venerdì 31 gennaio 2014

ECFR: ITALIA PROTAGONISTA IN POLITICA ESTERA EUROPEA

La politica estera torna nell'agenda europea e dopo anni da comprimaria, l'Italia riprende un ruolo di primo piano nell'ambito dell'Unione Europea. E' quanto emerge dall'edizione 2014 dello European Foreign Policy Scorecard, realizzata dallo European Council of Foreign Relations (Ecfr) con il sostegno di Compagnia di San Paolo. Secondo il rapporto, che passa in rassegna i successi e i fallimenti della politica estera europea, il 2013 è stato in generale un buon anno per l'Europa, soprattutto se paragonato agli anni precedenti. E a dimostrazione che l'Europa può raggiungere importanti obiettivi quando gli Stati membri e le istituzioni europee riescono a lavorare insieme, l'Ecfr indica, in particolare, il Kosovo e l' Iran. Il miglioramento appare anche nella gestione dei rapporti con la Cina, con l'Europa Allargata e con il Medio oriente e il Nord Africa (Mena). Meno positiva, anzi peggiorata, appare invece la gestione delle relazioni con la Russia e quella di questioni multilaterali e crisi.

Il documento segnala il particolare dinamismo della Francia e del Regno Unito, mentre la Svezia e la Polonia confermano una posizione leader nella politica estera europea. Ma tra i Paesi più attivi l'Ecfr segnala anche l'Italia, che dopo anni caratterizzati da uno scarso protagonismo internazionale, è tornata a giocare un ruolo rilevante. Se nel 2012, infatti, il nostro Paese guidava l'Europa in 3 componenti, lo scorso anno si è distinto in 9 aree d'azione, cioè quelle relative alla Siria, all'Iran, alla sicurezza nel Nord Africa, alla diversificazione energetica, al sostegno alla Somalia, alla Serbia e alla visione strategica sulla Turchia. L'Italia, inoltre, risulta sempre cooperativa, grazie alla strategia più propositiva, strutturata e orientata al raggiungimento di obiettivi nel lungo periodo assunta dal governo Letta, soprattutto nel Mediterraneo e nei Balcani occidentali. Naturalmente è solo un caso che l'attuale governo abbia un ministro degli Esteri che si chiama Emma Bonino. Quella che qualcuno vorrebbe si dimettesse imputandole il pasticcio dei marò – che altri hanno combinato – magari dopo aver misurato la lunghezza del velo che portava nella sua missione a Teheran.


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