lunedì 8 marzo 2010

CRISI GRECIA: FIDUCIA IN PAPANDREU NONOSTANTE L'AUSTERITA'

Manifestazione ad Atene del 5 marzo - Foto: KKE International-Picasa
La maggioranza dei Greci pensa che i provvedimenti presi per risolvere la pesantissima situazione dei conti pubblici siano ingiusti, che colpiscano soprattutto i redditi bassi e debbano comunque essere temporanei, ma continua comunque ad aver fiducia nel premier Giorgio Papandreou e nelle sue capacità di condurre il paese fuori della crisi. Questi i dati che emergono da un nuovo sondaggio del quotidiano socialista To Vima secondo il quale circa il 52% dei Greci ha fiducia nella capacità del premier di risanare l'economia e calmare i mercati. Poco più del 69% ritiene tuttavia che le misure non siano eque e debbano essere temporanee.

Questi dati confermano quanto mi diceva pochi giorni fa Elisabetta Casalotti, collega del quotidiano greco Eleftherotypia, che ho intervistato per Radio Radicale sulla situazione in Grecia di questi ultimi giorni. Papandreou gode ancora del favore della maggioranza dell'opinione pubblica, anche perché la gente sa che il disastro dei conti pubblici è stato provocato (e nascosto) dal precedente governo di centro-destra di Nuova Democrazia. In genere la gente sa e accetta che occorrano dei sacrifici per risolvere la situazione: semmai contesta le misure adottate che colpiscono in pratica solo i lavoratori dipendenti. Il tutto accompagnato da un'altissima evasione fiscale. Insomma uno scenario molto simile a quello nostrano (come si dice, "greci, italiani, una faccia, una razza"). Inoltre, anche se i provvedimenti anticrisi sono stati apporvati con i soli voti del Pasok (che ha 160 deputati su 300) e del partito di destra Laos (15 seggi), il governo socialista non è a rischio. Anche la situazione sociale, nonostante gli eposodi di violenza di questi giorni, è per ora ben lontana dalla guerriglia urbana scoppiata nel dicembre 2008 dopo l'uccisione di un giovane da parte di un poliziotto. Anche perché, mentre allora si trattò di proteste giovanili, in larga parte spontanee, anche se vi si innestarono i gruppi automoni anarchici, oggi le proteste sono guidate dai sindacati.

Tornando al sondaggio di To Vima, secondo la rilevazione la stragrande maggioranza giudica che i tagli a stipendi e pensioni e l'aumento delle tasse determineranno l'aumento dell'ingiustizia sociale e finiranno per provocare disordini. Interessante, a pochi giorni dal nuovo sciopero generale dell'11 marzo, il dato secondo cui piu' della meta' dei Greci e' contraria a grandi proteste sindacali. La maggioranza degli intervistati (63%) e' contraria anche all'uscita dall'Ue evocata nei giorni scorsi dal Partito comunista (Kke), anche se la proposta registra un quarto delle opinioni favorevoli. Il sondaggio ha interpellato i cittadini greci anche sui rapporti con gli altri Paesi. Il leader straniero piu' amato e' il presidente francese Nicolas Sarkozy (59% dei consensi), che ieri dopo l'incontro con Papandreou a Parigi, ha ribadito che la Grecia non sarà lasciata sola.Il presidente Usa Barack Obama ottiene un gradimento di poco del 42%. La piu' impopolare, con l'85% di voti negativi, risulta essere (il dato non sorprende viste le polemiche di questi giorni) la cancelliera tedesca Angela Merkel, seguita dal Commissario europeo Olli Rehn (70,6% negativi).

Nessun commento:

Posta un commento