mercoledì 1 settembre 2010

IL TOUR BALCANICO DI WESTERWELLE

Guido Westerwelle
Il ministro degli Esteri e vice cancelliere tedesco, Guido Westerwelle, la scorsa settimana ha compiuto una visita ufficiale nei Balcani occidentali che lo ha portato in Croazia, Serbia, Bosnia e Kosovo. A tutti i paesi balcanici il rappresentante di Berlino ha portato "il sostegno al loro avvicinamento all'Ue", mentre per Belgrado c'è stata la richiesta "particolare" di avvicinarsi al riconoscimento del Kosovo. La Germania rivendica di essere stata tra i primi Paesi a riconoscere il Kosovo e uno tra quelli che hanno contribuito alla risoluzione della questione: per la Germania, dunque, la questione dell'indipendenza di Pristina "è chiusa". Il messaggio è stato ribadito nel corso del discorso che Westerwelle ha tenuto venerdì 27 davanti al parlamento kosovaro: per Berlino il riconoscimento dell'indipendenza kosovara è una condizione non trattabile nella chiave dell'adesione della Serbia all'Ue.
Per la Serbia "l'Unione europea è una grande opportunità di stabilità e prosperità, ma è necessaria flessibilità nel migliorare i rapporti con i paesi vicini che non possono essere basati sul confronto", ha detto Westerwelle, chiedendo a Belgrado di rinunciare alla sua intransigenza sull'indipendenza del Kosovo durante una conferenza stampa congiunta tenuta a Belgrado con il suo omologo serbo, Vuk Jeremic, che, da parte sua, ha puntualizzato che "la Serbia non ritirerà la risoluzione sul Kosovo" già depositata presso l'Assemblea generale dell Nazioni unite, che affronterà il tema nel corso del mese di settembre.
Westerwelle, ha anche invitato i cinque Paesi Ue che non l'hanno ancora fatto a riconoscere l'indipendenza del Kosovo dopo il parere della Corte internazionale di giustizia dell'Onu secondo la quale la dichiarazione unilaterale di indipendenza del Kosovo dalla Serbia "non è contraria al diritto internazionale". Westerwelle, inoltre, ha definito "senza fondamento" il timore dei paesi con forti spinte secessioniste interne, che quello kosovaro possa costituire un pericoloso precedente: "Il Kosovo è un caso sui generis e questo è un messaggio chiaro, anche per l'Unione europea".
Durante il suo viaggio il ministro degli Eteri tedesco ha chiesto a tutti i paesi balcanici di adottare le riforme necesarie per adeguarsi agli standard richiesti per l'adesione all'Ue. Obiettivo che mentre per i paesi della ex Jugoslavia non ancora membri è ancora lontano dall'avere una data certa, per la Croazia potrebbe concretizzarsi entro il 2012 o al massimo nel 2013.

La corrispondenza di Marina Szikora per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 28 agosto a Radio Radicale
Incontrando i vertici croati, il presidente Ivo Josipovic e la premier Jadranka Kosor, Westerwelle ha detto che sulla sua via verso l’Ue, la Croazia e’ arrivata alla fase finale dei negoziati di adesione e che con una mobilitazione di tutte le forze politiche, potrebbe concludere i negoziati il prossimo anno. Il vice cancelliere tedesco ha aggiunto che il 2011 sara’ un anno molto importante per la Croazia anche perche’ sara’ celebrato il ventesimo anniversario dal suo riconoscimento e dalla sua indipendenza. Westerwelle ha valutato che la via verso l’Ue e’ molto faticosa ma degna di impegno. “L’Europa significa piu’ liberta’, maggiore sicurezza e maggiore benessere”. Secondo le sue parole, la Croazia ha lavorato in maniera molto impegnativa per la sua adesione all’Ue.

“La Germania aveva appoggiato la Croazia su questa via sin dall’inizio....potete aver fiducia nella politica estera tedesca” ha detto il capo della diplomazia tedesca ricordando anche il ruolo, a suo tempo, di Hans-Dietrich Genscher che fu sottoposto a molte critiche per il suo impegno relativo al riconoscimento della Croazia. “Nonostante le contestazioni, ha seguito la sua convinzione e la storia ha dato ragione a lui e alla sua visione. Proprio come allora, cosi’ anche nel futuro, potete contare sull’appoggio della Germania” ha assicurato Westerwelle nel suo discorso tenuto a Zagabria. Ha plaudito i risultati che ha Croazia ha raggiunto nella lotta alla corruzione ma ha rilevato anche che per quanto riguarda la giustizia c’e’ ancora lavoro da fare. Si e’ soffermato inoltre sulla soluzione del contenzioso sul confine con la Slovenia e ha sottolineato che l’accordo tra i due paesi “e’ un esempio da seguire per tutta l’Europa sudorientale”.

