mercoledì 2 gennaio 2013

LA CROAZIA E L'UE: IL TRAGUARDO E' SICURO, MA LA STRADA NON E' ANCORA RETTILINEA

Di Marina Szikora, corrispondente di Radio Radicale
L'Irlanda, prossima presidenza dell'Ue ha presentato a Bruxelles le priorita' del suo semestre che inizia dal 1 gennaio 2013. Per la Croazia si tratta di un periodo particolarmente importante e cruciale per quanto riguarda le mancanti ratifiche dell'accordo di adesione affinche' possa essere garantito l'ingresso di Zagabria nell'Ue il primo luglio 2013. L'Irlanda e' convinta che il processo di ratifica si concludera' senza difficolta' nonostante l'attuale contenzioso croato-sloveno relativo alla Ljubljanska banka. "Qualsiasi questione tra la Slovenia e la Croazia deve essere risolta bilateralmente. Noi appoggeremo, naturalmente, questo processo ma la questione non pou' trovarsli sulla via dell'adesione croata" ha detto la ministro per le questioni europee irlandese, Lucinda Creighton. Intanto, settimana scorsa, il parlamento finlandese ha ratificato l'accordo di adesione della Croazia all'Ue e cosi' la Finlanda e' diventata il ventesimo paese ad aver ratificato l'accordo croato. Mancano ancora: Gran Bretagna, Germania, Francia, Belgio, Danimarca, Olanda e Slovenia.

In vista del vertice dell'Ue, svoltosi il 13 e 14 dicembre, la cancelliera tedesca, Angela Merkel, rivolgendosi al Bundestag, ha invocato il blocco del processo di allargamento dell'Ue. Merkel ha detto che molto probabilmente il prossimo luglio si augurera' il benvenuto alla Croazia come 28-esimo stato membro dell'Ue. "Ma in questo momento non inizieremo i negoziati di adesione con altri paesi. Secondo il nostro parere, i tempi non sono ancora maturi" ha detto la cancielliera tedesca nel suo intervento al Budestag. Merkel ha spiegato ai deputati tedeschi che sono sucessi dei cambiamenti: per quanto riguarda la concorrenza economica e di mercato, oggi si guarda con maggiore attenzione rispetto a prima. Al tempo stesso, si fanno verifiche piu' profonde quando si tratta di candidati all'ingresso nell'Ue. Secondo Merkel questo e' giusto e indispensabile affinche' si possa "vivere in base ai valori ed agli standard europei". Va ricordato che l'Unione cristiano-democratica (CDU), guidata da Angela Merkel, finora si e' impegnata diverse volte per fermare il processo di allargamento dell'Ue con eccezione della Croazia. Negli ultimi mesi, rappresentanti di spicco della CDU, ma anche altri partiti parlamentari tedeschi, hanno avvertito la Croazia che la condizione per ratificare l'accordo di adesione, di cui il Budestag dovrebbe decidere la prossima primavera, e' l'adempimento dei compiti che la Commissione europea ha posto davanti alla Croazia.

Al tradizionale ricevimento in vista delle feste natalizie e di fine anno, il presidente croato Ivo Josipović ha invocato un anno che possa "offrire ottimismo sul rafforzamento della Croazia come stato democratico e stato di diritti umani, uguaglianza nazionale, liberta' religiose e stato di uguali opportunita', vale a dire – di costruire uno stato sociale e giusto". Josipović si e' detto convinto che la Croazia ha la forza di affrontare tutti i problemi e risolverli. In questo contesto, il capo dello stato croato ha invitato ad essere uniti ed ottimisti rivolgendosi particolarmente al potere esecutivo e appellandosi all'attuazione delle misure per lo sviluppo economico. "Senza lo sviluppo economico, l'esercito di disoccupati ed affamati sara' sempre piu' grande e la disperazione della gente che non vede la propria prospettiva aumentera' altrettanto" ha avvertito Ivo Josipović. "Compiamo lo sforzo decisivo per spingere l'economia, togliamo l'ingiustizia provocata dalla crisi economica a volte anche dal mal fuzionamento dello stato e delle istituzioni, della giustizia e dall'assenza dei principi morali ed etici nei servizi pubblici, nella politica ed economia" e' l'appello di Josipović. L'avvenire, ha valutato il presidente croato, deve rappresentare una svolta che sara' possibile grazie all'ingresso della Croazia nell'Ue. Per Josipović, l'adesione all'Ue e' "una occasione enorme che dobbiamo sfruttare ma anche una sfida generazionale che in gran misura incidera' sul futuro della Croazia". Il Presidente si e' detto credulo che "la Croazia sara' uno stato europeo di successo e i suoi cittadini degli europei di successo". In questo senso, il presidente croato e' stato categorico indicando che "la politica non puo' essere un gioco di potere degli individui e dei partiti, nonostante chi si trovi al potere e chi all'opposizione... la Croazia e' stufa della politica a quattro soldi, degli spin mediatici e contrapposizioni inutili". Ha chiamato al proseguimento della lotta contro la corruzione in quanto il piu' grande male della societa' democratica, il piu' grande male dell'economia e ostacolo allo sviluppo.

Nei giorni prima di Natale, si e' compiuto anche il primo anno del governo croato guidato dal socialdemocratico Zoran Milanović. Un anno molto difficile in cui i cittadini hanno dovuto affrontare le misure antipopolari per far fronte alla traumatica crisi economica e finanziaria. Ricordiamolo, poco piu' di un anno fa, il Partito socialdemocratico insieme ai partner di coalizione ha vinto clamorosamente dopo otto anni di governo dell'Unione democratica croata (HDZ) che alla fine e' stato segnato da numerosi scandali di corruzione il cui esito e' il crollo economico. Nonostante le critiche e l'attuale insoddisfazione dei cittadini croati, alcuni risultati sono visibili. Tuttavia, dopo un anno di governo, i cittadini hanno dato un voto molto modesto all'esecutivo di Zoran Milanović, appena un 2,4 (considerando che il massimo voto e' 5) e perfino il 65% dei cittadini, secondo i sondaggi, ritengono che il Governo conduce il Paese nella direzione sbagliata.
Ospite alla televisione statale, il premier Milanović ha rilevato che "l'ordine adesso e' maggiore rispetto ad un anno fa... Abbiamo promesso lavoro e ordine. Ordine non vi e' stato mentre il lavoro e' il problema cruciale, troppo poca gente lavora. Dobbiamo assicurare il lavoro" ha sottolinato Milanović. Sull'eventuale accordo con il FMI, Milanović ha detto che l'FMI e' generalmente una scuasa per quelli che sono stati incapaci nel modo regolare. "Per la prima volta abbiamo diminuito le tasse alle imprese, stiamo mettendo ordine, stiamo riempiendo il bilancio sopra le aspettative, vogliamo che gli uomini d'affari arrivino in Croazia consapevoli che qui si puo' guadagnare" ha difeso il suo primo anno di governo Zoran Milanović.

Ricordiamo inoltre,in occasione di questa puntata in cui vogliamo fare una specie di resoconto del processo di allargamento europeo, i cittadini della Croazia, poco meno di un anno fa, esattamente il 22 gennaio 2012 si sono pronunciati al referendum e hanno scelto l'Unione Europea e l'ingresso del loro Paese nell'Ue. Come sottolineano i media croati, e' iniziato bene continuato un po' meno bene, visto che allo stato attuale siamo ancora in attesa di 7 ratifiche dei sette rispettivi paesi dell'Ue.

[*] Il teso è tratto dalla corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in ondail 27 gennaio a Radio Radicale.

 

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