giovedì 30 aprile 2015

LA NEWSLETTER DI OSSERVATORIO BALCANI E CAUCASO

PRIMO PIANO

In ballo
Come ormai consuetudine utilizziamo questo spazio per tenervi aggiornati sul futuro di OBC, auspicando che si possa presto tornare a presentarvi i contenuti pubblicati durante la settimana. Questa volta saremo succinti perché poco è cambiato. Vi è da sottolineare però la disponibilità di tutte le parti in causa di valutare ipotesi che evitino, almeno per un anno, licenziamenti e concedano così il tempo per trovare risorse aggiuntive a sostegno del progetto OBC. Ancora una volta, grazie del sostegno che continuate a manifestarci.

2inTrentino! Il 2 maggio Luisa Chiodi, direttrice scientifica di OBC, terrà a Trento un workshop titolato "Educare alla riconciliazione e alla convivenza" nell'ambito di un convegno organizzato per il centenario della fondazione del l'Americ an Field Service; il 3 maggio poi, a Rovereto, l'incontro di inaugurazione della mostra "Albanesi e trentini allo specchio", presso la sede della Campana dei Caduti. 

MULTIMEDIA

 Spirito d'Armenia

Spirito d'Armenia
L'Armenia, terra spirituale e piena di contraddizioni. E dove lo sguardo è rivolto spesso al passato. Un fotoracconto di Dora Biondani

NOTIZIE

La Gerusalemme di Bessarabia

Danilo Elia
A Chişinău, una sparuta comunità ebraica cerca di sottrarre la propria storia all’oblio. L’antica capitale della Bessarabia, era abitata per metà da ebrei. Un giorno, nell’aprile del 1903, l’incubo dei pogrom si materializzò. Prima del nazismo, prima ancora della Shoah, è in questa città dimenticata che ha avuto inizio il secolo dell’odio

La cattolica Bosnia

Andrea Oskari Rossini
La prossima visita di Papa Francesco in Bosnia Erzegovina stimola analisi e riflessioni sul tema dell'identità cattolica nel paese balcanico. Nostra intervista all'accademico Dubravko Lovrenović

Jasenovac: la grave assenza

Jelena Lovrić
Domenica scorsa a Jasenovac si è ricordato il 70mo anniversario della liberazione del campo di concentramento ustascia. La presidente croata Kolinda Grabar Kitarović non si è presentata, senza darne ragione. Un commento

Dodik, 30 volte referendum

Rodolfo Toè
Rieletto alla guida del proprio partito, il presidente della RS ha evocato per la trentesima volta un referendum sull'indipendenza dell'entità della Bosnia Erzegovina a maggioranza serba. L'omaggio alle vittime di Srebrenica

Kosovo: le dicerie ed il grande esodo

Christian Gesellmann, Valentina Nicolae
Da novembre il Kosovo ha vissuto una nuova ondata emigratoria. E molti sembrano siano stati spinti a partire da voci infondate. La disperazione e l'illusione in questo reportage

Romania: Yosif Kiraly, viaggio nelle memorie ricostruite

Laura D'Angelo
“Nessuno ha mai avuto interesse nello studio della nostra arte...”, esordì incredulo Yosif Kiraly, mentre preparava con calma zen un paio di tazze di tè accompagnate da deliziosi biscotti. Un incontro, datato 2010, ma che non ha perso la propria attualità. Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Zubac, al comando della polizia bosniaca

Rodolfo Toè
Goran Zubac, ex istruttore di ballo, è riuscito in soli tre anni a concentrare nelle proprie mani il controllo di una delle agenzie di polizia più importanti della Bosnia Erzegovina, la SIPA. Sospettato di crimini di guerra, condannato per non aver impedito i disordini del febbraio 2014, resta al suo posto

Trento film festival: orsi, pastori e società di montagna

Nicola Falcinella
Al via giovedì la 63ma edizione del Trento Film Festival, con la montagna e la natura per protagonista. Una rassegna in chiave balcanica e caucasica

Yerevan, 24 aprile 2015

Simone Zoppellaro
Centinaia di migliaia di armeni provenienti da ogni parte del mondo hanno camminato fianco a fianco dal centro della capitale al Memoriale di Tsitsernakaberd, per ricordare il centenario del genocidio