Parlando della globalizzazione, il vice cancelliere tedesco ha detto che gli stati europei possono affermarsi molto meglio come Unione che singolarmente. “L’Ue nel processo di globalizzazione e’ garante del nostro benessere” ha detto Westerwelle. Ha valutato che adesso ci sono tre grandi compiti davanti all’Ue: terminare il processo dell’unificazione interna dell’Europa, garantire la stabilita’ dell’economia e dell’unione monetaria a lungo termine e infine, impegnarsi affinche’ l’Europa rimanga operativa. Westerwelle ha espresso al tempo stesso ottimismo per quanto riguarda il futuro dell’Europa poiche’ l’Ue “incorpora lo stato di diritto, dignita’ umana e diritto di liberta’ individuale per tutti, soprattutto per le minoranze”.

E’ per la prima volta dopo 14 anni che un ministro degli esteri tedesco arriva in visita ufficiale in Croazia. Secondo le interpretazioni, il motivo di questa lunga assenza e’ stata l’opposizione della Germania ad una parte del coinvolgimento della Croazia durante la guerra in BiH. Oggi le relazioni tra i due paesi sono migliorate a tal punto che la cooperazione economica e’ molto stretta e non ci sono questioni politiche aperte, ha detto il vice cencelliere tedesco. L’arrivo di Westerwelle nella regione, secono i commenti della stampa croata, capita in un momento importante, quando la Croazia e’ giunta alla conclusione del suo cammino verso l’Ue mentre i paesi dell’Europa sudorientale si aspettano una posizione chiara relativa alla loro prospettiva europea.

Con la premier Kosor, il Westerwelle ha parlato anche della cooperazione economica tra i due Paesi. C’e’ da sottolineare che la Germania e’ il terzo investitore straniero in Croazia poiche’ dal 1993 al 2010 gli investimenti hanno raggiuno quasi tre miliardi di euro. Per quanto riguarda il turismo croato, lo scorso anno come anche negli anni precedenti, i turisti tedeschi erano tra i piu’ numerosi in Croazia. Gli investimenti di grandi compagnie tedesche in Croazia, secondo le parole di Westerwelle, confermano che l’economia tedesca ha piena fiducia nello stato croato. Per questo, ha aggiunto “la trasparenza negli affari, lo stato di diritto e gli strumenti di sicurezza sono nell’interesse della Croazia come futuro membro dell’Ue, della sua economia ma anche di tutti quelli che vogliono investire in questo paese”. “Una competizione commerciale onesta e uno stato di diritto affidabile sono le due colonne su cui deve appoggiarsi uno stato” ha rilevato il capo della diplomazia tedesca. In questo senso ha particolarmene apprezzato gli sforzi del presidente croato Josipovic nel campo della collaborazione regionale e per quanto riguarda il miglioramento della cooperazione bilaterale con i vicini. La Germania, ha precisato Westerwelle, apprezza la cooperazione raggiunta nella lotta contro la criminalita’ organizzata e contro la corruzione nella regione.

Il motivo della visita di Westerwelle nei Balcani occidentali rappresenta il desiderio di Berlino di mandare un messaggio alla regione che bisogna proseguire con le indispensabili riforme che conducono verso l’ingresso nell’Ue. In questa direzione, la Germania ha dato forte sostegno alla Croazia ritenendo che questo Paese ha un ruolo chiave nella soluzione dei problemi della regione e che sara’ un ponte tra i Balcani occidentali e Bruxelles, scrive il quotidiano di Zagabria ‘Vjesnik’. Il sostegno alle ambizioni europee della Croazia ha dato anche la cancelliere Angela Merkel lo scorso gennaio, in occasione della visita ufficiale della premier Jadranka Kosor in Germania. La Merkel ha appoggiato in particolare gli sforzi dei vertici croati nella lotta alla corruzione e contro la criminalita’ organizzata.

A Belgrado, il vice cancelliere tedesco e ministro degli esteri Westewelle ha incontrato i vertici serbi per discutere della ratifica dell’Accordo di stabilizzazione e associazione, informano i media serbi. Belgrado si aspetta che il parlamento tedesco approvi l’accordo e che Berlino appoggi anche un accelerato avvicinamento della Serbia all’Ue di cui il primo passo sara’ l’accettazione della candidatura di adesione. Restano anche le questioni aperte importanti, innanzitutto le posizioni contrastanti sul Kosovo ma anche la richiesta imperativa, non soltanto tedesca bensi’ dell’Europa intera, di arrestare ed estradare all’Aja i super ricercati criminali di guerra, Ratko Mladic e Goran Hadzic.

