venerdì 5 marzo 2010

L'INVERNO NON E' ANCORA FINITO MA IN GRECIA IL CLIMA E' ROVENTE

Clima politico-sociale di nuovo rovente in Grecia. Come ampiamente previsto e prevedibile, il varo delle misure anti-crack per far fronte alla gravissima crisi economica ha scatenato la protesta sui luoghi di lavoro e nelle piazze. Atene nel pomeriggio è stata teatro di scontri tra polizia e dimostranti violenti, con arresti e feriti, dopo che in mattinata si era svolta invece una manifestazione pacifica di fronte al Parlamento che oggi ha ratificato le nuove misure di austerità da 4,8 miliardi. Per il prossimo 11 marzo è stato proclamato un nuovo sciopero generale di 24 ore. Le cronache parlano di aggressione anche ad un leader sindacale, il presidente del Gsee, il socialista Yannis Panagopoulos, accusato di ''essersi venduto'' al governo che è rimasto leggermente ferito, da parte di manifestanti che poi si sono rivolti contro le guardie d'onore al monumento del milite ignoto (i famosissimi Euzoni) di Atene provocando l'intervento dei reparti anti sommossa.

Il Parlamento ha approvato il piano anti-crisi con il solo voto del Partito socialista (160 deputati su 300) e del piccolo partito di estrema destra Laos (15). La principale forza di opposizione, Nuova Democrazia (ND, di centrodestra, sconfitta nettamente alle legislative di ottobre) e l'estrema sinistra Syriza hanno votato contro. Il Partito comunista (Kke) ha lasciato l'aula prima del voto in segno di protesta. Il ministro delle finanze Giorgio Papaconstantinou, nel suo intervento in aula, ha assicurato che se il piano di austerità sarà applicato come previsto "non ci sarà bisogno di nuove misure" ed ha invitato l'Europa ad "assumersi le sue responsabilità, cosa che non ha ancora fatto".

Intanto ad Atene, Salonicco e in altre città, migliaia di persone scendevano in piazza contro il pacchetto anti-crisi definito "criminale e antipopolare", mentre uno sciopero convocato dal sindacato comunista e dalle confederazioni dei dipendenti pubblici e del settore privato bloccava il trasporto urbano e quello aereo, ferroviario e navale, le scuole e gli ospedali e provocava un parziale black out informativo. Tra le tante azioni di protesta anche quella di militanti comunisti e dipendenti che hanno occupato il ministero delle Finanze e il poligrafico dello stato per tentare di impedire la pubblicazione del provvedimento di austerità approvato dal parlamento sulla gazzetta ufficiale.

Nel frattempo il premier George Papandreou ha iniziato un tour diplomatico in Europa che prevede incontri con il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker, con la cancelliera tedesca Angela Merkel e con il presidente francese Nicolas Sarkozy, mentre la prossima settimana sarà a Washington, dove ha sede anche l'Fmi, per incontrare il presidente Usa Barack Obama. Ieri la Grecia ha piazzato una nuova emissione di bond a scadenza decennale da 5 miliardi di euro. Un collocamento effettuato subito dopo l'annuncio di misure aggiuntive di risanamento dei conti da 4,8 miliardi di euro totali, tra tagli alla spesa e aumenti delle imposte. Valutazioni positive sul successo del collocamento sono giunti oggi dal governatore di Bankitalia, Mario Draghi, così come dalla Merkel. La Borsa di Atene prosegue positiva con un più 1,41 per cento negli scambi pomeridiani.

Quello che si dice nelle ovattate stanze delle istituzioni politiche e finanziarie internazionali e sovranazionali non serve però a placare la protesta ed il risentimento dei greci. La leader del Partito comunista, Aleka Papariga, ha incitato "il popolo a prendere nelle sue mani la lotta": "Possiamo fermare queste misure perché la maggioranza dei greci è contro la politica di austerità del governo''. Ed in effetti, un sondaggio pubblicato oggi sembra darle ragione: secondo la rilevazione oltre i due terzi dei cittadini giudicano negativamente i provvedimenti che tagliano i salari, congelano le pensioni e aumentano le tasse. Secondo Papariga la Grecia è il bersaglio della reazione internazionale perché é l'ultimo avamposto popolare grazie alla presenza del più forte partito comunista europeo. Oltre a questo c'è anche il più attivo movimento anarchico, protagonista di una guerriglia urbana che non ha uguali negli altri Paesi europei, come si è visto poco più di un anno fa. Una combinazione di fattori che con la profonda crisi attuale potrebbe innescare una miscela estremamente esplosiva.

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