venerdì 5 agosto 2011

KOSOVO: ACCORDI DELLA KFOR SIA CON I SERBI SIA CON GLI ALBANESI

Dopo aver provocato una crisi con la Serbia che avrebbe potuto degenerare in maniera pericolosa e dopo aver aspramente criticato l'accordo tra la Kfor e i rappresentanti serbi che cercava una soluzione alle tensioni di questi ultimi giorni, definito "inaccettabile" perché non prevedeva il principale obiettivo di Pristina di installare propri agenti di polizia e di dogana ai valichi di Jarinje e Brnjak, il governo kosovaro ha dovuto piegarsi al compromesso e oggi il premier Hashim Thaci ha annunciato un accordo con la Nato sui due posti di frontiera al confine con la Serbia. E' vero che Thaci ha reso noto l'accordo annunciando che "il governo è pervenuto a un accordo per preservare la situazione che si è creata alla frontiera” e dichiarando che “il Kosovo è finalmente pervenuto a un controllo totale sulla frontiera”. Il premier ha però poi spiegato che i due check-point al centro delle tensioni saranno ribattezzati “zone di sicurezza militare” e controllati dalle truppe della missione Nato in Kosovo.
Sempre oggi, il comando della Kfor e le autorita' di Belgrado hanno raggiunto un accordo per porre fine alla crisi scoppiata nelle scorse settimane nella parte settentrionale del Kosovo. Lo ha riferito la tv statale serba RTS. L'accordo, del quale non vengono forniti dettagli, e' stato raggiunto tra il comandante Kfor, Erhard Buehler, e il capo-negoziatore di Belgrado, Borislav Stefanovic.
Da quello che si può immaginare, gli accordi dovrebbero servire a raffreddare la situazione sul campo. Restano però in piedi tutti i motivi che hanno portato alla crisi di questi giorni. Il premier kosovaro Thaci, infatti, ha dichiarato che l'accordo raggiunto oggi con la Kfor, permetterà a Pristina di mantenere il blocco dell'import di prodotti serbi, decretato il 20 luglio come ritorsione contro le analoghe misure simili prese dalla Serbia dopo la dichiarazione di indipendenza del Kosovo.
Gli accordi odierni dovrebbero dunque servire a mantenere il controllo della situazione e a calmare le acque fino alla ripresa dei colloqui tecnici di Bruxelles tra Belgrado e Pristina con la mediazione dell'Unione Europea ai primi di settembre. Vedremo se saranno serviti a qualcosa o se la situazione tornerà a scaldarsi. [RS]

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