mercoledì 3 ottobre 2012

TURCHIA: IL RAPPORTO ANNUALE SUI NEGOZIATI CON L'UE SARA' MOLTO DURO

Si fa sempre più difficile e accidentato il negoziato per l'adesione della Turchia all'Unione Europea che sta per diffondere un giudizio per nulla positivo sui progressi compiuti da Ankara. Anzi, secondo il quotidiano Milliyet, che ne ha ottenuto in anticipo una bozza, il rapporto annuale della Commissione europea sarà questa volta di durezza senza precedenti. Il testo verrà reso noto ufficialmente il prossimo 10 ottobre, ma il quotidiano, di centro-sinistra e tradizionalmente critico verso l'esecutivo islamico-moderato di Recep Tayyip Erdogan, ne mette già oggi in evidenza i passaggi più critici, che riguardano ancora una volta i diritti fondamentali e la libertà di espressione.

Secondo Milliyet il rapporto indicherebbe un aumento considerevole delle violazioni della libertà di pensiero, e un aumento dei casi di autocensura indotta dai numerosi casi di giornalisti che hanno perso il lavoro per avere criticato il governo. Giudizio poco positivo anche sulla nuova Costituzione, fiore all'occhiello del programma elettorale del premier, ma che invece, secondo Bruxelles, mostrerebbe solo limitati progressi, in particolare per quanto riguarda la questione della minoranza curda. L'appello della Commissione sarebbe quindi quello di riprendere la linea di apertura avviata nel 2009 ma poi interrotta.

Il rapporto segnalerebbe anche scarsi progressi per quanto riguarda il rispetto della libertà religiosa. Si sottolinea in particolare il caso del seminario ortodosso di Halki, dove si formano le gerarchie del Patriarcato di Costantinopoli chiuso dal 1971. Critica anche la condizione della minoranza alevita, un'antica setta di derivazione sciita ma che pratica un Islam moderato e tollerante anche rispetto a quello sunnita. Il rispetto mostrato nei confronti delle confessioni diverse da quella ufficiale musulmana sunnita sarebbe dunque poco più che teorico.

Ancora stando a quanto riporta Milliyet, il rapporto di Bruxelles commenterebbe anche il processo contro gli esecutori e responsabili dell'operazione "Martello", il presunto tentativo di colpo di Stato contro il governo Erdogan per il quale sono finiti alla sbarra oltre 300 militari, con l'accusa di aver cercato di rovesciare l'esecutivo nel 2003. Il processo si è concluso il 21 settembre con centinaia di condanne, tra cui quelle di tre generali a cui sono stati inflitti vent'anni di carcere, ma secondo la Commissione Europea i giudici avrebbero accettato come prove solo quelle fornite dalla polizia o dai servizi segreti.

Nel testo del rapporto, sempre secondo quanto anticipato da Milliyet, vi sarebbero anche giudizi sulla politica estera turca e sulla sua “armonizzazione” con quella europea. Bruxelles rileva con favore l'intensificazione del dialogo con Ankara e il fatto che la Turchia sia riuscita a fare sentire la sua voce sulla questione siriana e a espandere la sua influenza nei Paesi del Golfo e in Africa, tuttavia il rapporto rileverebbe anche una minore armonia con le scelte di politica estera compiute dall'Unione europea.



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