giovedì 25 febbraio 2010

L'INTEGRAZIONE EUROPEA DEI BALCANI - 1

Qui di seguito il testo della corrispondenza di Artur Nura per lo Speciale di Passaggio a Sud Est andato in onda mercoledì 24 febbraio a Radio Radicale e dedicato al processo di integrazione europea dei Balcani occidentali.


Albania e Kosovo
E' giunta in Albania una delegazione dell'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, nel quadro dei colloqui a favore della soluzione della crisi politica, quale viene considerato dagli opinionisti un esame europeo per Tirana. Come prima tappa, la delegazione ha incontrato il presidente Bamir Topi ed il capo dello Stato ha informato la delegazione di alcuni dei risultati più importanti dell'Albania sulla strada delle riforme dell'integrazione dell'Albania nell'Unione europea. Il presidente Topi ha sottolineato il fatto che l'attuazione degli standard dell'integrazione sono un obbligo, ma anche una necessità per lo Stato albanese al servizio degli interessi principali del popolo ed in funzione di un futuro sicuro e prospero europeo. In questo contesto, il capo dello Stato ha fornito anche una panoramica della situazione politica, ma l'attenzione principale in questa conversazione è stata concentrata sullo sviluppo dei colloqui del tavolo politico tra la maggioranza e l'opposizione, sotto la direzione del presidente della Repubblica. Dopo l'incontro con il presidente Bamir Topi, 10 delegati dell'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa hanno incontrato anche il presidente del Parlamento Jozefina Topalli ed il primo ministro Sali Berisha. Topalli ha informato per il suo impegno istituzionale a comunicare con qualsiasi membro dell'opposizione, invitandoli a rispettare la Costituzione e il mandato nei confronti del popolo che li ha votati. Il premier Berisha, da parte sua, ha espresso la sua volontà e quella della coalizione di governo di discutere e trovare soluzioni a tutti i problemi bilaterali che riguardano il processo elettorale in Albania. La delegazione del Consiglio d'Europa ha incontrato anche il capo dell'opposizione Edi Rama ma al termine dell'incontro nessun comunicato stampa si e' stato rilasciato. Successivamente tutte le parti sia della delegazione del Consiglio d'Europa che i rappresentanti del governo e dell'opposizione si sono incontrati alla presidenza della repubblica, da cui purtroppo non e' uscito niente di concreto. La delegazione del Consiglio dEuropa ha lasciato Albania, soltanto suggerendo le vie possibili della soluzione.

Dobbiamo aggiungere che l'Alto Rappresentante dell'Unione europea per la politica estera, Catherine Ashton, nel suo tour nei Balcani, quando le è stato chiesto della situazione politica dell'Albania al riguardo dei passi fatti verso l'integrazione europea, ha risposto che non poteva rispondere al momento. E restando sul tour di Ashton nei Balcani dobbiamo informare che una conferenza internazionale sui Balcani occidentali si terrà alla fine di marzo in Slovenia, e noi dobbiamo aggiungere che questa tappa viene considerato come un passo di grande importanza per la regione. "L'obiettivo è che attraverso la conferenza chiediamo la soluzione di alcune questioni in sospeso nella regione", ha detto e il primo ministro della Slovenia, Borut Pahor, aggiungendo che alla riunione parteciperà anche il rappresentante per il Kosovo, che secondo lui sarà rappresentato in modo adeguato. Nonostante cinque paesi dell'Unione Europea non abbiano ancora riconosciuto l'indipendenza del Kosovo, la Ashton ritiene che vi sia un approccio unico dell'Unione Europea che il futuro del Kosovo sia nell'UE. L'Alto rappresentante UE, dopo un incontro con il primo ministro del Kosovo, Hashim Thaci, nella giornata di venerdì scorso, ha elogiato i risultati ottenuti nel Paese, sottolineando che comunque c'è ancora molto da fare. Secondo Ashton il suo lavoro è molto facile per lavorare in un modo collaborativo affinchè la missione Eulex continui a stare lì per fornire il supporto per lo sviluppo economico, per vedere il Kosovo come parte dell'Unione europea. L'Alto Rappresentante ha anche avvertito che le prossime settimane arriverà in Kosovo una squadra dell'Unione europea per fare delle valutazioni per il processo della liberalizzazione dei visti. Mentre il primo ministro Thaci ha espresso il pieno impegno del governo di Kosovo per la piena attuazione dei criteri democratici, precisando che sarà necessario elaborare prima una strategia per l'adesione nell'Unione europea. "Si può dire che il Kosovo è uno stato europeo, ha un futuro europeo e eseguiremo tutte le nostre responsabilità e condizioni, nonchè creeremo delle opportunità per muoverci in parallelo con altri paesi e popoli della regione per integrarsi nell'Unione europea", ha dichiarato Thaci. Ashton, in un'intervista al Financial Times, ha indicato il Kosovo come una delle principali sfide della politica estera dell'Unione Europea. Il quotidiano ha portato come esempio proprio il caso del Kosovo al riguardo delle limitazioni del nuovo capo degli affari esteri dell'UE, che dovrà fare i conti con il fatto che cinque membri dell'UE non hanno riconosciuto ancora il Kosovo indipendente. Invece Catherine Ashton ha ritenuto che le differenze sul riconoscimento dell'indipendenza del Kosovo ci sono, ma che esiste pieno consenso sul fatto che sono programmi indispensabili di assistenza che si formano in Kosovo.


