giovedì 17 gennaio 2013

KOSOVO: IL PARLAMENTO SERBO APPROVA LA RISOLUZIONE MA I SERBI DEL NORD NON CI STANNO

Di Marina Szikora [*]
Dopo una sessione maratona e un dibattito molto intenso, il Parlamento serbo ha approvato domenica scorsa l'attesa e tanto discussa risoluzione sul Kosovo. 175 i voti a favore, mentre hanno votato contro 19 deputati appartenenti al Partito democratico della Serbia di Vojislav Koštunica, al Partito Liberaldemocratico di Čedomir Jovanović e alla Lega Socialdemocratica della Vojvodina di Nenad Čanak. In precedenza, su richiesta del Partito Democratico, il governo aveva deciso di togliere la definizione di documento segreto dalla testo. Con questa decisione il testo della piattaforma e' stato reso pubblico sul sito del governo ed e' cosi' accessibile ai cittadini della Serbia.

La risoluzione prevede che tutti i prossimi accordi con Priština dovranno essere conformi a questo documento e si insiste particolarmente sull'istituzione delle Comunita' autonome dei comuni serbi. Il precedente testo della risoluzione era stato modificato con tre emendamenti proposti dalla Commissione per il Kosovo. La piattaforma politica per i colloqui con i rappresentanti delle istituzioni di Priština prevede cosi' che ogni soluzione del dialogo tra Belgrado e Priština dovrà essere conforme alla Costituzione serba e alla Risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. La Serbia, riconferma il documento approvato, non riconoscera' mai l'indipendenza del Kosovo.

Il dibattito in Parlamento e' durato tutta la giornata di sabato scorso - oltre quattordici ore - ed e' stato interrotto due volte a causa del contestato emendamento del Partito Democratico il quale richiedeva di rendere pubblica la piattaforma perche' possa essere chiaro se il governo appoggia una piattaforma segreta approvata lo scorso 9 gennaio o si tratta della piattaforma originale, proposta dal presidente Tomislav Nikolić che gia' e' stata accettata dai serbi in Kosovo. Nel corso del dibattito, anche il presidente Nikolić si e' rivolto ai deputati dicendo che certa gente in otto anni non ha potuto risolvere la questione del Kosovo. "Nella vita ho perso molto, ma non posso perdere anche il Kosovo perche' non e' mio", ha detto Nikolić ricevendo applausi in aula. Rivolgendosi ai deputati, in particolare a quelli piu' critici, come i rappresentanti del Partito democratico della Serbia dell'ex premier Vojislav Koštunica, il premier Ivica Dačić ha detto che non tradira' mai il suo Kosovo e che il Dss deve tener conto delle conseguenze che per il popolo e per i cittadini potrebbe avere quello che loro propongono.

Il premier ha precisato che la politica promossa dal Dss e che riguarda l'interruzione del processo di integrazione europea ed i colloqui con Priština, non significa difendere il Kosovo bensi' al contrario, perderlo. La Serbia, ha sottolineato Dačić, non puo' tirarsi indietro finche' ci saranno serbi in Kosovo perche' finche' ci saranno loro anche la Serbia sara' li'. "Faremo tutto il possibile, pubblicamente e segretamente per aiutare i serbi in Kosovo. E non dimenticate: di partiti ce ne sono tanti, ma la Serbia e' una sola", ha detto il premier serbo rigettando l'accusa di tradimento rivolta a lui ed al suo governo. Quindi ha chiesto: "Siete stati voi a guidare la Serbia quando e' stata proclamata l'indipendenza del Kosovo? E che cosa avete fatto? Ci sono state preghiere, una manifestazione, sono state incendiate le ambasciate e dei negozi. E' cosi' che sono stati fatti gli interessi nazionali? Volete mobilitare l'esercito? No, perche' l'avreste fatto anche prima, ma non chiamate gli altri ad un suicidio colettivo", ha detto' Dačić in difesa della risoluzione e in risposta agli attacchi dell'opposizione.

