C'è un signore che fa il premier in un Paese che si affaccia sull'Adriatico, pluri-inquisito (dalle procure di Bari e Napoli) per vicende piuttosto losche, che nonostante un evidente conflitto di interessi sta facendo affari lucrosi con un suo vicino. Avete sbagliato. Non si tratta di Silvio Berlusconi, ma di quest'ultimo è grande amico. Il suo nome è Milo Djukanovic, di mestiere fa l'uomo d'affari, ma si occupa anche di politica come capo del governo del Montenegro di cui controlla la politica da una ventina d'anni. Secondo alcuni nostri magistrati è (stato) implicato nel contrabbando internazionale e nel favoreggiamento di alcuni latitanti.
La Procura di Bari, come anche quella di Napoli, aveva chiesto il suo arresto come capo di una cupola mafioso-finanziaria dedita al traffico internazionale di sigarette, droga, armi e responsabile della copertura di una quindicina di criminali. L'anno scorso però il fascicolo è stato archiviato: Djukanovic è un capo di governo straniero protetto dall'immunità e quindi non si può procedere. Anche i magistrati montenegrini hanno messo Djukanovic nel mirino: la suprema corte di Podgorica sta infatti indagando su nove omicidi di testimoni "scomodi" legati al contrabbando (nel 2004 in città fu ucciso anche il giovane direttore del quotidiano di opposizione Dan), con un indagine che pare stia guastando il sonno a molti alti papaveri.
Djukanovic ha deciso di fare del suo Paese una nuova Eldorado, attirando investimenti esteri grazie anche all'imposta sui redditi più bassa d'Europa (9%) e ad un piano di privatizzazioni dai contorni non molto chiari, soprattutto nel settore energetico. Le imprese italiane (tra le quali A2A, Enel, Terna, Banca Intesa, Ferrovie dello Stato, Edison, Valtur, Todini) hanno fiutato l'affare e si sono subito fiondate. Un giro da 5 milioni di euro per privatizzare centrali, ferrovie ed elettrodotti, garantito dall'asse Djukanovic-Berlusconi, che considera il suo omologo un partner "amico" e "affidabilissimo". In cambio per Podgorica (che ha già adottato unilateralmente l'Euro come propria moneta) c'è l'ingresso nell'Ue e nella Nato. Nel frattempo una parte dei soldi arrivati dall'Italia per le privatizzazioni sono finiti sui conti della banca controllata dal fratello di Djukanovic.
Sull'argomento segnalo l'interessante reportage di Paolo Berizzi su Repubblica del 19 maggio (e ringrazio Beppe per la segnalazione).
Segnalo inoltre il pezzo di Matteo Zola su East Journal
ah! ah!
RispondiEliminati voglio bene !
Ok per il post, è positivo che ne avete scritto, ma si intuisce una leggera confusione dei fatti:
RispondiElimina1 - "Milo Djukanovic, di mestiere fa l'uomo d'affari, ma si occupa anche di politica". A differenza di Berlusconi, Djukanovic è prima politico e poi un uomo d'affari. Soltanto dopo molti anni al governo ha iniziato ad occuparsi del business.
2- "Un giro da 5 milioni di euro per privatizzare centrali, ferrovie ed elettrodotti, garantito dall'asse Djukanovic-Berlusconi" 5 milioni d'euro sono un po pochi per fare tutto questo, non trova? Solo la privatizzazione della compagnia di energia elettrica è un giro d'affari di cifre molto più alte.
3 - "In cambio per Podgorica (che ha già adottato unilateralmente l'Euro come propria moneta) c'è l'ingresso nell'Ue e nella Nato."
Sarebbe giusto chiarire qui le condizioni particolari che hanno indotto Montenegro usare (prima il marco tedesco, e poi, quando il marco tedesco cessò di esistere,) l'euro come moneta ufficiale, perché detto solo così, sembra un atto di arroganza.
Il marco tedesco diventò la moneta ufficiale del Montenegro negli tardi anni 90, quando il paese soffrì una delle inflazioni più grandi della storia mondiale. Quello di allora fù il gesto saggio dei governatori a separarsi dalla fallimentare politica economica Serba, rinunciando alla moneta comune, dinar, per salvare i cittadini dalla fame e disperazione causata dall'instabilità della moneta serba.
E poi, non si capisce come " in cambio c'è l'ingresso nell'UE e nella NATO.
Berlusconi da solo è capace di garantire l'ingresso al Montenegro nell UE e NATO? O anche soltanto di velocizzarlo? Mentre può sembrare onnipotente in Italia, nei cerchi UE non credo abbia tutta questa influenza.
Credo che i motivi dietro l'intesa Berlsuconi-Djukanovic sono ben altri, ben più complessi, e che vadano ben oltre gli interessi dei stati che i 2 personaggi controversi governano.
Nela L. giornalista dal Montenegro
E' fuori di dubbio che l'intesa tra Burlusconi e Djukanovic risponda ad interessi ben più complessi di quanto abbia potuto accennare io nel mio breve post che faceva più che altro riferimento all'articolo di Repubblica.
RispondiEliminaQuanto all'euro la mia voleva solo essere solo una constatazione: la decisione di Podgorica è stata presa senza accordo con Bruxelles. Tant'è vero che le autorità dell'Ue hanno fatto presente che adottare la moneta unica non deve far presumere trattamenti di favore per l'ingresso ufficiale nell'euro che deve rispondere a precisi requisiti.
Grazie comunque per le interessanti notazioni. Per ora sono ancora in ferie (ahimé pochi giorni ancora), ma conto di tornare sull'argomento Montenegro.