domenica 7 ottobre 2012

LE ELEZIONI IN BOSNIA E IL VOTO DI SREBRENICA

Foto Reuters/Dado Ruvic
Giornata di votazioni per le elezioni amministrative oggi in Bosnia Erzegovina: un rinnovo delle amministrazioni locali che cade in un momento particolarmente difficile e nebuloso per il futuro del Paese così come è stato disegnato dagli accordi di pace del 1995. A Srebrenica, l'appuntamento elettorale si è caricato di un ulteriore, particolare significato. Da quest'anno, infatti, viene meno l'eccezione imposta a suo tempo dalla Comunità internazionale che dava diritto di voto anche a coloro che se ne erano andati dopo il genocidio del 1995: ciò garantiva di fatto l'elezione di un sindaco bosgnacco in una località in cui le stragi compiute dalle forze serbo-bosniache del generale Ratko Mladic avevano mutato gli equilibri etnici.
A Srebrenica prima della guerra vivevano 37.000 persone, di cui 27.000 bosgnacchi. Oggi la municipalità conta meno di 6.000 abitanti e quelli di etnia serba sono in leggera maggioranza. La speranza del rientro dei bosgnacchi fuggiti all'epoca del conflitto non ha avuto molto seguito e i serbi questa volta si sono opposti alla proroga della clausola. Ufficialmente, dunque, oggi possono votare solo i residenti. Nelle liste elettorali sono registrate circa 14.000 persone con un sostanziale equilibrio etnico. A questo punto vincerà la comunità più attiva nel voto. Per la prima volta dalla fine della guerra, dunque, la cittadina che è diventata il simbolo stesso di quel massacro durato quattro anni e delle tragedie delle guerre jugoslave, potrebbe avere un sindaco di etnia serba. Ma quella che per alcuni è un segno di “normalizzazione”, per altri rappresenta uno schiaffo in piena faccia.
"Sarebbe una catastrofe, l'ultima tappa del genocidio", secondo Kada Hotic che perse marito e figlio nel 1995. "Se i serbi avessero saputo che sarebbero stati ricompensati per quello che hanno fatto, allora ci avrebbero uccisi tutti", dice Hatidza Mehmedovic, un'altra vedova di Srebrenica, che ha perso anche due figli nel massacro. Il sindaco uscente, Camil Durakovic, sopravvissuto ai massacri del 1995, annuncia che se vinceranno "coloro che negano il genocidio" lascerà Srebrenica . Di segno opposto, ovviamente, i commenti di parte serba: "Finalmente ci sono le condizioni per elezioni regolari", dice Radomir Pavlovic, uno dei candidati alle municipali, mentre la candidata serba alla carica di sindaco, Vesna Kosevic, concede che i responsabili di crimini di guerra debbano essere giudicati da un tribunale, ma non pronuncia la parola "genocidio".
[Da un lancio dell'agenzia TMNews con fonte Afp] 

Sul voto di oggi in Bosnia e a Srebrenica segnalo inoltre l'articolo di Matteo Tacconi pubblicato sul Venerdì di Repubblica di questa settimana.
Scrive Matteo Tacconi sul suo blog nel post intitolato Il voto storico di Srebrenica:

In pratica succede questo: che domani [oggi, n.d.r.], alle elezioni amministrative di Srebrenica, i serbi potrebbero per la prima volta conquistare il municipio. Va da sé che, visto quello che c’è stato in passato, ovvero il genocidio del 1995, la cosa spaventa notevolmente i musulmani. Costoro, finora, avevano sempre espresso il primo cittadino, nonostante siano minoranza nell’abitato. Questo perché s’è sempre votato sulla base del censimento del 1991, quando prima della guerra, dell’eccidio compiuto dagli uomini di Ratko Mladic e della successiva fuga dei superstiti, i bosgnacchi (musulmani bosniaci) erano in netta maggioranza.
Stavolta le regole sono cambiate: il diritto di voto spetta agli effettivi residenti. Tuttavia Calim Durakovic, il candidato sindaco bosgnacco, ha cercato in questi mesi di far registrare nelle liste elettorali locali quanta più gente possibile, tra i suoi, per ribaltare la situazione, continuare a governare nel villaggio e impedire ai serbi di prendere il potere e avviare – questo pensano i musulmani – un’azione di revisionismo storico.

Matteo Tacconi, sul suo blog, segnala inoltre una serie di articoli utili per comprendere lo scenario sul quale questo voto, carico di significato, si innesta. Li riporto anch'io qui di seguito consigliandovi caldamente la lattura.

Michele Biava (Osservatorio sui Balcani)

Rodolfo Toè (La Stampa)

Un vecchio articolo di Matteo Tacconi da Srebrenica pubblicato da Diario della Settimana dove si parla anche di Calim Durakovic, oggi candidato sindaco.

Qualche scatto da Srebrenica, realizzato da Matteo Tacconi nel luglio 2010.

La recensione a Cartolina dalla fossa, il volume sul genocidio scritto da Emir Suljagic, il giornalista e giovane politico musulmano che coordina il programma “Voterò a Srebrenica”, con cui Calim Durakovic, facendo registrare quanti più elettori musulmani possibili nel registro elettorale del villaggio, cerca di battere i serbi alle elezioni di domani.


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