Come era prevedibile, vista
l'escalation degli ultimi mesi, nelle ultime ore è precipitata la
situazione nel Nagorno Karabakh, dove violenti scontri sono in corso
fra le forze armate azere e quelle armene. La regione è al centro di
una contesa tra Armenia e Azerbaijan ed è stata teatro di un
conflitto armato aperto nella prima metà degli anni '90, congelato
dal 1994 e poi proseguito a bassa intensità negli ultimi anni. Il
Nagorno Karabakh proclamò l'indipendenza dall'Azerbaijan ed è da
allora sostenuta anche se non ufficialmente riconosciuta
dall'Armenia.
Il ministero della difesa armeno ha
fatto sapere che gli scontri continuano e rivendica l'abbattimento di
un velivolo, la distruzione di un carro armato e l'eliminazione di
incursori azeri che si sono introdotti nella regione nella regione
sono stati neutralizzati. Erevan accusa l'Azerbaigian di aver dato
inizio all'offensiva. Baku, a sua volta, accusa le forze militari
armene di aver iniziato a colpire le postazioni azere lungo il
confine di fatto e gli insediamenti in cui vivono gli abitanti delNagorno Karabakh azeri costretti a
lasciare le loro case durante la guerra costringendo l'Azerbaijan ad
adottare "misure urgenti". Le autorità di Stepanakert
(capitale della autoproclamata repubblica del Nagorno Karabakh)
denunciano perdite su entrambi i fronti e hanno annunciat la
convocazione straordinaria del consiglio di sicurezza nazionale.
Ieri il vice presidente americano Joe
Biden, a margine del vertice sulla sicurezza nucleare a Washington ha
incontrato separatamente i presidenti di Armenia, Serzh Sarkisian, e
Azerbaigian, Ilham Aliyev, sollecitando una soluzione pacifica al
conflitto. Sia Aliyev che Sarkisian hanno chiesto agli Stati Uniti di
assumere un ruolo più attivo per il raggiungimento di un accordo. Il
presidente russo Vladimir Putin ha sollecitato le parti a porre
"immediatamente" fine ai combattimenti mentre il ministro
della difesa Shoigu ha parlato al telefono con le due controparti per
discutere misure urgenti per impedire il precipitare della
situazione. Anche il ministero degli esteri di Mosca ha aperto un
canale di comunicazione continuo con i ministri dei due paesi
coinvolti nel conflitto. Mosca ha avviato anche consultazioni con i
partner del cosiddetto “Gruppo di Minsk” dell'OSCE, che hanno
cercato in questi anni di trovare una soluzione del conflitto.
Il conflitto del Nagorno Karabakh
esplose ancora prima del crollo dell'Unione Sovietica. Attualmente,
oltre al territorio della regione separatista, le forze sostenute
dall'Armenia occupano altri sette distretti che formalmente
appartengono all'Azerbaijan: una porzione di territorio pari al 20
per cento di quella totale del paese. Secondo le autorità azere, la
situazione avrebbe provocato un milione di sfollati e di profughi
interni.
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