Slovenia: processo Janša, tutto da rifare

Stefano Lusa
Secondo la Corte costituzionale è tutto da rifare. Janez Janša, ex premier e tra i fondatori della Slovenia indipendente, si vede così cancellata la pena comminatagli nell'ambito del caso Patria, i blindati finlandesi venduti all'esercito sloveno. E torna sulla scena politica da martire

APPUNTAMENTI

Albanesi e trentini allo specchio

Mostra fotografica itinerante di Roberto Bernardinatti sui primi immigrati albanesi arrivati a Strigno (TN) nel 1991; Luisa Chiodi, direttrice OBC, modera l'incontro di inaugurazione.
Dal 3 all'11 maggio 2015
ROVERETO (TN)

TiRaNa-ToRiNo

Mostra socioartistica migrante dedicata a chi è stato (o è ancora) clandestino. A chi viaggia, a chi rimane. A chi è sospeso; organizzata nell'ambito del Salone Off 2015.
Dal 9 al 31 maggio 2015
TORINO

A come Srebrenica

Monologo di e con Roberta Biagiarelli; nell'ambito degli appuntamenti organizzati per l'evento "20° anniversario del genocidio di Srebrenica 1995-2015. Per non dimenticare"
11 maggio 2015
LIDO ADRIANO (RA)

OPPORTUNITÁ

A Trento per discutere di "Interventi civili in aree di conflitto"

Il 26 e 27 giugno 2015 a Trento, il Centro per la Ricerca sulla Politica Internazionale e la Risoluzione dei Conflitti (CeRPIC) della Fondazione Bruno Kessler (FBK) ospita l'ottava conferenza annuale dello Standing Group Italiano di Relazioni Internazionali (SGRI), gruppo di discussione tematica sulla politica internazionale. Nell'ambito della conferenza OBC presiede il panel "Transnational civilian intervention in conflict areas: from global civil society to jihadism"Esperti e ricercatori interessati a presentare il proprio contributo originale alla conferenza sono invitati a inviare un breve abstract all'organizzazione entro il 15 maggio 2015. Info: FBK - CeRPIC | sgri@fbk.eu

mercoledì 29 aprile 2015

QUESTA SETTIMANA SU "RASSEGNA EST"


L'ottimismo di Putin
Recupero del rublo sul dollaro, boom della Borsa di Mosca, export a gonfie vele.L'economia della Russia sembra essersi ben adattata al nuovo contesto, segnato dal calo dei prezzi del petrolio e dalle sanzioni occidentali. Il 2015 sarà sì un anno recessivo, ma la crisi totale di sistema, da molti evocata, non sembra proprio dietro l'angolo. 



Ultime da Kiev 
Polemiche sulle nuove leggi "revisioniste": approfondiscono il fossato tra le due Ucraine e suscitano riserve in Polonia. Intanto la coalizione vacilla e c'è chi profetizza ilritorno al governo di Yulia Tymoshenko, mentre il Donbass sembra pronto a riesplodere. Enza Roberta Petrillo, esponente del nostro comitato scientifico, scriveche l'Ucraina è lo scoglio più difficile della politica estera dell'Unione europea.  



Banca dati
Tutto quello che c'è da sapere per chi investe a Est. Previsioni di crescitapeso fiscalefondi strutturalibandi pubblici e indici di competitività. Tutte le voci del database sono raccolte a questo indirizzo.      



Il Pil della Germania scatta in avanti
La crescita dovrebbe superare le aspettative. Il governo si ritrova un "tesoretto" da 20 miliardi. Diversi economisti chiedono di derogare al dogma rigorista e rilanciare infrastrutture e mercato interno. Nostro articolo per Il Foglio.   



Investimenti, strada in salita
La grande crisi ha inevitabilmente contratto i flussi di capitali diretti verso la "nuova" Europa. Ma questo non significa che investire a Est, oggi, sia meno necessariamente rischioso. I nostri nuovi grafici



Ucraina e Cortina di ferro: i nostri libri
Si ricorda che "Cronache di una rivoluzione", l'ebook su crisi e guerra a Kiev, è sempre scaricabile, liberamente, da questo indirizzo. Da pochi giorni, inoltre, è pronta la ristampa di "Verde cortina", il viaggio lungo il crinale della guerra fredda che Matteo Tacconi e il fotografo Ignacio Coccia hanno effettuato qualche mese fa. Il volume può essere acquistato dal sito dell'editore.  



