Il referendum sulla riforma costituzionale in Turchia si terra' il 12 settembre e non entro la fine di luglio come si pensava in un primo momento. La Commissione elettorale suprema ha infatti ritenuto opportuno applicare la vecchia legge elettorale, che prevede un preavviso di 120 giorni, e non quella recentemente approvata, che dimezzava a 60 giorni questo termine.
Il processo polito-istituzionale messo in moto una settimana fa con l'approvazione da parte del Parlamento di Ankara degli emendamenti alla Costituzione voluti dal governo dei Recep Tayyp Erdogan, dunque procede. Dopo la firma da parte del presidente della Repubblica, Abdullah Gul, la riforma è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale e la Suprema Corte Elettorale ha stabilito che la data per la consultazione popolare resa necessaria dal fatto che in Parlamento la riforma non ha ottenuto il voto favorevole dei 2/3 dei deputati.
La nuova carta costituzionale dovrebbe sostituire quella del 1982, figlia del colpo di stato militare del 1980 e tocca soprattutto i poteri della magistratura e dei militari. Secondo l'Akp, il partito di maggioranza che fa capo a Erdogan, si tratta di una grande opportunità per garantire maggiore democrazia e mettere il Paese in linea con gli standard dell'Ue, secondo l'opposizione non è che una manovra per limitare il potere dei militari e dei giudici, vale a dire i due bastioni dello stato laico voluto da Kemal Ataturk.
Al momento comunque non è ancora certo che il referendum si tenga. Come annunciato subito dopo il voto parlamentare il Chp, il Partito repubblicano del Popolo, la principale voce dell'opposizione turca, ha presentato alla Corte costituzionale il suo ricorso contro la riforma della Costituzione. La Corte dovrà decidere prima che si vada alle urne e se dovesse accogliere il ricorso dell'opposizione è facile immaginare il caos che potrebbe determinarsi in Turchia: non solo andrebbe a monte il tentativo di riforma costituzionale, ma per Erdogan sarebbe una sconfitta politica pesantissima che potrebbe indurlo ad andare alle elezioni in anticipo rispetto alla scadenza naturale del luglio 2011.
C'è anche da notare una singolare coincidenza: il 12 settembre ricorrerà il trentesimo anniversario del golpe del 1980. Una data, dunque, altamente significativa, il cui valore simbolico potrebbe fare molto gioco a Erdogan. La riforma costituzionale, infatti, tra le varie cose prevede anche la possibilità per i militari di essere giudicati dalla magistratura civile, inclusi gli esecutori materiali del golpe del 1980.
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