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Il premier croato Zoran Milanovic e quello serbo Ivica Dacic
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Niente inni nazionali e nemmeno il
consueto protocollo che accompagna una visita ufficiale per
l'incontro tra il premier croato Zoran Milanović e quello serbo
Ivica Dačić svoltosi la scorsa settimana a Belgrado e di cui
abbiamo parlato nella puntata di Passaggio a Sud est del 17 gennaio. Si è trattato di un semplice colloquio
“di lavoro”, ma non di meno l'incontro sembra indicare che è in
atto un disgelo nelle relazioni tra Zagabria e Belgrado dopo il
freddo degli ultimi mesi seguito al cambio di leadership in Serbia e
in particolare dovuto prima alla reazione croata alle dichiarazioni
del neo presidente serbo Tomislav Nikolić, che aveva negato il
genocidio di Srebrenica e affermato che Vukovar è una città più
serba che croata, e poi alle aspre reazioni di Belgrado in seguitoa
all'assoluzione dei generali croati Gotovina e Markač da parte del
Tribunale internazionale. Ancora nessun segnale, invece, per quanto
riguarda l'incontro tra i due presidenti, Ivo Josipović e Tomislav
Nikolić.
"Sono venuto a Belgrado per vedere
se possiamo fare meglio", ha detto il premier croato alla
conferenza stampa dopo l'incontro con il suo collega serbo. Milanović
ha espresso rammarico perche' i due paesi, come ha detto, hanno perso
mezzo anno e ha rilevato che la Croazia e la Serbia hanno passato
negli ultimi anni un periodo difficile e che sta ai governi
nell'ambito del loro lavoro di fare ragionevolmente quello che si
deve fare. La politica, ha detto Milanović, non e' pero' soltanto
ragionevolezza bensi' anche sentimento. Quando si tratta delle
integrazioni europee della Serbia, il premier croato ha ribadito che
la Croazia sara' giusta. "Appoggiamo il cammino della Serbia
verso l'Ue. Non e' soltanto una frase, si tratta del nostro
interesse", ha detto il premier croato aggiungendo che la
Croazia svolgera' un ruolo di collega e collaboratore.
Il premier serbo Ivica Dačić da parte
sua ha detto che le relazioni tra la Serbia e la Croazia sono
cruciali per la regione e che e' importante che i due governi
collaborino, che vi esista una collaborazione operativa nella
costruzione delle relazioni tra i due paesi. "Noi non possiamo
cambiare il passato ma possiamo influenzare il presente ed il futuro"
ha detto il premier serbo. Dačić ha sottolineato che non sono stati
evitati nemmeno i temi che riguardano il vicino e piu' lontano
passato. Prima, ha detto Dačić, bisogna parlare di questioni del
passato: di profughi, trasferiti, processi per crimini di guerra,
confini, accuse reciproche. Per quanto riguarda la collaborazione
economica, Dačić ha indicato che essa non deve essere unilaterale
mentre Milanović ha invitato le imprese serbe a venire sul mercato
croato sottolineando che la Croazia rispetta le regole del mercato.
Per quanto riguarda l'incontro dei due
premier a Belgrado i media hanno speculato che si tratta di un
incontro avvenuto su pressione di Bruxelles. Il premier serbo Dačić
lo ha fermamente smentito rilevando che si tratta di una iniziativa
comune. Bruxelles poteva solo essere sorpresa perche' questo
incontro e' avvenuto cosi' velocemente, ha osservato Dačić. Secondo
gli analisti politici l'incontro e' arrivato proprio nel momento
giusto e dovrebbe segnare una nuova fase nelle relazioni tra i
vicini. "La Croazia e la Serbia hanno molto piu' in comune
rispetto a quello che li divide e quindi sono importanti gli incontri
dei leader dei due paesi a fin di migliorare la collaborazione"
ha detto a Bruxelles il rappresentante del segretario di stato
americano incaricato per i paesi dell'Europa sudorientale, Philip
Reeker. Nel 21-esimo secolo dobbiamo andare avanti, lavorare sulla
ripresa economica. Nessuno puo' esserne isolato, bisogna lavorare
insieme, sia nel campo economico che per quanto riguarda soluzioni di
problemi internazionali, ha detto il diplomatico americano.
I due premier hanno parlato anche del
tema molto delicato, vale a dire delle reciproche accuse per
genocidio presentate alla Corte internazionale di giustizia ma, come
e' stato precisato, non si e' entrato nei detagli. "La questione
appesantisce le nostre relazioni, lo sappiamo tutti. Cercheremo la
soluzione", ha promesso Milanović. Secondo Dačić e' meglio se
per la soluzione non si aspetti fino al 2014 quando e' previsto
l'inizio del processo davanti alla Corte.