Le nuove rotte del gas
Nell'Europa centrale e sud-orientale prendono forma varie idee sulla realizzazione di nuovi gasdotti, che diano modo di svincolarsi dalla dipendenza dalla Russia. Il Centre for Eastern Studies di Varsavia dedica al tema un'analisi, con tanto di mappa.  



Noi e l'Est 
Seimila aziende presenti. Il principale sbocco per il nostro export. Guida alla presenza italiana nell'Europa emergente

lunedì 27 aprile 2015

PASSAGGIO IN ONDA

E' on-line la puntata di Passaggio a Sud Est del 26 aprile 2015.
La trasmissione e' ascoltabile direttamente qui di seguito oppure sul sito di Radio Radicale.



Sommario della puntata

L'apertura è dedicata ad una riflessione sul centenario del massacro degli armeni, in Turchia, commemorato il 24 aprile e alle recenti polemiche sull'uso della parola "genocidio" per qualificare quei tragici eventi del 1915.

In primo piano il tema dell'immigrazione: l'opinione di Emma Bonino dopo l'ennesima e spaventosa strage di migranti nel Canale di Sicilia, una rassegna di analisi sull'attuale situazione e dopo il Consiglio europeo straordinario e la posizione della Croazia. 

Si parla poi delle difficoltà e delle resistenze al processo di allargamento dell'Unione Europea

Le reazioni e le polemiche sulle dichiarazioni del premier albanese Edi Rama sulla "inevitabile" riunificazione tra Albania e Kosovo, in un quadro di integrazione nell'Unione Europea. La collaborazione economica tra Tirana e Pristina. Kosovo: le reazioni alla nomina del nuovo procuratore capo dello Stato accusato di corruzione. Macedonia: lo scontro tra maggioranza e opposizione e le preoccupazioni europee dopo l'attacco armato ad una stazione di polizia; le continue e ripetute minacce e intimidazioni ai giornalisti e i rischi per la libertà di stampa

La trasmissione, realizzata con la collaborazione di Marina Szikora e Artur Nura,è ascoltabile direttamente qui

venerdì 24 aprile 2015

UNA RIFLESSIONE SUL GENOCIDIO ARMENO



Oggi 24 aprile ricorre il centenario dell'inizio del genocidio degli armeni. Scrivo volutamente “genocidio” ben consapevole di quale dibattito sia in corso da molto tempo sui quei fatti di cento anni fa e di come ci sia chi, pur non negando la realtà dei massacri e la loro dimensione, resti cauto nell'usare questa parola. E quanto i nervi siano scoperti lo ha dimostrato pochi giorni fa la polemica suscitata dall'omelia di papa Francesco in San Pietro.


 E' forse meglio usare la definizione di “pulizia etnica”? Gli armeni furono eliminati non perché armeni ma perché, cristiani alleati della Russia zarista, rappresentavano un avversario per la politica dei “giovani turchi”? Forse è così, ma una differente definizione non cambia la realtà delle cose: centinaia di migliaia di donne, uomini e bambini furono deportati, uccisi o lasciati morire, perché la loro etnia era vista come un ostacolo ad un disegno politico.
 

A differenza dello sterminio degli ebrei, che era costitutivo dell'ideologia nazista, l'annientamento degli armeni fu deciso e organizzato perché in quel momento era utile alla politica turca. Ciò che è accaduto agli armeni è analogo a quanto subito dai bosgnacchi in Bosnia. E il massacro di Srebrenica è stato qualificato dalla giustizia internazionale come “genocidio”. Perché allora tutte queste resistenze ad accettare questa definizione per il massacro degli armeni?
 

Se la Turchia di oggi non può essere messa sul banco degli accusati per quei fatti di cento anni fa, non può però nemmeno continuare a rifiutarsi di discutere. Si chiede alla Turchia ufficiale di accettare di confrontarsi con il proprio passato, così come è stato chiesto alla Germania o come viene chiesto alla Serbia. Così, sia detto per inciso, come dovrebbe una buona volta fare l'Italia sulla Libia o sui Balcani, anziché nascondersi dietro il mito degli “italiani brava gente” o dietro la retorica a buon mercato sulle foibe.
 

