altra volta di partecipare a questo tipo di riunione poiche’ il Kosovo e’ stato rappresentato dal suo priemier in veste di rappresentante di uno Stato indipendente.

Eppure, improvvisamente, Ivo Josipovic e Boris Tadic sorprendono la comunita’ internazionale ma anche i propri paesi con un incontro informale, chiamato “un incontro senza cravatta” nella conosciutissima località balneare croata di Opatija, a soli due giorni dal prevvisto incontro ai margini del prestigioso Brussels forum tenutosi lo scorso venerdi’ e sabato nella capitale europea. In questo modo, i presidenti dei due piu’ importanti Paesi della regione, hanno dimostrato alla elite politica ed economica euroatlantica che e’ del tutto possibile la collaborazione tra Croazia e Serbia, senza mediatori, e che i due Paesi sono pronti a sostenersi a vicenda poiche’ entrambi hanno l’obiettivo comune - l’ingresso nell’Ue.

Prendendo parte sabato scorso al pannel sul futuro dei Balcani, nell’ambito del Bruxelles Forum, Josipovic e Tadic hanno entusiasmato i partecipanti promettendo una politica costruttiva anche per quanto riguarda la delicata questione del futuro della Bosnia Erzegovina. "Mentre Tudjman e Milosevic nel 1991 discutevano della divisione della Bosnia Erzegovina, noi ad Opatija abbiamo concordato che faremo il tutto, assolutamente tutto per salvaguardare l’integrita’ della Bosnia” ha detto il presidente della Serbia ottenendo grande riconoscimento da parte dell’Europa e degli Stati Uniti che da anni aspettavano una tale promessa. Questo soprattutto nella luce delle recenti dichiarazioni provocatorie del premier della Republica Srpska, Milorada Dodik il quale ha dichiarato che sia arrivato il momento per una divisione pacifica della BiH.

Il prestigioso giornalista britannico Misha Glenny, autore del libro "la morte della Jugoslavia" ha qualificato gli interventi di Tadic e Josipovic addirittura come un evento storico, poiche’ il nuovo accordamento e partenariato tra Serbia e Croazia, secondo la sua opinione, ostacoleranno le future guerre nella regione, scrive Denis Romac, giornalista del quotidiano di Fiume ‘Novi list’ e aggiunge che le posizioni di Josipovic e Tadic hanno mostrato chiaramente che l’Europa a causa della Bosnia ha ancora un rimorso di coscenza. Mentre alcuni denominano diplomaticamente la situazione in BiH come congelata, altri sono invece molto piu’ diretti e ritengono che la situazione e’ minacciante e che l’integrita’ della BiH e’ messa in questione. "Un lavoro incompiuto" qualifica la Bosnia un altro partecipante del pannel, il senatore americano di radici croate, George Voinovich e parla di uno "spirito nuovo" dei presidenti Josipovic e Tadic.

Il diplomatico americano John Kornblum, che a suo tempo partecipo’ all’elaborazione dell’Accordo di Dayton ha affermato che proprio la BiH potrebbe essere per la Croazia e per la Serbia una specie di "carbone e acciaio" intorno ai quali dopo la Seconda Guerra Mondiale inizio’ a riunirsi la futura Unione europea, guidata dalla Francia e dalla Germania. Per quanto riguarda il presidente croato Josipovic, Croazia e Serbia "promuoveranno in BiH i valori europei e la sostenibilità". Il capo dello Stato ha avvertito pero’ che non ci devono essere soluzioni imposte poiche’ si tratta di soluzioni relative ai tre popoli che costituiscono l’attuale BiH ma che si puo’ aiutare invece questi tre popoli ad arrivare ad una soluzione accettabile per tutti. "La BiH deve essere un Paese funzionante e una societa’ di tre popoli con pari diritti e individui ugali".

