martedì 16 marzo 2010

PERCHE' LA TURCHIA CI DEVE INTERESSARE

I recenti avvenimenti che hanno riguardato la Turchia (l'arresto di militari accusati di aver organizzato un golpe contro il governo legittimo e le dure reazioni di Ankara ai documenti sul genocidio degli armeni approvati dalla Commissione Esteri della camera Usa e dal parlamento svedese) hanno posto molti quesiti su cosa stia succedendo a cavallo del Bosforo e se davvero ci interessa stringere ulteriormente i rapporti con questo Paese fino a integrarlo nell'Ue. Sono proprioqueste le domande che si pone Giovanni Castellaneta (diplomatico di lungo corso e fino al 2009 ambasciatore italiano in Usa) in apertura di un lungo articolo pubblicato sul Sole 24 Ore di domenica 14 intitolato "L'Unione Europea rimane l'unico approdo per Istanbul" che ho trovato piuttosto interessante e che vi suggerisco di leggere.
Castellaneta ricorda le caratteristiche del Paese e anche le sue contraddizioni, ripercorre sinteticamente gli ultimi venti anni e centra, secondo me, una questione cruciale che quasi mai viene considerata: se la Turchia deve adeguarsi agli standard richiesti dall'Unione, da parte sua l'Europa deve accettare la diversità turca. Secondo Castellaneta bisogna proprio invertire il ragionamento: "Il vero dilemma non risiede tanto nella capacità turca di rendersi compatibile all'Unione, quanto nella capacità dell'Unione di accogliere la Turchia senza snaturarne troppo repentinamente il sistema statuale, l'identità culturale e il modello vincente di democrazia laica applicato a una società musulmana".

Per ricostruire in sintesi le complicate vicende di questi ultimi anni, l'inchiesta su Ergenekon, lo scontro tra governo e militari, ma anche tra le nuova Turchia dell'Akp e l'establishment kemalista, vi segnalo l'articolo "Il turbolento cammino della Turchia verso la democrazia" che trovate sul sito Medarabnews.

Sempre sul Sole 24 Ore di domenica trovate un articolo di Franco La Cecla, architetto e docente di antropologia culturale, dedicato alle donne turche: "Alle donne le chiavi della Turchia". La Cecla ha compiuto un viaggio a Istanbul, "nel solo paese musulmano in cui hanno potere e godono di libetà e diritti" e ne ha ricavato uno spaccato interessante sulla grande complessità della società turca. Secondo l'autore "la novità è però che il modello kemalista, laico e difeso dall'esercito, non è in crisi rispetto alla laicità, è piuttosto in crisi culturale", ma ritiene di aver colto anche una nuova coscienza della storia. Le donne "sembrano le vere protagoniste di questa nuova Turchia", mentre "gli uomini al cospetto risultano più anonimi, più chiusi in stereotipi o all'inseguimento di nuovi miti d'altrove". La Cecla parla anche del recupero del misticismo sufi in chiave femminile e di un complesso religioso poco ortodosso e geloso comunque della laicità in cui la Turchia per l'ennesima volta stupisce l'osservatore.

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