In Turchia, e in Armenia, molti e non solo tra gli storici, riflettono e discutono senza pregiudizi. Aiuterebbe, probabilmente, sei governi e i parlamenti che ogni anno chiedono “mea culpa” o votano risoluzioni sul genocidio armeno, non fingessero di non vedere la tante questioni aperte, attorno alle quali ruotano interessi non sempre confessabili, a partire dalla vicenda del Nagorno-Karabakh.
 

Oggi, però, lasciamo perdere le polemiche storiche e le analisi geopolitiche, e per un momento pensiamo alle donne, agli uomini, ai bambini che cento anni fa furono stritolati dalla macchina implacabile della guerra e dei nazionalismi solo perché appartenevano all'etnia sbagliata nel momento sbagliato. Mi pare che Hitler disse una volta che nessuno avrebbe più ricordato lo sterminio degli ebrei così come nessuno ricordava quello degli armeni. Per fortuna non è stato così.

martedì 21 aprile 2015

QUESTA SETTIMANA SU "RASSEGNA EST"


Investimenti, strada in salita
La grande crisi ha inevitabilmente contratto i flussi di capitali diretti verso la "nuova" Europa. Ma questo non significa che investire a Est, oggi, sia meno necessariamente rischioso. I nostri nuovi grafici.      



L'illusione della liquidità
Sempre in tema di investimenti diretti, c'è da dire che la copiosa pioggia di denaro caduta nei Balcani occidentali fino alla vigilia della crisi ha spinto le leadership della regione a credere che lo sviluppo fosse possibile anche senza riforme strutturali incisive. Ne abbiamo scritto per Osservatorio Balcani e Caucaso



Donbass pronto a riesplodere
Nell'est dell'Ucraina la situazione è tutt'altro che quieta. Gli accordi di Minsk sono rimasti in larga parte inattuati e una ripresa delle ostilità non è da escludere. Nel frattempo, in città come Odessa e Kharkiv, rimaste sotto il controllo di Kiev, ma non insensibili dalle pulsioni filorusse, la tensione cresce. 



Banca dati
Tutto quello che c'è da sapere per chi investe a Est. Previsioni di crescitapeso fiscalefondi strutturalibandi pubblici e indici di competitività. Tutte le voci del database sono raccolte a questo indirizzo.      



Helsinki ha votato
Le elezioni generali in Finlandia hanno decreato la vittoria dei centristi. Tutto secondo il quadro della vigilia, da noi anticipato su Lettera 43. Ora il governo dovrà gestire in fretta le questioni economiche: il modello finlandese è in crisi.  



Il grande tabù del genocidio
Perché la Turchia nega il massacro di un milione e mezzo di armeni? Qual è stato l'appriccio alla questione, nel corso degli anni, di Recep Tayyip Erdogan? Il nostro ultimo articolo per Reset DOC



Guida al lobbismo tedesco
Intorno ai palazzi del potere, a Berlino, è cresciuto un sottobosco di persone e associazioni che cercano di influenzare i processi decisionali. Spiega tutto Pierluigi Mennitti, direttamente sul nostro sito. 



Ucraina e Cortina di ferro: i nostri libri
Si ricorda che "Cronache di una rivoluzione", l'ebook su crisi e guerra a Kiev, è sempre scaricabile, liberamente, da questo indirizzo. Da pochi giorni, inoltre, è pronta la ristampa di "Verde cortina", il viaggio lungo il crinale della guerra fredda che Matteo Tacconi e il fotografo Ignacio Coccia hanno effettuato qualche mese fa. Il volume può essere acquistato dal sito dell'editore.  



Noi e l'Est 
Seimila aziende presenti. Il principale sbocco per il nostro export. Guida alla presenza italiana nell'Europa emergente. QUE

lunedì 20 aprile 2015

PASSAGGIO IN ONDA

E' on-line la puntata di Passaggio a Sud Est del 19 aprile 2015.
La trasmissione e' ascoltabile direttamente qui di seguito oppure sul sito di Radio Radicale.



