giovedì 30 gennaio 2014

CROAZIA: JOSIP PERKOVIĆ E' STATO ESTRADATO IN GERMANIA

Josip Perkovic
Con l'inizio del nuovo anno e' entrata in vigore in Croazia il tanto discusso provvedimento che ha esteso l'applicazione del mandato di arresto europeo anche ai reati commessi prima dell'agosto 2002. E il primo gennaio, applicando la nuova norma, la polizia ha arrestato l'ex capo dei servizi segreti jugoslavi e croati, Josip Perković, contro il quale la giustizia tedesca aveva emesso un mandato di cattura europeo per il suo presunto coinvolgimento nell'omicidio del dissidente croato Stjepan Đureković avvenuto nel 1983 vicino a Monaco di Baviera. Il mandato avrebbe dovuto entrare in vigore lo scorso primo luglio, cioè al momento dell'ingresso della Croazia nell'UE. Tre giorni prima di quella scadenza, però, la maggioranza parlamentare aveva votato una deroga alla legge sulla collaborazione giudiziaria con gli stati membri dell'Unione secondo la quale il mandato di arresto europeo non sarebbe stato applicato ai reati commessi prima del 2002. La modifica, che secondo alcuni fa pensata proprio per evitare l'estradizione di Perković. suscitò reazioni molto dure da parte della Commissione europea che ha insistito sugli obblighi assunti da Zagabria durante i negoziati di adesione, minacciando anche il ricorso alle sanzioni previste in questi casi. Alla fine il governo croato fu costretto a cedere e la norma in questione fu ritirata. Questa modifica è entrata in vigore il primo gennaio 2014: Perkovic è stato dunque arrestato e, nei giorni scorsi estradato in Germania.

Di Marina Szikora
Con l'estradizione di Josip Perković, venerdi' scorso in Germania „si conclude il triller politico-giuridico che ha messo l'ombra sull'ingresso della Croazia nell'Ue“- con queste parole i media stranieri hanno informato sull'estradizione di uno degli ex capi dei servizi segreti jugoslavi e croati, Josip Perković il quale accompagnato dalla polizia tedesca e' partito venerdi' scorso con un volo della Lufthansa da Zagabria per Monaco di Baviera. Con questo atto, la Croazia ha adempiuto l'obbligo del mandato di cattura europeo nei confronti di Perković perche’ sospettato di aver ordinato l'uccisione, in territorio tedesco, del dissidente croato Stjepan Đurekovic. Va detto che il testimone chiave Vinko Sindičić, considerato l'esecutore materiale dell'uccisione, ha ritirato adesso le accuse nei confronti dei suoi ex capi Josip Perković,  Krunoslav Prates e Zdravko Mustać, con una dichiarazione scritta rilasciata a un notaio italiano, secondo quanto ha scritto il quotidiano di Zagabria "Jutarnji list". La dichiarazione e’ stata in seguito consegnata all'avvocato di Perković, Anto Nobilo. Ma il tribunale di Zagabria aveva gia’ deciso la scorsa settimana di accogliere la richiesta di estradizione arrivata dalla procura tedesca. La dichiarazione di Sindičić, datata 31 dicembre del 2013, precisa che le accuse contro i tre ex capi dei servizi segreti jugoslavi sono state estorte dalle autorita’ tedesche dietro minaccia. La Corte costituzionale croata ha respinto la richiesta dell'avvocato di Perkovic, Anto Nobilo, di sospendere temporaneamente il processo di estradizione secondo il quale, nel caso del suo mandante, si tratterebbe di una violazione di diritti umani e di liberta’ fondamentali garanititi dalla Costituzione.

