giovedì 10 giugno 2010

LE PROSPETTIVE EUROPEE DELLA CROAZIA

Il futuro europeo della Croazia nelle mani della procura dell'Aja
Il procuratore generale dell'Aja, Serge Brammertz ha inviato il suo rapporto sulla collaborazione della Croazia con il Tpi agli Stati membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dove lo stesso rapporto, il prossimo 18 giungo verra' presentato ufficialmente dallo stesso Brammertz. Il contenuto del rapporto e' ancora segreto – scrivono i media croati – ma come spesso accade, pare che il testo sia gia' trapelato in pubblico. Secondo fonti diplomatiche, informa la stampa croata, Brammertz ha stabilito che «esiste progresso nella qualita' delle indagini retative ai diari di artiglieria dell'operazione Tempesta» ma non si stabilisce ancora dove sono finiti i documenti ricercati e bisogna quindi prosegire con le indagini. Sei giorni fa, Brammertz e' partito dopo diversi giorni di permanenza a Zagabria con la promessa che il gruppo di lavoro istituito dal governo croato, continuera' e allarghera' le sue attivita'. Secondo le informazioni, un'altra volta dal rapporto del procuratore generale dell'Aja, dipendera' se la Croazia riuscira' ad aprire il delicato capitolo 23 relativo alla Giustizia e diritti fondamentali. Si dice «mediamente ottimsita» il ministro della giustizia croato Ivan Simonovic e afferma che Zagabria ha finalmente meritato l'apertura di questo difficilissimo capitolo. Le stesse fonti diplomatiche affermano che per Brammertz e' stata decisiva la promessa che la Croazia anche dopo l'apertura del capitolo giustizia continuera' la collaborazione con l'Aja. Ufficiosamente si afferma che il procuratore dell'Aja avvrebbe avvertito nel suo documento che i diari di artiglieria non sono stati ritrovati, ma viene notato un generale progresso nella qualita' delle indagini relative alla questione.
Secondo Vesna Pusic, presidente della Commissione nazionale per i negoziati con l'Ue, «questo livello non e' soddisfacente per la chiusura del capitolo giustizia e diritti fondamentali, ma riconosce che e' sufficente per la sua apertura». Il maggior numero degli Stati membri dell'Ue considerano che non ci sono ragioni per rinviare l'apertura del delicato capitolo in quetione ma tutti gli sguardi sono comunque fissati sulla valutazione dei paesi che tengono maggiori riserve: Olanda e Gran Bretagna, nonche' Belgio. Se ci sara' un nuovo granello di lode alla ricerca croata dei documenti in questione, si spera che il capitolo 23 potrebbe essere aperto nell'ultima settimana di questo mese. Secondo valutazioni ottimiste, Zagabria potrebbe invece chiudere il capitolo verso la fine di quest'anno, ma se i negoziati non inizieranno a giugno o al massimo nei primi di luglio, la conclusione del processo di adesione verra' prolungata almeno ai primi del 2011.

La Spagna appoggia l'ingresso della Croazia
Si pronuncia invece con ottimismo il capo della diplomazia spagnola, Miguel Angel Moratinos, che a conclusione della conferenza ministeriale di Sarajevo, promossa dal suo paese, attuale presidenza dell'Ue, si e' recato a Zagabria. Mercoledi', il ministro degli esteri spagnolo ha affermato che la Croazia e' alle porte dell'Ue e che praticamente vi e' gia' dentro. La Spagna fa di tutto affinche' durante la sua presidenza la Croazia possa aprire tutti capitoli e che il processo di negoziati di adesione possa concludersi entro la fine del 2010 o al massimo all'inizio del 2011, ha detto Moratinos a Zagabria nel corso di una conferenza stampa insieme al suo collega croato, Gordan Jandrokovic, di seguito al suo incontro con la premier Jadranka Kosor. «Vorrei inviare ai cittadini croati un messaggio positivo di speranza che le porte dell'Ue sono aperte alla Croazia» ha detto Moratinos esprimendo soddisfazione per i colloqui tenuti con la premier Kosor e la prontezza che la presidente del governo croato ha espresso per la soluzione delle due questioni aperte – capitolo 23, Giustizia e diritti fondamentali e riforme dei cantieri navali. «E' molto importatne che la Croazia entri al piu' presto nell'Ue perche' secondo il Trattato di Lisbona questo significherebbe anche che il resto dei Balcani occidentali ha le stesse possibilita' nel futuro, dipendentemente dai propri raggiungimenti. Non dovreste aspettare nessuno perche' andate per la propria strada, avete adempiuto tutti i criteri e sarete voi ad aprire la via a tutti gli altri» ha detto il ministro spagnolo a Zagabria. Moratinos ha espresso anche soddisfazione per la recentissima conferenza regionale di Sarajevo affermando che si e' annunciata una molto buona prospettiva per tutti i Balcani occidentali. Per quanto riguarda risultati concreti provenuti dalla conferenza, il ministro degli esteri spagnolo ha precisato che si e' parlato dell'abolizione del regime di visti per Bosnia Erzegovina e Albania.

Questo testo è la trascrizione di una parte della corrispondenza di Marina Szikora per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda sabato 5 giugno a Radio Radicale

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