Incontrando giovedi’ a Belgrado i rappresentanti dei partiti politici serbi, Westerwelle ha detto che la Serbia ha una prospettiva europea chiara e che il processo di allargamento dell’Ue non e’ compromesso a causa della crisi economica. Il ministro degli esteri tedesco ha aggiunto che l’Ue si impegna per colloqui diretti tra Belgrado e Pristina ma che questi colloqui devono svolgersi a Bruxelles e non a New York. Nel corso del loro incontro, il presidente serbo Boris Tadic e Guido Westerwelle hanno concordato che il futuro della Serbia e’ nell’Ue e che la Germania per la Serbia e’ uno dei partner politici ed economici piu’ importanti. Tadic non ha mancato di informare l’alto rappresentante tedesco che Belgrado conta con l’aiuto dell’Ue nella soluzione della questione Kosovo e ha sottolineato che l’impegno della Serbia resta quello di trovare la soluzione attraverso il dialogo tra Belgrado e Pristina. A tal proposito, il capo della diplomazia serba Vuk Jeremic, a seguito del suo incontro con il collega tedesco, ha dichiarato che la Serbia non ritirera’ la proposta di risoluzione sul Kosovo consegnata all’AG delle Nazioni Unite ma di essere pronta anche ad un dialogo costruttivo.

“Siamo pronti a colloqui costruttivi su tutto quindi anche sulla risoluzione, ma non possiamo condividere conclusioni che eventualmente confermerebbero l’indipendenza del Kosovo” ha detto Jeremic. Non negando la possibilita’ di colloqui diretti tra Belgrado e Pristina, ma non a New York bensi’ a Bruxelles, Westerwelle ha ribadito che “l’indipendenza del Kosovo e’ una realta’” e che “il dialogo e’ indispensabile”. Il diplomatico tedesco ha precisato che “e’ molto importante dimostrare flessibilita’ e prontezza a concessioni invece di andare verso confrontazioni”. Secondo le sue parole, l’Ue apre grandissime possibilita’ per lo sviluppo economico e di ogni altro tipo alla Serbia e questo e’ un obbiettivo per il quale vale la pena lavorare intensamente. Infine, il vice cancelliere tedesco ha sottolineato che “l’Ue e’ un progetto che sara’ concluso solo quando tutti i paesi dei Balcani occidentali ne diventeranno membri”.

Mentre i media serbi scrivono della visita di Westerwelle con accento sulla prospettiva della Serbia nell’Ue, molto piu’ espliciti sono stati i media internazionali secondo i quali, il capo della diplomazia tedesca ha portato a Belgrado un messaggio molto chiaro – cessare con il dibatitto sullo status del Kosovo perche’ altrimenti la Serbia dovra’ affrontare il rallentamento dell’integrazione europea. Secondo la Radio Free Europe, non si aspetta che l’AG delle Nazioni Unite il prossimo 9 settembre accolga la risoluzione della Serbia poiche’ molti Stati membri dell’ONU ritengono che la questione della legittimita’ dell’autoproclamata indipendenza del Kosovo e’ conclusa con la decisione dell’ICJ. Tuttavia, informa la Radio Europa libera, visto il parere di alcuni stati membri dell’ONU che il problema Kosovo frena il progresso di tutta la regione balcanica, Westerwelle chiedera’ a Belgrado se non rinunciare alla risoluzione, allora almeno di “amorbidire” i toni del testo. L’agenzia americana AP afferma che la prima visita ufficiale di Westerwelle in Serbia ha come obiettivo “esprimere disapprovazione della Germania alla risoluzione sul Kosovo che la Serbia ha inviato all’AG dell’ONU”. Anche la Reuters britannica informa del messaggio principale di Westerwelle a Belgrado – “la Serbia deve capire che l’indipendenza del Kosovo e’ una realta’ nella luce del suo impegno ad avvicinarsi all’Ue”.

La successiva tappa del vice cancelliere tedesco e’ stata la BiH. A Sarajevo Westerwelle ha incontrato i membri della presidenza tripartita della BiH e l’Alto rappresentante per la BiH, Velentin Inzko. Una occasione questa per Inzko di illustrare la sua veduta sull’attuale situazione politica in BiH, incluso il livello di soddisfazione delle condizioni per la lungo attesa liberalizzazione del regime di visti e delle riforme relative al processo di integrazione euroatlantica. Inzko ha valutato che la BiH non ha raggiunto sufficiente progresso nelle riforme indispensabili per l’avvicinamento all’Ue il che e’ necessario anche per acconsentire la chiusura dell’Ufficio dell’Alto rappresentante (OHR) e la trasformazione della presenza internazionale in BiH. Ha espresso pero’ speranza che dopo le prossime elezioni politiche che si terranno ad ottobre, l’atmosfera politica si girera’ verso un dialogo politico costruttivo, verso il compromesso e verso le riforme indispensabili affinche’ la BiH potrebbe oltrepassare la lunga sosta politica.

