mercoledì 3 marzo 2010

LA DIFFICILE RICONCILIAZIONE NEI BALCANI

Il testo che segue è una parte della corrispondenza di Marina Szikora per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 27 febbraio su Radio Radicale



Gli ostacoli per la riconciliazione tra i paesi balcanici
Belgrado adotterebbe la dichiarazione su Srebrenica, ma molti politici negano pubblicamente il genocidio che vi e' stato commesso. Quando pero' le cose migliorano, allora le relazioni tra gli Stati nella regione affondano ancora piu' velocemente e si appigliano agli errori altrui e in piu' viene riconfermato l'odio, scrive il quotidiano di Belgrado 'Blic'. Anche se il miglioramento dei rapporti con i Paesi vicini sono tra le tre priorita' nell'agenda di tutti i paesi della regione, questo obiettivo appare irragiungibile grazie al fatto che nessuno dei numerosi problemi non e' stato risolto e ogni tentativo di soluzione affonda nella reciproca mancanza di fiducia e nelle inevitabili accuse.
Nella intervista a 'Blic' il capo della diplomazia serba, Vuk Jeremic ha confermato pero' che la collaborazione regionale e i rapporti di buon vicinato sono una delle priorita' della Serbia. «Appena cala la velocita' delle integrazioni europee, emergono in primo piano i problemi nella regione poiche' la situazione e' molto fragile. Proprio per questo noi insistiamo sulle integrazioni europee accelerate. La Serbia non accetta piu' le umiliazioni e insistera' ad un trattamento corretto e uguale in base al diritto internazionale e agli obblighi che sono stati presi precedentemente» ha detto Vuk Jeremic aggiungendo che molto probabilmente sara' necessario ancora del tempo, si spera non troppo lungo, che tutti i vicini si abituino a questo fatto.
Il piu' drastico tra i contenziosi – ha spiegato Jeremic – e' attualmente quello con il Montenegro perche' ha offerto nascondiglio ai criminali, capi del clan della cocaina. Il ministro degli esteri serbo ha sottolineato che lo scandalo cocaina che adesso e' esploso e' solo uno degli esempi di cattivi rapporti tra i due Paesi e che non si ricorda nemmeno quando le relazioni erano buone. E' un esempio di mancanza di reciproca fiducia e sincerita' che, se esistessero, non ci sarebbero gli scandali, ha precisato Jeremic.
La Serbia attribuisce la responsabilita' al Montenegro e con questo cerca di marginare il fatto che senza legami con le singole persone delle istituzioni o perfino con i vertici politici, questi criminali non sarebbero riusciti ad acquistare ville, proprieta' agricole ed aziende in Serbia. Dall'altra parte loro tutti sono nati e cresciuti in Montenegro e tutto quello che accade non sarebbe possibile senza il loro legame con l'establishment politico – afferma per 'Blic' l'eminente professore montenegrino, Svetozar Jovicevic.
Molti conoscitori della situazione nella regione vedono la soluzione del problema dei rapporti tra i Paesi vicini nelle loro integrazioni europee che sono praticamente l'unico obiettivo comune di tutti i Paesi della regione.
Ljubomir Frckovski, professore di diritto macedone, afferma sempre per 'Blic' che soltanto con l'aiuto dell'Ue e' possibile risolvere i problemi poiche' essi sembrano piu' morbidi e meno dolorosi dalla prospettiva eurointegrale. Per quanto riguarda problemi sull'asse Macedonia-Serbia, essi riguardano maggiormente la chiesa macedone che la Chiesa ortodossa serba non riconosce. Questo problema – e' dell'opinione il professor Frckovski – non sara' risolto perche' l'Ue non e' interessata ad occuparsene.
La giornalista del settimanale serbo 'Vreme', Tanja Tagirov, sottolinea che il tema attuale tra Croazia e Serbia, i cui rapporti secondo l'opinione dei leader dell'Ue sono cruciali per la regione, e' l'accusa per genocidio della Croazia contro la Serbia alla Corte internazionale di giustizia. «Gli atti di accusa servono per uso interno sia dell'una che dell'altra parte. Sia la Croazia che la Serbia sono in attesa di giustizia, ma giustizia non ci potra' essere finche' ciascuno degli Stati non affronta i propri crimini. In Serbia non e' stato ancora arrestato Ratko Mladic, mentre in Croazia Tomislav Mercep, come cittadino prominente, e' apparso perfino nella campagna elettorale presidenziale» spiega Tanja Tagirov.
Secondo Enes Osmancevic, professore alla Facolta' di Lettere a Tuzla, in BiH, il maggiore problema tra la Serbia e la BiH e' la posizione relativa ai crimini e alle vittime di guerra, all'impossibilita' di affrontare il passato e il processamento contro i responsabili per crimini di guerra. La gente in BiH e' stata soddisfatta quando e' stata annunciata la decisione serba di adottare una dichiarazione su Srebrenica, ma le dichiarazioni che vi sono seguite in cui si dice che non sara' usato il termine «genocidio» hanno provocato sospetti nella sincerita'. «E' un peccato che qui nei Balcani non abbiamo politici con visione. Ci manca un Villi Brandt dei Balcani» ha detto Enes Osmanovic.