Sommario della puntata

Argomento principale della puntata è lo scontro politico-diplomatico tra Turchia e Vaticano dopo le parole del Papa che ha definito "genocidio" il massacro degli armeni avvenuto cento anni fa con le opinioni di Franca Gansoldati, vaticanista de Il Messaggero, Carlo Panella, giornalista esperto di Islam, e Marco Perduca, rappresentante del Partito Radicale all'Onu. In appendice anche le ripercussioni che questa polemica avrà sul prossimo viaggio del Papa in Bosnia Erzegovina

Gli altri argomenti
Le risoluzioni della Commissione Esteri del Parlamento Europeo su Albania e Bosnia; il vertice di Brdo sui Balcani; le tensioni tra Belgrado, Pristina e Tirana dopo le dichiarazioni del premier albanese sulla riunificazione "inevitabile" tra Albania e Kosovo; il rapporto Jacqué sulla missione civile europea Eulex in Kosovo. 

Questa puntata di Passagio a Sud Est è dedicata a Klodian Elezi, il ragazzo italiano di origini albanesi, morto a 21 anni lavorando in un cantiere della Tangenziale Esterna di Milano (una delle grandi opere collegate all'Expo 2015)

La trasmissione, realizzata con la collaborazione di Marina Szikora a Artur Nura, è ascoltabile direttamente qui

giovedì 16 aprile 2015

SUL "GENOCIDIO" ARMENO IL PAPA HA SBAGLIATO

Intervista a Carlo Panella, inviato in Medio Oriente, esperto di Islam e islamismo

Sul genocidio armeno qualcuno ha mal consiglia papa Francesco. Non gli è stato detto che la sua denuncia del "genocidio armeno" tradisce la sua missione di pacificazione degli animi e delle nazioni e avrà conseguenze negative per la sorte dei cristiani del Medio Oriente. Non gli è stato detto che la posizione del governo turco è comunque da rispettare; che se la Turchia rifiuta essenzialmente il termine di "genocidio" ha le sue ragioni storiche per far questo, ma è disponibile a discutere di un massacro che non nega.

Sono questi gli errori compiuti da papa Francesco con la sua omelia in San Pietro nella quale ha qualificato come "genocidio" le deportazioni e i massacri degli armeni compiuti cento anni fa in Turchia nel periodo del governo dei "giovani turchi, a meno di un anno dall'inizio della prima guerra mondiale. Errori che Panella ha elencato in un pezzo pubblicato sull'Huffington Post e che ha approfondito nell'intervista a Radio Radicale che potete ascoltare qui di seguito.



lunedì 13 aprile 2015

GENOCIDIO ARMENO: IL CORAGGIO DI PAPA FRANCESCO

Intervista a Franca Giansoldati, vaticanista del quotidiano Il Messaggero

Franca Giansoldati, vaticanista de Il Messaggero, autrice del libro "La marcia senza ritorno. Il genocidio armeno" (Salerno editrice), spiega a Radio Radicale perché quella di papa Francesco di usare la parola "genocidio" per qualificare la deportazione e i massacri degli armeni del 1915 ordinati dal governo dei "giovani turchi", è stata una scelta coraggiosa pur sapendo di toccare un nervo sensibilissimo della Turchia contemporanea. E infatti la reazione di Ankara non si è fatta attendere ed è stata durissima.

Tuttavia le parole pronunciate dal papa, spiega Giansoldati, se da una parte sono una novità assoluta nella storia della Chiesa cattolica, dall'altra non hanno l’intenzione di esacerbare gli animi "ma di riconoscere il passato per poter costruire un’armonia nel presente". Il papa ama il poolo e turco e non lo considera responsabile di quei massacri, dice ancora la vaticanista del Messaggero, ed il suo è richiamo dal significato profondo all’ecumenismo del sangue: quel milione e mezzo di morti è un tema ci riguarda in maniera diretta.

 

PASSAGGIO IN ONDA

E' on-line la puntata di Passaggio a Sud Est del 12 aprile 2015.
La trasmissione e' ascoltabile direttamente qui di seguito oppure sul sito di Radio Radicale.



Sommario della puntata

Grecia: il punto sulla trattativa sul debito e sul piano di riforme che il governo di Alexis Tsipras sta mettendo a punto per ottenere nuovi finanziamenti e evitare il default.

Macedonia/Fyrom: gli sviluppi dell'"affaire" delle intercettazioni illegali, lo scontro sempre più aspro tra governo e opposizione, le preoccupazioni per il deterioramento della situazione politica interna.