Ma quando si tratta di relazioni tra Croazia e Serbia, al centro dell’attenzione, sia dopo l’incontro faccia a faccia ad Opatija che nel corso delle riunioni a Bruxelles, e’ stata anche la denuncia croata per genocidio contro la Serbia davanti alla Corte internazionale di giustizia. L’argomento e’ diventato anche fonte di divisione e polemiche in Croazia. Il presidente croato non ha mancato a spiegare e sottolineare pero’ “che un eventuale ritiro della denuncia croata contro la Serbia e’ possibile soltanto se verranno risolti i problemi per i quali la denuncia e’ stata sollevata”. “Nel corso dell’incontro con il presidente serbo Boris Tadic ad Opatija non abbiamo nemmeno menzionato il processo davani all’ICJ bensi’ risposto alle domande dei giornalisti. Penso che Tadic ed io abbiamo correttamente previsto quello che potrebbe succedere. Abbiamo sottolineato che cio’ arrivera’ alla fine di un cammino, quando risolveremo i nostri problemi, allora la denuncia per genocidio non sara’ piu’ necessaria. Ma purtroppo, nei media e’ stato interpretato che questo accadra’ domani e che si tratta di una forte promessa” ha spiegato Josipovic alla conferenza stampa congiunta con Tadic, sempre a Bruxelles. In questo senso, ha precisato il capo dello Stato croato, non ci sono differenze tra le sue posizioni e quelle del Governo croato. Per quanto rigurada la dolorosa questione di oltre mille persone scomparse dalla Croazia, che e’ anche una delle ragioni che ha spinto la Croazia a presentare la denuncia contro la Serbia, Tadic ha risposto che “ci sono serbi scomparsi in Croazia, croati scomparsi in Serbia. E’ uno dei problemi piu’ dolorosi e bisogna aiutare le famiglie affinche’ questo problema sia risolto”.

Va precisato che il Brussels Forum e’ una delle maggiori riunioni dei piu’ influenti politici, analisti e imprenditori americani ed europei. Nel dibattito dedicato al futuro europeo dei Balcani Occidentali, hanno partecipato anche il commissario all’allargamento Stefan Fuele, l’ex alto rappresentante per la BiH e attualmente capo della diplomazia slovacca, Miroslav Lajcak. Presenti anche il presidente estone Toomas Hendrik Ilves, il segretario generale dell’OSCE Marc Perrin de Brichambaut, il direttore della Banca mondiale Roberto Zoellicki. In piu’ la nuova ministro europea per gli affari esteri Catherine Ashton, il ministro di difesa israeliano Ehud Barak, il presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso, Carl Bildt, capo della diplomazia svedese, Richard Holbrooke, consigliere speciale americano per il Pakistan e Afghanistan e l’ex segretario di stato americano Madeleine Alberight.

In questa occasione, Boris Tadic ha sottolineato che “sarebbe un errore grande e irriparabile se i politici europei non partecipassero all’integrazione dei Balcani Occidentali nell’Ue” e ha rilevato che non si tratta di agevolazioni per questa regione ma di criteri uguali per tutti i paesi che entrano nella famiglia europea. Tadic ha detto che visitera’ la Macedonia, la BiH e il Montenegro nonche’ Mostar nel corso della Fiera internazionale economica con l’obiettivo di solleciatare la cooperazione economica tra la Serbia e la Federazione BiH oltre alle relazioni gia’ sviluppate con la Republika Srpska, l’entita’ a maggioranza serba della BiH. Il presidente serbo ha annunciato inoltre che dopo i colloqui di successo con i leader croati e sloveni si rechera’ prossimamente “nella visita storica in Abania”.

Infine, sempre sulla traccia delle relazioni tra i paesi dell’Europa sudorientale, da informarvi anche che lunedi’ si e’ svolta a Budapest una riunione quadrilaterale tra i ministri degli esteri ungherese Peter Balazs, croato Gordan Jandrokovic, greco Dimitris Droutsas e quello serbo, Vuk Jeremic nel corso della quale si e’ discusso di iniziative che hanno l’obiettivo di promuovere il futuro europeo dell’Europa sudorientale. Dai summit di Zagabria e Salonicco, quando sono state stabilite le basi delle relazioni tra i Paesi membri dell’Ue e l’Europa sudorientale, ogni paese partecipante del Processo di stabilizzazione e associazione dell’Ue ha compiuto un certo passo in avanti, ha detto il capo della dipolomazia croata Jandrokovic a Budapest sottolineando la posizione attuale della Croazia che si trova nell’ultima fase del processo di negoziati per la piena adesione all’Ue. “La Croazia appoggia le ambizioni europee di tutti i Paesi dell’Europa sudorientale – ha detto Jandrokovic – e sollecita l’attuazione delle necessarie riforme e continua ad impegnarsi per il progresso basato sui conseguimenti individuali con l’esclusione delle questioni bilaterali dal processo di negoaziati”.

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