domenica 14 febbraio 2010

PASSAGGIO A SUD EST

"Passaggio a sud est" è il titolo di una trasmissione settimanale che da circa quattro anni e mezzo va in onda il sabato sera alle 22,30 su Radio Radicale. Questo blog è nato nell'ottobre del 2006 sulla piattaforma de Il Cannocchiale come spazio indipendente ma collegato alla trasmissione radiofonica per informare e discutere di un'area cruciale per il futuro europeo: per l'area che va dai Balcani occidentali alla Turchia passa infatti il futuro dell'Unione Europea come progetto politico e il futuro di questi paesi passa inevitabilmente dalla scelta dell'integrazione in quel progetto.

L’Europa sud orientale è da sempre il punto di contatto tra il vecchio continente e l’oriente, il punto di incontro, scontro e contaminazione fra culture, religioni e sistemi politici diversi. Dopo il decennio delle guerre e delle emergenze seguite alla dissoluzione della Jugoslavia il processo di integrazione dei paesi di questa "Europa di mezzo" procede in modo altalenante, tra entusiasmi e smarrimenti, speranze e timori. Dopo l’allargamento ad est ed il fallimento del trattato costituzionale europeo, tra le ragioni della "realpolitik" e le paure dei cittadini, l’Europa che rappresenta un traguardo per molti popoli nello stesso sembra spesso incapace di agire in quanto tale sulla scena mondiale. Se, quindi, la prospettiva dell’integrazione europea è lo scenario in cui passa il futuro dell’intera regione, allo stesso tempo proprio dall’Europa sud orientale passa inevitabilmente la possibilità per l'UE di rappresentare ancora un progetto capace di dare unità politica ai popoli europei sulla base dei suoi valori liberali e democratici.

Per quanto riguarda l’Europa del sud-est si tratta di creare condizioni sostenibili per la sua integrazione nelle istituzioni comunitarie. Questa prospettiva è necessaria per dare ai paesi dell’area un sistema di regole giuridiche e sociali moderne e liberali, per far emergere tutte le potenzialità economiche e culturali, per favorire l’integrazione regionale e locale chiudendo una volta per tutte una storia segnata troppo spesso dai nazionalismi. La fuoriuscita definitiva dal "buco nero" degli odi interetnici e religiosi è un processo che può però essere messo a rischio dall’instabilità internazionale che amplifica paure e provoca riflessi egoistici. O da una comunità internazionale priva di autorevolezza e di intelligenza politica. Per questo occorre che l’Unione Europea porti avanti il processo di integrazione e di riunificazione con la consapevolezza che si tratta di una scommessa politica da favorire e non ostacolare. Questo è ciò di cui ha bisogno l'Europa sud orientale. Da qui passa la possibilità di un futuro per l’intera Europa.

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