Albania: le reazioni e le polemiche sulle dichiarazioni del premier Edi Rama sull'"inevitabile" unificazione tra Albania e Kosovo nel quadro dell'UE; la nuova operazione di polizia contro le coltivazioni illegali di cannabis e le proposte antiproibizioniste di un deputato socialista.

Bosnia Erzegovina: la condanna definitiva all'ergastolo di Zdravko Tolimir per crimini di guerra e genocidio; la realtà dell'Islam bosniaco e gli ingiustificati allarmismi sull'infiltazione del sedicente Califfato.

Croazia: dopo la recente sconfitta elettorale l'ex presidente Ivo Josipovic ha deciso di restare in politica e prepara la fondazione di un suo partito in vista delle elezioni parlamentari previste per la fine dell'anno.

La trasmissione, realizzata con la collaborazione di Marina Szikora e Artur Nura, è ascoltabile direttamente qui

giovedì 9 aprile 2015

QUESTA SETTIMANA SU "RASSEGNA EST"





L'egemonia dei servizi
Si pensa all'Est come a una grande officina. Non del tutto a torto, visto che in vent'anni il travaso produttivo dalla "vecchia" alla "nuova" Europa è stato considerele. Ma guai a pensare che le economie dell'Est siano trascinate dalla sola manifattura. Tutt'altro. I Pil della regione sono composti prevalentemente da attività del terziario. Conseguenza: l'internazionalizzazione non passa solo dalla fabbrica. I servizi sono un'occasione da cogliere.   




Putin: identikit e consenso
Capo assoluto o primus inter pares? Il ruolo dell'inquilino del Cremlino nel sistema di potere russo, spiegato da Stefano Grazioli. Che, in un altro articolo, ricorda che se è vero che le sanzioni occidentali e il calo dei prezzi del petrolio hanno ferito l'economia russa, è altrettanto evidente che, al momento, la morsa su Mosca ha innalzato il consenso di Vladimir Vladimirovich.  


Banca dati
Tutto quello che c'è da sapere per chi investe a Est:

Previsioni di crescita
Peso fiscale
Fondi strutturali
Bandi pubblici
- Competitività.

Tutte le voci del database sono raccolte a questo indirizzo.      


Noi e l'Est
Seimila aziende presenti. Il principale sbocco per il nostro export. Guida alla presenza italiana nell'Europa emergente


Che succede a Istanbul? 
Violenza politica, black out energetico, tensione che si taglia a fette. Una rassegna stampa ragionata sui recenti fatti nella megalopoli turca. Con un occhio alle elezioni di luglio e un altro al quadro economico, un po' in rallentamento.  


La Germania legge l'Ucraina
Il mercato editoriale tedesco è pieno di libri sulla crisi nell'ex repubblica sovietica. Una nostra selezione.

domenica 5 aprile 2015

PASSAGGIO IN ONDA

E' on-line la puntata di Passaggio a Sud Est del 5 aprile 2015.
La trasmissione e' ascoltabile direttamente qui di seguito oppure sul sito di Radio Radicale.



Sommario della puntata

Turchia: il riassunto di una settimana difficile e un'opinione di Emma Bonino (da un'intervista di Giovanna Reanda). 
Croazia/Serbia: il caso del leader ultranazionalista Vojslav Seselj mette a rischio le relazioni bilaterali tra Zagabria e Belgrado. 
Albania: situazione politica sempre molto agitata a causa degli ulteriori sviluppi del caso Doshi. 
Macedonia-Fyrom: prosegue lo scontro tra il premier Gruevski e l'opposizione a causa delle intercettazioni illegali; interviene anche il presidente Ivanov. 
Kosovo: un bilancio dei primi 100 giorni di governo del premier Isa Mustafa. 

L'ultima parte della puntata è dedicata al piano di licenziamenti che mette a rischio la vita di Osservatorio Balcani e Caucaso: intervista alla direttrice scientifica Luisa Chiodi.

La trasmissione, realizzata con la collaborazione di Marina Sikora e Artur Nura, è ascoltabile direttamente qui

mercoledì 1 aprile 2015

#SAVEOBC OSSERVATORIO BALCANI E CAUCASO E' IN PERICOLO

Mentre ottiene il sostegno delle istituzioni internazionali guadagnandosi il sesto progetto europeo degli ultimi anni, Osservatorio Balcani e Caucaso sta subendo un drastico taglio del personale, tale da mettere seriamente a rischio la continuazione di un'esperienza che in 15 anni ha prodotto uno dei migliori e più autorevoli portali di informazione, documentazione e analisi sull'Europa sud orientale, l'area balcanica. la Turchia e il vicino Oriente.
Pubblichiamo qui di seguito il comunicato diffuso dai dipendenti di OBC il 27 marzo scorso e invitiamo tutti coloro che ci leggono e ci ascoltano da Radio Radicale a sottoscrivere e a diffondere l'appello.


