sabato 1 febbraio 2014

TURCHIA: SETTIMANA DI VISITE UFFICIALI TRA ANKARA, PARIGI E ROMA

Stretta di mano tra Gul e Napolitano (AA Photo)
Settimana di visite importanti per la Turchia: lunedì e martedì quella del presidente francese Francois Hollande ad Ankara, giustamente definita “storica” e che segna le fine del gelo tra Francia e Mezzaluna dopo gli anni di Sarkozy; da mercoledì a ieri quella del presidente turco Abdullah Gul, arrivato a Roma, per stringere maggiormente i già cospicui rapporti economici e commerciali e trovare conferma del sostegno italiano all'integrazione europea della Turchia e rilanciare i rapporti economici.

La visita di Gul in Italia è stata preceduta, lunedì e martedì, dall'arrivo ad Ankara del presidente francese Hollande per una visita definita “storica” dai media turchi e internazionali, ventidue anni dopo quella di Francois Mitterand. I colloqui hanno riguardato il percorso d’adesione all’Ue della Turchia e l’apertura di nuovi capitoli negoziali durante il semestre di presidenza europea della Grecia: il 17 (politiche monetarie ed economiche), il 22 (politiche regionali) e il 23 (riforma giudiziaria). Altro tema affrontato la crisi siriana, con particolare riferimento alla conferenza Ginevra 2.

Riguardo al percorso europeo di Ankara, Hollande ha chiarito che “la Francia non è nella posizione di fermare il negoziato d’adesione”, aggiungendo tuttavia che Parigi si riserva di approvare l’ingresso della Turchia “mediante referendum” al termine del processo. “L’Unione europea può contribuire alla trasformazione della Turchia attraverso il processo di adesione”, ha detto il presidente Hollande, chiarendo quindi che la Francia non fermerà i negoziati e sosterrà l’apertura di nuovi capitoli.

La visita di Hollande ha segnato anche e soprattutto l’inizio di una nuova cooperazione economica tra i due paesi, uniti da interessi comuni. “Abbiamo individuato un nuovo obiettivo di 20 miliardi di euro di scambi bilaterali”, ha detto il presidente turco Gul. Nel corso della visita, sono stati infatti firmati vari accordi nei settori della sicurezza, dell'energia e delle infrastrutture. Non a caso Hollande era accompagnato da 50 imprenditori francesi oltre che dai ministri degli Esteri, del Commercio estero, della Difesa, dell’Energia, dello Sviluppo e dell’industria e dell’Agricoltura.

Il tema dell'adesione della Turchia all'Unione Europea è stato al centro anche dei colloqui del presidente turco in Italia: “L'Italia e' uno dei piu' grandi sostenitori dell'adesione della Turchia all'Ue, ha ricordato Gul, al quale Napolitano ha confermato la posizione ufficiale del nostro paese: “Nel semestre di presidenza italiana di turno dell'Ue, l'Italia rilancera' in tutti i sensi il negoziato Ue con la Turchia, pur sapendo che ci sono questioni complesse e spinose da risolvere”.

Ma oltre ai rapporti politici, la Turchia presta massima attenzione alle relazioni economiche e commerciali con l'Italia che, nonostante la crisi economica in Europa, mantengono un ingente volume totale di scambi, come ha sottolineato il presidente Gul. Che giovedì mattina, infatti, accompagnato dal vice premier Ali Babacan, e insieme al ministro italiano degli Esteri Emma Bonino e al viceministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, ha partecipato al primo'Matching Italia-Turchia', promosso dall'agenzia del sistema camerale Network Globale per l'internazionalizzazione di micro, piccole e medie imprese.

In questo scenario, appaiono senz'altro patetiche, per non dire stupide, le parole del segretario della Lega Nord secondo il quale “Napolitano farebbe meglio a tacere” peché “la maggioranza degli italiani non vuole un'Europa islamica”. Chi dovrebbe tacere semmai è proprio il leader leghista, a cui evidentemente nessuno ha detto che l'attuale interscambio italo-turco si attesta su oltre 21 miliardi di dollari. E che un ulteriore sviluppo del rapporto privilegiato tra i due Paesi, può rappresentare un vantaggio ed un'opportunità che le imprese italiane non devono lasciarsi sfuggire. Che poi ad Istanbul ci siano minareti invece che campanili  credo interessi molto poco agli imprenditori padani.

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