Il segretario generale dell'Onu, Ban-Ki Moon, ha nominato il ministro della Giustizia croato, Ivan Simonovic, vice-segretario per i diritti umani. La decisione di nominare un vice-segretario generale sottolinea l'importanza che il Palazzo di vetro attribuisce alla questione dei diritti umani e rappresenta un riconoscimento prestigioso per la Croazia, anche se Simonovic dovrà lasciare il suo incarico di governo in un momento molto delicato del negoziato per l'adesione di Zagabria all'Unione Europea in cui la questione della giustizia (dalla lotta alla corruzione a quella alla criminalità) rappresenta uno dei temi più scottanti.
Sulla nomina di Simonovic riporto qui di seguito il testo della corrispondenza di Marina Szikora per la puntata di questa sera di Passaggio a Sud Est in onda a Radio Radicale alle 22,30.
Il ministro della Giustizia croato Ivan Simonovic nominato vice-segretario Onu per i Diritti umani - di Marina Szikora
Una delle principali notizie della settimana in Croazia, e’ la decisione sulla scelta del ministro della giustizia Ivan Simonovic a nuovo incarico del vice segretario generale dell’Onu per i diritti umani. La scelta di Simonovic da parte del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon tra 128 candidati a questo prestigioso incarico all’Onu di New York e’ stata ufficializzata questa settimana offrendo cosi’ spazio per molti commenti in Croazia. Ragione principale il fatto che da giugno, il ministro della giustizia croato lasciera’ il suo incarico istituzionale, proprio in un momento molto delicato per il processo di negoziati di adesione della Croazia all’Ue.
E’ per la prima volta che si apre l’Ufficio per i diritti umani ad un livello cosi’ alto poiche’ i diritti umani diventano sempre piu’ importanti e rappresentano uno dei tre pilastri delle Nazioni Unite, commenta il ministro Simonovic il suo nuovo incarico e spiega che e’ stato deciso che Ginevra, sede ONU del Consiglio per i diritti umani, e’ troppo lontana e che vi e’ la necessita’ di una persona altamente posizionata a New York che potra’ decidere su tutte le questioni ad alto livello. La premier croata Jadranka Kosor vorrebbe che il ministro del suo governo rimanesse piu’ a lungo, soprattutto perche’ la Croazia sta’ affrontando proprio ora un momento molto delicato del processo di negoziati di adesione: l’incognita sull’apertura dello spinoso capitolo 23 relativo alla giustizia e diritti fondamentali il cui rinvio potrebbe trascinare i negoziati anche nell’anno prossimo e quindi ulteriormente far ritardare l’ingresso della Croazia nell’Ue.
Come spiegato dal futuro direttore dell’Ufficio per i diritti umani, la prestigiosa posizione del vice segretario generale e’ stata istituita lo scorso dicembre all’Assemblea Generale dell’Onu. Il nuovo alto funzionario per i diritti umani deve innanzitutto essere una specie di legame con l’Alto caommissario per i diritti umani, Navanathemu Pillayu. Il nuovo incarico e’ la risposta alle critiche nei confronti del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon di non aver sufficientemente e in modo agressivo promosso i diritti umani negli ultimi tre anni, da quando ha assunto l’incarico a capo delle Nazioni Unite. C’e’ da dire che accanto a Simonovic, nella concorrenza finale degli ultimi quattro in gara, c’erano Karin Ladgren, rappresentante dell’Onu che per 20 anni si e’ occupata di rifugiati, Paulo Sergio Pinheiro, diplomatico brasiliano, relatore Onu per i diritti umani in Burma e Juan Mendez, ex prigioniero politico argentino che per 15 anni ha lavorato per Human Rights Watch.
Nella fase ormai finale del suo impegno a capo del ministero della giustizia croata, Simonovic si e’ recato giovedi’ a Bruxelles per incontrare il commissario europeo per la giustizia, Viviane Rending. Tema di colloqui, l’apertura dei negoziati relativi al capitolo giustizia e diritti fondamentali. Dalla commissaria Rending, Simonovic ha saputo la lista delle misure che la Croazia deve soddisfare per poter chiudere queto capitolo. Secondo il ministro croato nelle misure presentate non ci dovrebbero essere delle richieste che la Croazia non potrebbe adempiere entro la fine dell’anno. Ha detto di aspettarsi che il capitolo giustizia possa essere aperto a giugno. Simonovic e’ convinto che il delicato capitolo 23 verra’ aperto entro l’ultimo mese del suo incarico ministeriale.
Va sottolineato che la Commissione europea ancora un anno e mezzo fa aveva valutato che la Croazia soddisfa le misure per aprire i negoziati in questo capitolo, ma alcuni stati membri hanno deciso di bloccarlo dopo che il procuratore generale dell’Aja Serge Brammertz aveva espresso insoddisfazione con la collaborazione di Zagabria in materia dei cosidetti diari di artiglieria, documenti militari relativi ai bombardamenti della citta’ di Knin durante l’operazione Tempesta con la quale l’esercito croato libero’ una gran parte del territorio sotto occupazione serba. Settimana scorsa, Simonovic aveva dichiarato che il blocco del capitolo giustizia adesso e’ del tutto politicamente motivato e che non ha niente a che fare con la situazione della giustizia in Croazia.
In una intervista alla Reuters di giovedi’, Simonovic ha avvertito che qualsiasi rinvio dei negoziati di adesione croati con l’Ue potrebbero destabilizzare il governo di Zagabria e sollecitare i nazionalismi antieuropei nella regione. "L’ Europa e’ un sogno. Se pero’ non e’ reale, ci saranno quelli che diranno, torniamo alla nostra agenda nazionalista. In Bosnia e in Serbia e’ una minaccia seria” ha detto Šimonovic.
Quanto alla Croazia, il ministro della giustizia croato ha assicurato che non si tratta della stessa minaccia ma se i negoziati non si concluderanno felicemente entro quest’anno, contribuiranno notevolmente all’instabilita’ del governo di Zagabria. “Se i negoziati non si muovono, tutta l’amarezza relativa alla situazione economica potrebbe emergere alla superfice” ha spiegato Simonovic.
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