Gli Usa e la Gran Bretagna impegnati contro la risoluzione serba all'Assemblea generale dell'Onu
Per quanto riguarda il lobbing contro la risoluzione serba sul Kosovo all’Assamblea Generale delle Nazioni Unite, l’impegno in prima persona hanno preso il segretario di stato americano, Hillary Clinton e il ministro degli esteri britannico, William Heigh, informa il quotidiano serbo ‘Blic’ facendo riferimento alle fonti diplomatiche a New York. I due alti diplomatici avrebbero inviato lettere personali ai capi di stato e di governo di una cinquantina di paesi, tra cui anche alla Cina, in cui si chiede loro di rigettare la risoluzione serba con – scrive ‘Blic’ – una motivazione alquanto offensiva che testimonia della posizione irragionevole della Serbia.

Nelle due lunghe lettere sarebbe spiegato detagliatamente che proprio su richiesta della Serbia, l’Assemblea Generale dell’Onu ha chiesto il parere della Corte internazionale di giustizia dell’Aja se la dichiarazione kosovara sull’indipendenza contrasta il diritto internazionale. La massima corte ha chiaramente illustrato il parere che non si tratta di illegittimita’, scrivono la Clinton e Heigh nella loro lettera. Spiegano inoltre che la Serbia si rifiuta di accettare anche questa chiara opinione ed e’ per questo che ha proposto una risoluzione all’AG delle Nazioni Unite. I due diplomatici chiedono di rigettare questa risoluzione “poiche’ il futuro sia del Kosovo che della Serbia e’ nell’Ue”.

Oltre alla Clinton e a Heigh, in un lobbing attivo contro la risoluzione serba si sono aggiunti anche i ministri degli esteri della Francia e dell’Arabia Saudita, scrive ‘Blic’. Tutto cio’ viene interpretato come risultato di un particolarmente grande nervosismo che la risoluzione serba avrebbe provocato in questi paesi, aggiunge il quotidiano di Belgrado. Un cosi’ alto livello di attivita’ diplomatica si interpreta come conseguenza di preoccupazione, innanzitutto degli Stati Uniti relativa alla stabilita’ politicia in Kosovo. Fionora, conclude ‘Blic’, Belgrado ha ottenuto la promessa da parte di 50 stati che voteranno a favore della risoluzione serba. Dall’altra parte, secondo fonti diplomatiche, gli Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Arabia Saudita avrebbero il sostegno di 65 paesi contro la risoluzione serba.

Molti paesi resteranno comunque astenuti. Per 30 paesi non si sa ancora come voteranno e proprio per convincere questi paesi si conduce la maggiore battaglia diplomatica perche’ dalla loro decisione dipende l’esito all’AG delle Nazioni Unite relativo al voto sulla risoluzione Serbia – Kosovo. L’approvazione della risoluzione serba, secondo le grandi potenze, potrebbe praticamente anullare l’effetto positivo del parere della ICJ.

Secondo fonti vicine alle autorita’ serbe – scrive ancora il quotidiano di Belgrado ‘Blic’ – il parere della Corte dell’Aja avra’ la sua vera conclusione solo dopo la risoluzione dell’Assemblea Generale. E’ per questo cosi’ importante. Nel caso migliore, la risoluzione serba, che annulla l’effetto causato al primo momento dal parere dell’ICJ, rigettera’ la secessione unilaterale e chiedera’ i negoziati. Nel caso peggiore, la risoluzione verra’ cambiata con emendamenti oppure sara’ approvata un’altra risoluzione che accetta lo stato attuale del protettorato internazionale fino ad una soluzione accettabile sia per Belgrado che per Pristina. Una risoluzione che saluterebbe esplicitamente l’indipendenza del Kosovo non ha possibilita’ di ottenere la maggioranza all’AG. Entrambi le ipotesi, sia quella migliore che quella peggiore, in effetti vanno bene per la Serbia: nel primo caso vince la Serbia, nel secondo caso si tratterebbe di pareggio dopodiche’ seguono i negoziati – conclude ‘Blic’. L’AG dell’Onu dovrebbe discutere la proposta di risoluzione serba sul Kosovo il prossimo 9 settembre.

                  

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