Ripercorrendo un po' le fasi per niente
facili del rapporto tra i due paesi vicini sul quale inevitabilmente
pesa la guerra di occupazione serba, va detto che il primo
miglioramento temporaneo vi e' stato durante il mandato del
presidente Stjepan Mesić che spesso aveva incontrato l'allora
presidente serbo Boris Tadić. Poi le relazioni tra Croazia e Serbia
sono nuovamente peggiorate dopo il riconoscimento croato
dell'indipendenza del Kosovo e questa e' stata anche la ragione
dell'assenza di Boris Tadić all'inaugurazione del presidente Ivo
Josipović nel 2010. Poi, il primo incontro di lavoro, molto
di sorpresa, dei due presidenti, Josipović e Tadić nel marzo 2010
ad Opatija. Una salita delle relazioni con diversi altri incontri dei
due capi di stato. Tutto e' durato fino al maggio del 2012 quando ci
sono stati cambiamenti di potere in Serbia e l'arrivo di Tomislav
Nikolić ed Ivica Dačić alla guida del paese. Le relazioni sono
maggiormente peggiorate dopo le sentenze di assoluzione ai generali
croati Ante Gotovina e Mladen Markač.
Fino a qui gli aspetti positivi di
questo incontro tra i due premier. Non va però trascurato il fatto
che proprio mentre era in corso la riunione tra Milanović e Dačić,
il presidente della Serbia Tomislav Nikolić si e' rivolto ai
giornalisti esprimendo la propria posizione: Nikolić e'
dell'opinione che prima avrebbe dovuto svolgersi l'incontro tra i due
presidenti perche' questo significherebbe stabilire buoni rapporti e
ha aggiunto di non sapere perche' Ivo Josipović sta evitando questo
incontro. Nikolić e' andato anche oltre questa domanda affermando
che secondo lui qualcuno non e' sincero poiche', rileva Nikolić, se
la Croazia ha presentato l'accusa contro la Serbia per genocidio,
allora come e' possibile che il presidente del governo croato si
rechi in visita in Serbia. "O sanno che noi non abbiamo commesso
il genocidio, oppure la visita non e' sinceramente amichevole",
ha detto Nikolić, aggiungendo che la Croazia non puo' essere
arrabbiata con il presidente della Serbia e quindi cercare qualche
altro canale per mantenere le relazioni con la Serbia: "Sono io
quello che rappresenta la Serbia ed i suoi cittadini sia in paese che
all'estero", ha concluso Nikolić.
Dall'altra parte, il presidente croato
Ivo Josipović, domenica scorsa ha rilasciato una intervista per il
quotidiano di Belgrado 'Danas' esprimendo soddisfazione per
l'incontro avvenuto tra i due premier e dicendosi contento dei
risultati di questo incontro. "Il contenuto del loro colloquio e
le loro intenzioni sono sulla traccia della politica di
riconciliazione e di relazioni di buon vicinato" ha detto
Josipović. Ha aggiunto che bisogna sapere che c'e' ancora molto da
fare e secondo le sue parole questo incontro dovrebbe essere una
sollecitazione affinche' i due governi inizino con piu' fermezza a
risolvere le questioni aperte. Tra queste, il presidente croato ha
rilevato particolarmente la questione delle persone scomparse,
qualificandola innanzittutto come problema umano e poi anche una
importante questione politica. Bisogna appoggiare politicamente la
reciproca fiducia, suggerisce Josipović e' precisa che essa non si
costruisce soltanto alle riunioni dei politici o nei media, ma e'
importante sollecitare lo scambio culturale e sportivo, turismo,
commercio e la collaborazione scientifica.
Nonostante la dura retorica e le
relazioni che i giornalisti spiritosamente hanno chiamato come "un'
epoca di gelo" precisa il presidente croato, non e' stato
cancellato quello che si e' fatto nei precedenti tre anni, alludendo
all'efficace collaborazione nello spirito di riconciliazione promossa
da lui ed il suo ex collega serbo Boris Tadić. "E' arrivato il
momento di sciogliere il ghiaccio e di andare piu' velocemente e
meglio rispetto a quello che e' stato raggiunto finora" ha
osservato Josipović. Alla domanda come vede le dichiarazioni del
presidente Tomislav Nikolić che prima dovevano incontrarsi i
presidenti e poi i premier, Josipović ha risposto che questo e' uno
degli approcci. Cosi' e' iniziata la collaborazione che avevano
iniziato lui e Tadić. Il secondo e' questo, di iniziare dal livello
interparlamentare per raggiungere dei risultati.... Bisogna avere in
mente tutte quelle ragioni che hanno portato all'epoca di gelo,
toglierle insieme e sciegliere il momento giusto. "Credo che sia
meno importante se il nostro incontro avverra' qualche mese prima o
dopo, e' molto piu' importante che l'obbiettivo sia pienamente
realizzato" ha detto il presidente croato.
Toccando nell'intervista l'inevitabile
domanda sulle sentenze di assoluzione dei generali croati, Josipović
ha detto che e' stato il Tribunale internazionale a stabilire la
sentenza e non la Croazia. La soddisfazione in Croazia risulta dal
fatto che in Croazia c'e' la convinzione che i crimini non sono
accaduti in modo e con la colpa delle persone cosi' come risultava
dall'atto di accusa e soprattutto non di un'impresa criminale. "E'
importante che tutti nella regione abbiamo un rapporto di principio
verso i crimini di guerra e che la responsabilita' delle singole
persone sia basata su criteri assolutamente giuridici. Lo so che non
e' stato sempre cosi'" ha spiegato Josipović ribadendo che sono
in corso indagini sui crimini di guerra commessi durante l'azione
Tempesta.