Tadic: il Tpi dell'Aja non deve liberare Gotovina
In una intervista di questi giorni al settimanale di Belgrado 'Vreme', il presidente della Serbia Boris Tadic ha dichiarato che per la Serbia e' importante che la Croazia consegnasse al Tpi dell'Aja tutti i documenti relativi agli atti di accusa contro il generale Ante Gotovina, attualmente sotto proccesso all'Aja. Ricordiamo che l'arresto e l'estradizione dell'ex generale croato e' stata la condizone chiave per l'inizio del processo di negoziati di adesione della Croazia all'Ue e attualmente e' in corso il processo contro Gotovina e altri due generali croati Markac e Cermak, tutti accusati di responsabilita' di crimini di guerra contro i serbi croati nell'operazione militare croata 'Tempesta' che ha acconsentito nel 1995 la liberazione di una grande parte del territorio croato occupato dai serbi.
Il presidente serbo ha espresso preoccupazione che Gotovina potrebbe essere liberato a causa della 'mancanza di prove'. «Questo sarebbe molto negativo per le relazioni tra Serbia e Croazia» ha sottolineato Tadic. Alla domanda del giornalista su un possibile prossimo incontro con il nuovo presidente croato Ivo Josipovic, Tadic ha detto che questo incontro avra' senso soltanto se potranno essere mostrati dei risultati concreti ai cittadini sia dell'uno che dell'altro paese.
«Questo incontro deve essere preparato bene invece di diventare solo una parte del decoro politico. La Croazia ha delle aspettative verso la Serbia, ma anche la Serbia ha aspettative nei confronti della Croazia» ha rilevato il capo dello stato serbo aggiungendo che le relazioni tra i due Paesi bisogna risolverle passo dopo passo. Secondo Tadic la questione di garantire il ritorno dei profughi serbi, la restituzione della loro proprieta' e il rispetto dei loro diritti umani e di minoranze sono alcune delle questioni importanti di cui si devono occupare i leader di tutti e due Paesi. Il presidente della Serbia insiste che nel caso di Ante Gotovina si tratta di «gravi crimini di guerra contro i serbi» e in questo senso afferma che «sarebbe male se la Croazia ostacolasse il processo e la rivelazione della piena verita' se i documenti, vale a dire i contestati diari di artiglieria dell'operazione militare 'Tempesta' non venissero consegnati, come richiesto, al Tribunale dell'Aja. Ultimamente ci sono informazioni che nemmeno l'Ue riesce a rintracciare i documenti in questione e che potrebbe essere vero che questi documenti non sono nemmeno esistiti. Da aggiungere che i documenti in questione dovrebbero rappresentare delle prove importanti nel processo contro i tre generali croati. Sempre insistendo sul fatto che Gotovina potrebbe essere proclamato non colpevole, il presidente della Serbia menziona il caso di Ramush Haradinaj, ex premier del Kosovo e uno dei leader dell'esercito di liberazione kosovaro il quale e' stato processato per crimini di guerra contro i serbi kosovari ma alla fine e' stato liberato dalle accuse. «I testimoni sono stati uccisi, mentre le prove sono scomparse senza traccia» ha detto Tadic.
Oltre ad accusare la Croazia di possibile ostruzionismo nel processo a Gotovina ed esprimendo preoccupazione per una possibile sentenza di scagionamento, Tadic ha risposto anche alle recentissime dichiarazioni del suo collega croato, Ivo Josipovic. «Il nuovo presidente ha sottolinato bene che per loro e' molto importante che Ratko Mladic si trovi all'Aja. Io aggiungerei che questo e' ancora piu' importante per la Serbia» ha detto Tadic. C'e' da aggiungere che il presidente serbo ha riunuciato di partecipare all'inaugurazione del presidente Josipovic a cuasa della presenza del presidente kosovaro, Fatmir Seidju, evitando cosi' la possibilita' di un primo incontro ufficiale. Tadic ha detto che «e' sintomatico quando si parla di una mano tesa alla collaborazione. Vediamo se i fatti confermeranno queste parole» e ha sottolineato di conoscere Josipovic da prima e di osservare adesso attentamente le sue prime mosse.

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