domenica 27 gennaio 2013

27 GENNAIO: PER NON DIMENTICARE

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare.

 
Questo testo, molto conosciuto e molto citato, viene spesso attribuito a Bertolt Brecht, ma l'autore è invece il teologo e pastore protestante tedesco, Martin Niemöller, che fu inizialmente favorevole a Hitler, ma cominciò in seguito ad opporsi fino a quando, nel 1937 fu arrestato dalla Gestapo. Sopravvissuto a otto anni di prigionia in vari campi di concentramento, tra cui Sachsenhausen e Dachau, dopo la guerra si impegnò per la pace e la riconciliazione.

L'origine esatta della composizione non è chiara. Il testo originale non fu mai fissato e lo stesso Niemöller lo usava nei suoi discorsi e sermoni variandolo secondo la necessità del momento. Questa sua caratteristica e la struttura sintetica e flessibile ha permesso di variare e adattare facilmente i soggetti citati adattandoli all’occasione. Ma al di là delle sue versioni, ciò che conta è ciò che vuole dire.

L'apatia politica e intellettuale è la migliore alleata di chi vuole imporre un pensiero unico e totalitario a scapito di chi la pensa diversamente e dei gruppi etnici e sociali che di volta in volta sono individuati come capri espiatori e additati come nemici, soprattutto nei periodi incertezza, di crisi e di timore diffuso per il futuro. E' questo che ha consentito i pogrom e i genocidi che hanno costellato il XX secolo.

E' accaduto. Siamo davvero sicuri che non possa accadere ancora? 
E se la prossima volta toccasse a noi?











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