mercoledì 29 settembre 2010

LA MOLDAVIA DI NUOVO AL VOTO: ELEZIONI IL 28 NOVEMBRE


Il presidente ad interim della Moldavia Mihai Ghimpu ha firmato lo scioglimento del Parlamento e ha fissato per il 28 novembre le prossime elezioni politiche. Ghimpu ha spiegato che il Parlamento viene sciolto perché per due volte non è riuscito a eleggere un nuovo presidente. Il voto di novembre sarà il terzo da aprile 2009. Allora le elezioni furono vinte dai comunisti, si dovette però tornare alle urne nel luglio successivo sotto la pressione delle rivolte nate dalle accuse di brogli. La successiva tornata elettorale ha portato al governo una coalizione filo-europea, che però non dispone di una maggioranza parlamentare suficente per eleggere da sola il presidente della repubblica. Il referendum del 5 sulla proposta di riforma della legge costituzionale che avrebbe introdotto l'elezione diretta dell'elezione del capo dello stato non ha raggiunto il quorum.

In occasione della terza riunione del Gruppo d'azione europea per la Repubblica di Moldavia, domani arriva a Chisinau il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, che avrà anche colloqui bilaterali il primo ministro Vladimir Filat e il vicepremier e ministro degli Esteri, Iurie Leanca. Le discussioni saranno concentrate sulla situazione politica in Moldavia e sul processo di avvicinamento del paese all'Unione Europea, in particolare sui negoziati per l'accordo di associazione e per il processo di liberalizzazione dei visti. L'Italia segue ''con attenzione la delicata fase pre-elettorale'' in Moldavia e si augura che la ''situazione interna non indebolisca il processo di stabilizzazione politica ed economica del Paese'', ha detto il portavoce della Farnesina, Maurizio Massari, annunciando alla stampa la visita di Frattini a Chisinau.

Intanto, oggi e domani si tiene a Vienna un round di colloqui informali sulla questione della Transdnistria, la striscia di terra con 500 mila abitanti, allungata tra Moldavia e Ucraina teatro nel 1991 di un breve conflitto ma la cui indipendenza non è mai stata riconosciuta dalla Comunità internazionale, anche se di fatto è una realtà protetta da Mosca da quasi 20 anni. La Transdnistria preoccupa l'Ue sia come conflitto congelato alle sue porte, sia perché nel corso del tempo è diventata un territorio aperto a traffici illegali di ogni genere. I colloqui erano stati sospesi nel 2006, quando cui la Transdnistria votò un referendum sull'indipendenza che vide il 97% dei voti a favore, ed erano poi ripresi nel 2008 sotto l'egida russa. Lo scorso marzo l'Osce aveva segnalato che le parti intendevano riprendere i negoziati. Ai colloqui odireni partecipano rappresentanti della Moldavia, della stessa Transdnistria, di Russia, Ucraina e dell'Osce con gli Usa in veste di osservatori (i tratta del cosiddetto formato 5+2).

                                                                         

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