giovedì 18 febbraio 2010

PER RAGIONARE SUL FUTURO DEL KOSOVO E DEI BALCANI

Segnalo due interessanti articoli che fanno il punto sulla situazione politico-diplomatica della questione del Kosovo e propongono delle riflessioni  e delle indicazioni per ragionare intorno al futuro possibile di tutta la regione balcanica.

Il primo è un articolo di Ian Bancroft pubblicato dal Guardian intitolato EU divisions over Kosovo get deeper. Ian Bancroft è co-fondatore di TransConflict, un'organizzazione che si occupa di progetti di trasformazione dei conflitti in tutti i Balcani occidentali.


Il secondo articolo è di Pietro Paolo Proto, esperto di cooperazione internazionale che ha lavorato per il ministero degli Esteri e per il Centro Studi di Politica Internazionale, è intitolato La tormentata strada del Kosovo verso l’Ue ed è disponibile sulla rivista on-line AffarInternazionali.

Ringrazio Beppe per avermeli segnalati attraverso il suo blog.

4 commenti:

  1. un commento sul nostro blog

    la comunità internazionale si accontenta sempre di alcuni fatti di impatto mediatico per dire che la situazione è risolta... non ci volevano dei grandi osservatori politici per capire che in kosovo non è tutto risolto.. mi ricorda la stessa situazione che si è vissuta in questi anni a Mostar, dove, per la comunità internazionale, la ricostruzione del ponte significava aver riunito la città e aver risolto tutto... le cronache locali più delle belle dichiarazioni internazionali ci dicono come stanno le cose, a Mostar, come in Kosovo

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  2. Non per fare sempre il bastian contrario, ma nessuno mi pare abbia mai detto che in Kosovo è tutto risolto. Il problema però è che c'è chi pare veda sempre e solo i problemi e i lati negativi per disegnare scenari pessimistici e chi segnala anche le cose buone che pure esistono e si sforza, sul campo e fuori, per far leva su quest per costruire un futuro possibile.

    Sarebbe interessante andare a rileggere cosa scrivevano tanti osservatori e analisti che alla vigilia della dichiarazione di indipendenza facevano la più fosche previsioni sulle conseguenze (qualcuno arrivò a ipotizzare addirittura la secessione della Corsica): nemmeno uno di quelle ipotesi si è realizzata, per fortuna.

    Guardare solo la metà piena del bicchiere può portare a far dimenticare che l'altra metà è ancora da riempire. Ma guardare sempre unicamente la parte vuota fa dimenticare che metà strada è già stata fatta.

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  3. effettivamente mi sono scordata di dire che su balkan abbiamo iniziato un discorso ( un po' convulso!) da quando la russa è apparso in tv dicendo che il kosovo è un paradiso e che sposterà le truppe in afganistan
    in realtà quello era stato un comando americano, quindi o la russa o non la russa, da che mondo è mando, se l'america comanda il mondo obbedisce, ma dire che il kosovo è tutto a posto e possiamo togliere i militari è esagerato
    infatti si sono scatenati i monaci a difesa delle chiese ortodosse, mentre le enclavi serbe hanno poco da scatenarsi perchè sono già zombi viventi
    eppure c'è chi continua a dire che va tutto bene..
    anzi.. è riapparso alberto samopravo , dopo 4 mesi di assenza che ci aveva preoccupati tutti, per dire che non sa' più cosa scrivere !!!!!
    e io che mi sà che apriro' l'ottavo blog..
    ci mancano spazi balkanici e c'è chi non sà più cosa dire !!!!!

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