Pride senza pace a Belgrado: anche quest'anno la marcia dell'orgoglio glbt è stata il pretesto per disordini provocati da bande di estremisti ultranazionalisti che per alcune ore hanno trasformato il centro della capitale serba in un campo di battaglia. Però, a differenza degli anni passati, in cui il Pride non si era potuto svolgere, o dell'anno scorso, in cui gli organizzatori erano stati costretti a tenere la manifestazione al chiuso, quest'anno la marcia ha avuto luogo e, cosa anche questa non secondaria, è stata protetta della polizia. Fra i 5mila e i 6mila agenti in assetto antisommossa, parte dei quali a cavallo, appoggiati da elicotteri, sono infatti stati mobilitati per mantenere l'ordine dopo che dai gruppi estremisti dell'ultradestra nei giorni scorsi si erano moltiplicate le minacce contro i partecipanti alla marcia.
Il Pride, fortemente osteggiato dalla Chiesa ortodossa, contunua ad essere motivo di scontro politico in Serbia. Ieri, infatti, sempre a Belgrado, migliaia di persone hanno partecipato ad una marcia per chiedere che fosse cancellato. Dragan Markovic, leader del partito Serbia Unita che fa parte della coalizione di governo, aveva dichiarato che sarebbe rimasto a casa con il televisore spento per evitare di assistere alla "vergognosa parata". La "vergogna" invece ha avuto luogo anche se al margine della manifestazione purtroppo, centinaia di estremisti di destra, armati di mattoni, spranghe, bottiglie, coltelli e fumogeni, si sono violentemente scontrati con gli agenti antisommossa che hanno risposto con cariche, lanci di gas lacrimogeni e numerosi arresti. I feriti, soprattutto poliziotti, si contano a decine. Le notizie di agenzia segnalano inoltre che i teppisti hanno dato anche fuoco a parte della sede del Partito Democratico del presidente serbo Boris Tadic. Alla fine, stando alle cronache, il centro di Belgrado appariva come un campo di battaglia, con segnali stradali divelti, vetrine e finestre infrante, automobili danneggiate, cestini della spazzatura rovesciati.
Il ministro per le Minoranze e i Diritti umani, Svetozar Ciplic, che aveva annunciato la sua presenza al Pride, ha affermato che il fatto che la marcia dimostra che "la Serbia è una terra di gente libera". Per Belgrado, infatti, la riuscita senza incidenti del Pride 2010 era considerata anche un "test di democrazia" agli occhi dell'Unione europea. Il fatto che il Pride si sia potuto svolgere, anche se con un corollario di scontri con arresti e feriti, se volete è un progresso, soprattutto se si pensa che nel 2001 i poliziotti invece di garantire il diritto ad esprimere liberamente le proprie opinioni, avevano aspettato che gli hooligans ultranazionalisti massacrassero di botte un bel po' di partecipanti al Pride prima di decidersi a intervenire.
Immagini degli scontri tra polizia ed estremisti di destra nel centro di Belgrado (dal sito di B92)
Il tentativo di incendio della sede del Partito Democratico in via Krumska (dal sito di B92)
a torino non c'è stata neanche una contestazione al gay pride ed è stata una bella festa
RispondiEliminafinalmente una occasione in cui posso parlare bene della mia terra
era ora !