mercoledì 3 ottobre 2012

PRIDE 2012 A BELGRADO: POSSIBILE L'ENNESIMO DIVIETO PER QUESTIONI DI SICUREZZA

Amnesty International lancia un'azione urgente

Il Pride 2010 a Belgrado: "Insieme si può" (Foto Cecilia Ferrara)

Ci sono forti preoccupazioni che il Pride 2012 in Serbia, fissato per il 6 ottobre a Belgrado, possa essere vietato dalle autorità a causa delle minacce alla sicurezza. Si ripete lo scenario già visto negli scorsi anni e, ancora una volta, si mette in discussione il diritto alla libertà di espressione e di riunione. Per questo gli organizzatori del Pride 2012 in Serbia hanno chiesto al premier Ivica Dacic e agli altri ministri competenti di garantire lo svolgimento dell'evento si svolge. Dacic, in alcune dichiarazioni pubbliche, ha ricordato i problemi per la sicurezza che si potrebbero verificare in occasione della marcia e ha dichiarato che il governo autorizzerà la manifestazione in base alle valutazioni del ministero degli Interni. Dacic ha dichiarato che la marcia del Pride è solo una questione di sicurezza e non di diritti umani e ha annunciato che le decisioni in merito saranno rese note il 4 ottobre.


Secondo Amnesty International il divieto del Pride 2012 a Belgrado violerebbe il diritto alla libertà di espressione e la libertà di riunione pacifica non solo degli attivisti LGBT ma di ogni individuo in Serbia. Per questo Amnety International lancia un'azione urgente e chiede di attivarsi immediatamente scrivendo entro il 6 ottobre (in serbo o nella propria lingua) chiedendo alle autorità
  • di garantire che il Pride di Belgrado 2012 avrà luogo il 6 ottobre e che il diritto alla libertà di espressione e di riunione delle persone LGBT e degli attivisti sia pienamente rispettate anche fornendo la protezione della polizia ai partecipanti e agli organizzatori;
  • di sostenere pubblicamente il Pride 2012 e condannare pubblicamente tutte le aggressioni e le minacce agli organizzatori o ai partecipanti e che tutti i soggetti coinvolti ricevano adeguata protezione della polizia
  • di condurre tempestive, imparziali ed efficaci indagini in qualsiasi ambito contro tutte le aggressioni o le minacce contro gli organizzatori del Pride 2012 o i partecipanti, o qualsiasi altro membro dellacomunità LGBT, e di garantire che i responsabili di tali aggressioni e minacce siano assicurati alla giustizia.
Gli appelli vanno rivolti a

Prime Minister and Minister of Interior
Ivica Dačić
Bulevar Mihajla Pupina 2
11000 Belgrade Serbia
Email: info@mup.gov.rs
Fax: +381 11 3613321

First Deputy Prime Minister and Minister of Defence
Aleksandar Vučić
Birčaninova 5
11000 Beograd Serbia
Fax: +381 11 3006062

Amnesty International ricorda che nel 2011 le autorità serbe vietarono il Pride di Belgrado a causa delle minacce alla sicurezza e sulla base del violenze di piazza verificatesi in occasione del Priode 2012 ad opera dei contro-manifestanti. In quell'occasione le autorità fornirono un'adeguata protezione ai partecipanti alla marcia con il dispiegamento di 5000 agenti di polizia a fronte di più di 6000 contro-manifestanti. Amnesty International si dice ben consapevole dei problemi che il ministero degli Interni deve affrontare per fronteggiare le azioni dei gruppi estremisti di destra. Tuttavia, l'organizzazione osserva che pochi dei presunti responsabili delle violenze o delle minacce agli organizzatori e sostenitori del Pride 2010 sono stati perseguiti dalla giustizia. Ancora meno indagini e procedimenti ha avuto luogo in seguito al divieto del Pride 2011 a causa delle minacce alla sicurezza. Amnesty ritiene che il governo serbo non possa ridurre il rispetto della libertà di riunione dei gruppi LGBT e dei singoli cittadini esclusivamente ad una questione di sicurezza. Vietando la marcia orgoglio, il governo serbo dimostrerebbe ancora una volta di non essere in grado di rispettare l'obbligo internazionale di garantire il diritto alla libertà di espressione e di riunione dei gruppi LGBT e dei cittadini, senza discriminazioni.



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