giovedì 23 settembre 2010

LA TURCHIA PROTAGONISTA ALL'ONU PREOCCUPA GLI USA

Turchia protagonista all'Onu: lo scrive il New York Times secondo il quale nessun paese ha usato meglio l'Assemblea generale dell'Onu per proiettare una nuova, ambiziosa immagine di sé. Con una serie di dichiarazioni, il presidente Abdullah Gul, che interviene oggi, ha difeso i legami di Ankara con Teheran dichiarando esplicitamente l'intenzione turca di diventare leader del mondo musulmano e ha snobbato un tentativo israeliano di ricucire le relazioni bilaterali compromesse dopo l'attacco del 31 maggio scorso contro "Freedom flotilla" in rotta verso Gaza che provocò la morte di nove attivisti di nazionalità turca, trovando però il tempo per incontrare il presidente iraniano Ahmadinejad.
Gul, in discorsi ed interviste, ha chiarito le ambizioni di Ankara di divenire una democrazia islamica, con un'economia in forte crescita, a cavallo tra Europa ed Oriente, e quindi in posizione vantaggiosa per affrontare i maggiori problemi internazionali, dall'Iran al conflitto mediorientale. Ma questo protagonismo turco crea delle difficoltà agli Usa, e secondo il NYT preoccupa l'amministrazione Obama che Teheran riesca a procurarsi finanziamenti per il suo programma nucleare presso le banche turche, senza contare che le tensioni Ankara-Tel Aviv potrebbero complicare gli sforzi di pace in Medio Oriente e mettere a rischio i colloqui di pace tra israeliani e palestinesi su cui Washington ha investito la sua credibilità internazionale.

Aggiornamento del 24 settembre
Il barometro delle relazioni turco-israeliane staziona sempre sul brutto tempo e per ora non si prevedono schiarite. Non solo il presidente turco Gul non ha incontrato il suo omologo israeliano al Palazzo di vetro perché non c'era tempo (che però è stato trovato per un faccia a faccia con Ahmadinejad), ma nel suo intervento davanti all'Assemblea generale ha detto che la Turchia sta ancora aspettando le scuse di Israele per il raid dello scorso maggio, "alla luce del diritto internazionale".
La Turchia ha inoltre accolto con soddisfazione il rapporto finale sul raid redatto dalla commissione d'inchiesta isttiuita dal Consiglio dei diritti dell'uomo dell'Onu, reso noto ieri sera a Ginevra, che accusa la Marina militare israeliana di gravi violazioni dei diritti umani e di aver fatto ricorso a una brutalità inaccettabile durante il blitz.

                                         

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