"Esiste una finestra di opportunità" per un accordo di riunificazione di Cipro "che non va persa". Lo ha detto tre giorni fa il presidente della repubblica di Cipro Nord Mehmet Ali Talat, nel corso di una conferenza svoltasi presso l'Istituto Affari Internazionali (Iai), a Roma. Talat ha ricordato che il 18 aprile si terrano le elezioni presidenziali a Cipro Nord e che in vista di quella data è necessaria una soluzione per l'isola divisa in due dal 1974. I negoziati tra greco-ciprioti e turco-ciprioti in corso dalla fine del 2008 nelle ultime settimane si sono intensificati, ma se entro aprile non si giungerà a un accordo la finestra di opportunità verrà fortemente limitata e anche dovesse essere rieletto, ha detto Talat, "non potrò negoziare all'infinito, si arriverà comunque a una stagnazione". Il fatto è che Talat ha bisogno di chiudere un accordo accettabile da spendere in campaga elettorale per cercare di battere i nazionalisti che hanno già vinto le politiche dello scorso anno ed è favorita nei sondaggi. E' però vero che la destra che guida l'attuale governo è meno disposta a cercare un compromesso per la riunificazione. Per questo Talat chiede "l'aiuto della comunità internazionale, perché una soluzione è nell'interesse di tutti".
Spiegando i passi avanti fatti finora nell'ambito dei negoziati con il presidente greco-cipriota Dimitris Christofias, Talat ha spiegato che su questioni come governance e condivisione del potere, economia e affari Ue, l'intesa è quasi raggiunta, anche se ha ammesso che su questioni cruciali come la restituzione delle proprietà ai profughi e la presenza delle truppe turche sull'isola molto resta amcora da fare. Quello delle proprietà resta il capitolo più difficile condiziona tutti gli altri. I greco-ciprioti chiedono la completa restituzione degli immobili di cui erano proprietari nel nord prima dell'intervento militare turco nel 1974 e portano a loro sostegno alcune sentenze internazionali. "Queste sentenze influenzano negativamente i negoziati, perché sono del tutto discriminatorie per i turco-ciprioti", ha detto Talat secondo il quale "queste sono questioni che non si decidono con le sentenze". Ma sia la Corte europea per i diritti dell'uomo che alcuni tribunali britannici hanno più volte affermato la legittimità delle sentenze pronunciate a Cipro Sud a favore della restituzione delle terre ai greco-ciprioti. Talat sostiene però che quelle sentenze ignorano il fatto che i tribunali del sud non prendono in esame le richieste dei turco-ciprioti ritenendo che esse potranno essere prese in considerazione solo dopo la riunificazione.
Talat respinge l'ipotesi che Cipro possa essere definitivamente divisa in due stati, entrambi riconosciuti a livello internazionale, perché mentre "per l'opinione pubblica del nord è un'ipotesi possibile, i cittadini del sud non lo accetterebbero mai". Il presidente di Cipro Nord si è detto comunque ottimista sulla possibilita' di giungere a una soluzione in tempo utile, "perche' i fattori internazionali sono tutti a favore", anche se "bisogna lavorare duro" ed "essere disposti al compromesso, perche' nessuna delle due parti può avere tutto". Per questo, a suo giudizio, "serve una leadership forte per difendere il compromesso dalle forze contrarie, tra cui anche alcuni esponenti del mio governo". Talat ha annunciato l'intenzione di chiedere aiuto all'Italia "che puo' agire come un attore imparziale". Secondo Talat, nell'ambito dell'Unione Europea, "Paesi come Italia e Germania, che hanno anche ottimi rapporti con Turchia e Grecia, possono giocare un ruolo importante" per arrivare ad una soluzione accettabile, ma ha precisato che per il successo dei negoziati serve "un'azione congiunta" nell'ambito dell'Ue.
L'intenzione di Talat di chiedere la mediazione italiana ha suscitato una reazione positiva da parte dei parlamentari Radicali Marco Perduca e Maurizio Turco secondo i quali "un primo segnale che la Farnesina potrebbe dare sarebbe quello di riconoscere alla rappresentanza della Repubblica Turca di Cipro Nord uno status come quello che da anni viene garantito a Taiwan". Per gli esponenti Radicali, il riconoscimento di tale status sarebbe "un gesto concreto a sostegno di chi da anni ha intrapreso il cammino del dialogo per garantire i diritti civili e politici della comunita' turco-cipriota su basi politiche e di pieno rispetto delle recenti decisioni delle Nazioni unite". Ricordo che da qualche hanno sia Turco che Perduca sono in possesso della cittadinanza turco-cipriota.
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