domenica 12 settembre 2010

CROAZIA: GIUSTIZIA E DIRITTI FONDAMENTALI PRIORITA’ DEI NEGOZIATI CON L'UE

di Marina Szikora (*)
Le ambizioni della Croazia di terminare entro la fine dell’anno i negoziati con la Commissione europea sul delicatissimo capitolo 23, Giustizia e diritti fondamentali e di firmare l’anno prossimo il Trattato di adesione per diventare cosi’ il 28-esimo membro dell’Ue, non e’ un’ambizione irrealizzabile, anche se ancora non si puo’ parlare di date concrete. Lo ha detto venerdi’ a Zagabria Viviane Reading, vicepresidente della Commissione europea e commissario per la giustizia dopo i suoi incontri con la premier croata Jadranaka Kosor e il presidente Ivo Josipovic. Secondo Viviane Reading, la Commissione europea osserva costantemente l’avanzamento della Croazia relativo all’adempimento delle misure necessarie mentre il tempo di questo progresso dipende del tutto dalle capacita’ del Paese. Il capitolo giustizia non e’ pero’ quello piu’ difficile poiche’, ha spiegato la Reading, la Commissione europea e’ preoccupata anche del delicato capitolo relativo ai cantieri navali ma ha aggiunto che una soluzione comune verra’ trovata. “L’Ue ha 500 milioni di abitanti e tutti devono essere certi che se devono cercare giustiza in uno dei paesi vicini, allora possono ralizzare gli stessi diritti come a casa loro. La Croazia ha raggiunto lo scorso mese un avanzamento per quanto riguarda il capitolo Giustizia e diritti fondamentali, ma noi non guarderemo soltanto il numero delle leggi e delle norme bensi’ la loro attuazione in pratica” ha rilevato la vicepresidente della Commissione europea partecipando a Zagabria ad una conferenza intitolata “Gli effetti della membership nell’Ue sulla giustizia” che ha visto riuniti circa 300 giudici e procuratori di diversi paesi.

Viviane Reading ha sottolineato che la Croazia deve fare ancora molto per soddisfare le misure del capitolo 23 e ha evidenziato in particolare la lotta alla corruzione rilevando che bisogna impegnarsi ulteriormente nella lotta contro la criminalita’ organizzata, processare i criminali di guerra, assicurare il ritorno dei profughi e promuovere i diritti umani e i diritti di minoranze. Sottolineando che la Commissione europa non accettera’ soluzioni parziali, la Reading ha molto inequocabilmente detto che il capitolo 23 non sara’ chiuso finche’ non saranno adempiute tutte le misure necessarie. In questo senso la corruzione e’ la questione chiave. La vicepresidente della Commissione europea ha salutato gli sforzi della premier Jadranka Kosor e il fatto che la corruzione e’ diventata una priorita’ del lavoro del suo Governo. L’Ufficio per la sopressione della corruzione e del crimine organizzato (Uskok) lavora benissimo, ma tutto cio’ deve essere ancora piu’ profondo, ha detto Viviane Reading e come esempio ha menzionato l’appalto pubblico che in Croazia lascia molto spazio aperto per la corruzione. Ha aggiunto inoltre che la lotta contro la corruzione non si conduce soltanto sul fronte della repressione rilevando quello che bisogna fare urgentemente: approvare leggi e migliorare l’accesso alle informazini, migliorare le regolamentazioni relative al conflitto di interessi, rendere piu’ trasparente il finanziamento dei partiti politici e la campagna elettorale nonche’ aumentare la trasparenza nell’amministrazione pubblica.

Molto critica e consistente, la commissaria per la giustizia, la persona piu’ importante per quanto riguarda il capitolo Giustizia, e’ stata sulla valutazione della questione del sistema giudiziario. Ha salutato il ridimensionamento dei processi irrisolti ma ha avvertito dell’enorme numero di circa 800.000 casi irrisolti, di cui perfino 100.000 sono piu’ vecchi di tre anni. “La giustizia che arriva tardi e’ quella che viene a mancare. Signora primo ministro, questo non lo dico soltanto a lei ma lo sottolineo ovunque” ha detto la vicepresidente della Commissione europea rivolgendosi alla premier Kosor indicando molti casi irrisolti, l’educazione dei giudici che dovranno attuare regole europee, la realizzazione delle reti delle corti, l’abuso dell’imunita’ giudiziaria ecc. Replicando, la premier croata ha detto che molto lavoro e’ stato fatto e come prova di una sempre piu’ efficace lotta alla corrzuione ha rilevato che l’anno scorso c’erano perfino 138 piu’ sentenze per azioni di corruzione rispetto all’anno precedente concludendo che l’adesione della Croazia all’Ue e’ in effetti un ritorno a casa.

Altrettanto presente a Zagabria il vicepresidente del Governo ungherese e ministro di giustizia, Tibor Navracsics, rappresentando il paese che dal prossimo primo gennaio terra’ la presidenza all’Ue. Navracsics ha espresso sostegno alla Croazia nel suo cammino verso l’Ue e ha ricordato che l’Ungheria aveva soddisfatto criteri molto severi imposti da Bruxelles. Ha sottolineato che quello era un cammino difficile ma ne e’ valsa la pena di intraprenderlo.
(*) Corrispondente di Radio Radicale

                                                             

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