Al Kosovo a due anni dalla dichiarazione unilaterale di indipendenza è dedicato lo Speciale di Passaggio a Sud Est in onda questa sera su Radio Radicale alle 23,30.
Un apparato istituzionale ancora fragile sottoposto al controllo della Comunità internazionale; un'economia ancora molto debole, con un tasso di disoccupazione che sfiora il 40%; un alto tasso di corruzione e criminalità; la sostanziale mancanza di sovranità sulla parte Nord del paese dove la popolazione serba, che in quella zona è in maggioranza non riconosce l'autorità di Pristina. E poi il relativamente scarso numero di riconoscimenti internazionali fermo per ora a 65 (tra cui 22 dei 27 paesi dell'Ue). Questa in estrema sintesi la situazione del Kosovo due anni dopo la dichiarazione di indipendenza proclamata unilateralmente dagli albanesi il 17 febbraio del 2008.
E nel giorno in cui Pristina celebra il secondo anniversario della secessione dalla Serbia, Belgrado ritiene che la partita politico-diplomatica sia ancora tutta da giocare e si dichiara pronta a fare "tutto il possibile per la riapertura dei negoziati sullo status" della sua ex provincia. Così, in un'intervista al quotidiano Danas, il ministro degli Esteri, Vuk Jeremic che traccia un bilancio positivo del biennio di iniziative contro l'indipendenza di Pristina che ha permesso di mantenere al "livello minimo" il numero di riconoscimenti internazionali del Kosovo. Belgrado è anche riuscita a ottenere, nell'ottobre del 2008, che la Corte internazionale di giustizia, il massimo organi giurisdizionale dell'Onu, esprima un parere circa la legittimità dell'indipendenza alla luce del diritto internazionale. Il verdetto, atteso fra quealche mese non avrà valore vincolante, ma avrà un peso politico tale da influire sulle decisioni dei governi che ancora non hanno deciso se riconoscere o no il Kosovo indipendente.
Pristina l'indipendenza è ormai uno status "irreversibile", Belgrado insiste sul fatto che non rinuncerà mai alla sua ex provincia e la società resta profondamente divisa, con albanesi e serbi che continuano a combattere le proprie battaglie individualmente sulla scena internazionale, anche se qualcosa si muove come hanno dimostrato le recenti elezioni amministrative. Eppure, in questo quadro internazionale e con una situazione interna non estente da rischi, problemi e contraddizioni, il piccolo Stato ha fatto dei passi in avanti e le istituzioni internazionali sono impegnate a consolidare la situazione, puntando all'integrazione della minoranza serba, con il riconoscimento dell'autonomia amministrativa, nel quadro più generale dela processo di integrazione europea di tutta l'area balcanica.
Nella trasmissione si parla della posizione della Serbia, dellle iniziative diplomatiche di Pristina per ottenere appoggi internazionali, dell'opinione degli analisti politici, e si propone un quadro della situazione secondo il parere dell'ambasciatore italiano in Kosovo, Michael L. Giffoni.
La trasmissione, curata da Roberto Spagnoli con la collaborazione dei corrispondenti Marina Szikora e Artur Nura, è disponibile sul sito di Radio Radicale nella sezione delle Rubriche.
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