lunedì 7 giugno 2010

PASSAGGIO SPECIALE - IL 2 GIUGNO A SARAJEVO (parte seconda)

Il 2 giugno a Sarajevo, si è svolto il vertice ad alto livello Ue/Balcani occidentali (come è stato ufficialmente defrinito) fortemente voluto dal ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, che lo aveva inserito tra gli otto punti contenuti nella "raod map" sui Balcani proposta l'anno scorso al vertice Ue/Usa. Come ampiamente previsto non ci sono state decisioni eclatanti, né nuovi particolari impegni per l’area. L'Unione Europea ha ribadito quello che aveva detto dieci anni fa per la prima volta alla conferenza di Zagabria, è cioè che il futuro dei Balcani è nell’Unione Europea e che Bruxelles si impegna a sostenere l'integrazione dei paesi dell'area. Con quali scadenze ed entro quali date non è dato sapere e a Sarajevo non è stato indicato. Il risultato importante del meeting è stato quello di aver riunito attorno allo stesso tavolo tutti i leader regionali. Compresi Serbia e Kosovo, grazie al compromesso della cosiddetta "formula Gymnich" proposta da Frattini e che ha permesso di evitare il fallimento che aveva invece caratterizzato il vertice Ue-Balcani svoltosi a Brdo, in Slovenia, il 20 marzo. Insomma, l'Europa ha ripetuto quello che aveva già detto in passato senza però assumere per il momento impegni precisi. Ma senza nemmeno tornare sulle sue passate decisioni è già questo, con la crisi economica che sta mettendo a dura prova la tenuta dell'Unione e la sopravvivenza della mineta unica, per non dire dello "stress da allargamento" che non faciluterà ulteriori adesioni a medio termine (Croazia a parte), è già un risultato discreto.

Alla conferenza Ue-Balcani occidentali del 2 giugno a Sarajevo è stato dedicato lo Speciale di Passaggio a Sud Est andato in onda lo stesso giorno a Radio Radicale: le reazioni e i commenti a poche ore dalla chiusura del vertice con le corrispondenze di Marina Szikora e Artur Nura.

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