Si è tenuto oggi a Rovereto, in Trentino, il primo incontro di una vertenza sindacale sul futuro di Osservatorio Balcani e Caucaso: sul tavolo il licenziamento di metà del personale con cui si mette a repentaglio un progetto costruito in 15 anni.
OBC è l'animatore di un'ampia comunità centinaia di migliaia di persone che hanno a cuore il progetto europeo, i diritti di cittadinanza e il pluralismo. E che ha fatto della conoscenza uno strumento per la costruzione di un'Europa aperta e democratica.
OBC stava per iniziare il suo sesto progetto Europeo e ora rischia di non poter più dare il suo contributo in ambito locale, nazionale e internazionale. Chiediamo alla Provincia autonoma di Trento, principale finanziatore, di non smettere di investire sulla qualità, di non rinunciare ad un'eccellenza del territorio e di riconsiderare la strada intrapresa.
Chiediamo a voi, che siete la nostra comunità, di farvi sentire. Dateci il vostro sostegno per continuare insieme a raccontare, approfondire, e relazionarci superando i confini in un'Europa allargata.
Sottoscrivete il nostro appello al Presidente della Provincia Autonoma di Trento Ugo Rossi e all'Assessora provinciale all'università e ricerca, politiche giovanili, pari opportunità e cooperazione allo sviluppo Sara Ferrari.
Lo potete fare compilando il formulario a questo link o mandando una mail con il vostro nome e cognome e l'adesione all'appello all'indirizzo sostieni@balcanicaucaso.org
Grazie per il vostro sostegno che non avete mai mancato di dimostrarci in questa lunga strada percorsa assieme.
Il personale di Osservatorio Balcani e Caucaso

QUESTA SETTIMANA SU "RASSEGNA EST"



Il debito va su. Ragioni e rischi (anche per le imprese)
Senza eccezioni, se non quella della Turchia, anche a Est questa variabile ha registrato un'impennata. Malgrado le politiche di austerity. Due grafici e un ragionamento sulla tendenza in corso, con qualche consiglio alle imprese.  



Ucraina: guerre oligarchiche e nodo del gas
Igor Kolomoisky, il tycoon che più ha alzato l'asticella dell'ambizione dopo la rivoluzione di Maidan, è stato costretto alle dimissioni forzate dalla carica di governatore di Dnepropetrovsk. Questione di denaro e influenza politica. Il suo scontro con il presidente Petro Poroshenko (altro oligarca) rammenta che la stratificazione del potere, nell'ex repubblica sovietica, è rimasta essenzialmente la stessa. Nel frattempo si riapre la questione del gas. Kiev vuole sganciarsi dalla dipendenza dalla Russia, ma la missione è ai limiti dell'impossibile. Si ricorca infine la recente pubblicazione di "Cronache di una rivoluzione: crisi e guerra in ucraina". lI nostro ebook è liberamente scaricabile da questa pagina. Lo sostiene il Comitato imprenditori italiani in Ucraina. Prefazione di Fabrizio Romano, ambasciatore italiano a Kiev. 



Banca dati
Tutto quello che c'è da sapere per chi investe a Est: 

Previsioni di crescita
Peso fiscale
Fondi strutturali
Bandi pubblici
Competitività.

Tutte le voci del database sono raccolte a questo indirizzo.      



Noi e l'Est 
Seimila aziende presenti. Il principale sbocco per il nostro export. Guida alla presenza italiana nell'Europa emergente



L'arsenale balcanico dell'Isis
Le milizie jihadiste utilizzerebbero armi provenienti dall'ex Jugoslavia, in particolare da Serbia e Croazia. Una nostra inchiesta, ancora una volta in copubblicazione con Limes



Cartoline dall'ex impero 
Marco Citron ha realizzato un libro fotografico dedicato all'urbanizzazione nell'ex Urss. L'abbiamo intervistato.