Macedonia
Per quanto riguarda la Macedonia e la principale sua sfida al riguardo dell'integrazione europea, dobbiamo informare che l'europarlamentare sloveno Zoran Thaler, dopo la risoluzione approvata nel Parlamento europeo, ha affermato che le autorità di Skopje e Atene, cercheranno di superare la disputa sul nome e ritiene che la Macedonia verrà inserita nell'agenda di adesione all'UE. Thaler, relatore della risoluzione di Skopje, ha affermato che il documento ha fatto appello alle istituzioni europee e dell'Alto rappresentante per la politica estera Catherine Ashton, affinchè siano attive nel sostegno per superare la disputa sul nome sotto l'egida dell'ONU. Secondo Tahaler, quindi, è importante che la raccomandazione contenga una decisione molto chiara chiedendo che entro marzo sia adottata una decisione positiva per i colloqui con la Macedonia, come raccomandato dalla Commissione. Il vice ministro degli Esteri della Grecia, Dimitris Droutsas, in un'intervista ad un quotidiano tedesco, ha ribadito che la Grecia non è nemico della Macedonia. Egli ha sottolineato che la Grecia è interessata ad una soluzione del problema del nome di Macedonia, al contrario delle speculazioni diramate in territorio macedone sullo Stato greco. Droutsas ha dichiarato per questo giornale tedesco che il Governo di Skopje sta creando un quadro negativo della Grecia negli ultimi anni, pero che secondo lui e' il momento a spiegare al popolo del paese vicino che la Grecia non è un nemico. "La Grecia è un paese amico, che può essere veramente di supporto per Skopje sulla strada verso l'UE. Ma, prima dell'avvio dei negoziati, la questione del nome dovrebbe essere risolto", ha sottolineato Droutsas.


Montenegro
Sul Montenegro, possiamo dire che il nuovo Commissario UE per l'Allargamento, Stephan Fuele, dovrebbe visitare il Montenegro all'inizio di marzo, nell'ambito del più ampio tour regionale nei Balcani. Secondo diversi mass media della regione i problemi certamente non mancano tra Montenegro e Ue, basti pensare alla criminalità, alle gravi condizioni dell'economia e anche alle relazioni dell'Unione Europea con tutta questa regione. Inoltre il Governo montenegrino utilizza tutti i mezzi a sua disposizione per presentarsi come l'unico partner credibile della UE. La cronologia delle nuove relazioni tra UE e Montenegro, inizia il 15 Ottobre del 2007, quando ufficialmente è stato firmato l'Accordo di stabilizzazione e associazione a Lussemburgo. Si è scoperto dopo che la richiesta di candidatura non poteva essere accettata dal Consiglio della UE, perché una parte dei membri aveva riserve sul Montenegro. Ma oggi non e piu' come allora, e secondo diversi opinionisti del Montenegro, non c'è alcuna ragione logica per bloccare il Montenegro anche se c'e' ancora tutto da vedere.

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