Il capo dello stato, Tomislav Nikolić, ha detto di essere soddisfatto per l'approvazione della risoluzione sul Kosovo in parlamento, perche' l'opposizione e il governo, come una volta, hanno trovato un linguaggio comune sul Kosovo e perche' dietro alla risoluzione vi e' una piattaforma seria che la definisce. "La Serbia ha una base per i prossimi colloqui con le istituzioni temporanee a Priština e con l'Ue", ha affermato, da parte sua, il premier Ivica Dačić. Pero' per quanto riguarda la piattaforma i serbi sul Kosovo, i rappresentanti dei comuni e delle assemblee comunali al nord del Kosovo hanno inviato una lettera aperta al presidente Nikolić in cui affermano che la risoluzione non e' conforme alla piattaforma che il presidente Nikolić aveva illustrato loro precedentemente. I presidenti dell'autogoverno locale hanno quindi avvertito che il proseguimento del dialogo a livello tecnico e l'implementazione degli accordi raggiunti finora rappresentano un riconoscimento diretto dell'indipendenza del Kosovo.

Bruxelles ha espresso cautela sul documento. La piattaforma non ha valore per l'Ue e non avra' nessun impatto sul dialogo tra il Kosovo e la Serbia, ha detto l'inviato speciale e capo dell'ufficio Ue in Kosovo, Samuel Žbogar, ex ministro degli esteri sloveno, in una intervista al programma kosovaro RTK che viene trasmesso in lingua serba. Žbogar ha precisato di non poter commentare la piattaforma serba e ha aggiunto che per lui nel processo del dialogo resta in vigore la piattaforma del Consiglio dei ministri dell'Ue dello scorso dicembre in cui sono state indicate chiaramente le richieste dell'Ue relative al Kosovo e alla Serbia. In base a queste conclusioni si conduce il processo di dialogo, ha detto Žbogar, secondo il quale una soluzione sostenibile puo' essere trovata e questo e' ciò che è accettabile per le autorita' di Priština e per i cittadini che vivono al nord del Kosovo. "Noi non abbiamo una soluzione per il nord. Non ci puo' essere una soluzione imposta per nessuna delle due parti. Ci deve essere una soluzione da cui nessuno rimarra' frustrato", ha detto l'inviato speciale Ue aggiungendo che Bruxelles e' soddisfatta per l'attuale processo di dialogo, ma che nel futuro si aspettano maggiori risultati. Secondo la sua opinione, il maggiore successo finora e' il raggiungimento dell'accordo e l'implementazione dell'amministrazione integrata ai confini.
[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è basato sulla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi.

L'insoddisfazione e le preoccupazione dei serbi del Kosovo
I rappresentanti politici delle comunità serbe del nord del Kosovo hanno inviato una lettera aperta al presidente Tomislav Nikolić in cui affermano la loro insoddisfazione e la loro contrarietà alla risoluzione approvata dal parlamento di Belgrado. Nella lettera si precisa che "sono state appoggiate in particolare le posizioni secondo le quali non si accettano accordi parziali con le istituzioni temporanee di Priština nell'ambito del cosiddetto dialogo tecnico e la posizione che nulla e' concordato finche' non c'e' un accordo completo". Secondo i responsabili delle comunità serbe del Kosovo, che non riconoscono l'autorità di Pristina, "il popolo serbo in Kosovo e' seriamente preoccupato per le istituzioni della Serbia e per le istituzioni locali che tutto il tempo sono state e restano il garante principale della rimanenza e permanenza dei serbi in Kosovo" e aggiungono che "la prassi ha confermato che laddove non ci sono le istituzioni della Serbia non ci sono nemmeno i serbi".

Sulle reazioni dei serbi del Kosovo alla risoluzione e sulle tensioni interetniche nel sud della Serbia a proposito del monumento eretto in memoria dei combattenti dell'Uck la corrispondenza di Artur Nura per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi a Radio Radicale.


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