Come abbiamo gia’ informato nelle nostre precedenti trasmissioni, il caso Perković ha scatenato una polemica tra Zagabria e Berlino dopo che a soli tre giorni prima dell’adesione della Croazia all’Ue, il parlamento croato aveva modificato la legge sul mandato d’arresto europeo introducendo la prescrizione, secondo le critiche tedesce, da impedire cosi’ proprio l’estradizione di Perković. Il mandato di cattura nei confronti dell’ex capo dei servizi segreti jugoslavo e croato e’ stato emesso da Berlino nel 2009 per presunto coinvolgimento di Perković nell’uccisione del dissidente croato Stjepan Đureković. Come detto, il caso e la modifica della legge da parte del Parlamento croato hanno suscitato una forte pressione da parte delle autorita’ tedesche e poi anche da parte del commissario Ue per la Giustizia, Viviane Reding conclusesi con il ritiro della decisione croata, vale a dire con un’altra modifica della legge sul madato d’arresto europeo.

Perković e’ sospettato quindi di essere implicato come mandante politico nell’assasinio di Đureković, emigrato in Germania e entrato poi nelle fila dell’emigrazione anticomunista. Perković a quell’epoca era tra i dirigenti dei servizi segreti jugoslavi. Dopo la prolamazione dell’indipendenza della Croazia e’ diventato uno dei capi dei nuovi servizi croati e stretto collaboratore del primo presidente croato Franjo Tuđman. Secondo le speculazioni mediatiche, le autorita’ croate avrebbero voluto evitare questa estradizione perche’ Perković sarebbe in possesso di informazioni che potrebbero compromettere diverse personalita’ politche della Croazia.

Dedicando ampio spazio alla vicenda, i media tedeschi sull’estradizione di Perković parlano tra l’altro della fine di uno scandalo al quale hanno contribuito anche il premier Milanović e il suo governo. Cosi’ l’emittente pubblico della Baviera, Bayerische Rundfunk afferma che il pocesso contro Perković potrebbe essere molto interessante sia per la Croazia che per la Germania poiche’ “l’ex capo dei servizi segreti ha minacciato che in caso di estradizione parlera’ anche di altri casi contestati della sua lunga carriera nei servizi segreti. I servizi segreti comunisti jugoslavi dagli anni sessanta hanno liquidato decine di loro oppositori in tutta l’Europa Occidentale” scrive BR. Per il quotidiano di Vienna, ‘Der Standard’ si tratta dell’ estradizione di un ex intoccabile e secondo questo giornale la Croazia “deve riaffrontare uno dei capitoli oscuri del suo passato”. Il quotidiano viennese aggiunge persino che cio’ potrebbe ridefinire l’immagine storica dell’ex Jugoslavia perche’ mette in questione le interpretazioni consuete di uno stato relativamente aperto e meno repressivo rispetto agli altri paesi dell’Europa dell’Est.

Nonostante l’estradizione compiuta, gli spiriti sulla scena politica in Croazia non si placano e le dissonanze e le divergenze tra l’opposizione ed i governativi sono sempre piu’ profonde. A maggior ragione perche’ siamo nell’anno di due appuntamenti elettorali: quello per il rinnovo del PE e quello presidenziale, a fine anno. Il capo del maggiore partito dell’opposizione, HDZ, Tomislav Karamarko ha persino qualificato il partito governativo – il Partito Socialdemocratico del premier Milanović come organizzazione criminale e afferma che molti che avevano guidato l’allora Partito Comunista croato e alcuni di loro anche il Partito Socialdemocratico potrebbero sapere molto sulla uccisione di emigrati croati. Karamarko pone la domanda anche sul patrimonio che il Partito Socialdemocratico ha ereditato dal Partito Comunista. A replicargli per primo e’ stato pero’ il capo dello stato Ivo Josipović il quale afferma che l’HDZ conduce una campagna sporca nell’anno elettorale. Josipović ha invitato l’HDZ di nominare al piu’ pesto il proprio candidato alle elezioni presidenziali rilevando che lo accettera’ con rispetto quale che esso sia. Sulle accuse nei confronti del Partito Socialdemocratico, il capo dello stato croato ha detto che anche oggi, a diversi livelli, e anche all’interno dell’HDZ ci sono molte persone oneste che all’epoca furono membri del Partito Comunista e che hanno lavorato bene e continuano a farlo anche oggi attraverso diversi partiti.

Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi a Radio Radicale.

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