giovedì 18 agosto 2011

TRA LA SERBIA E L'INTEGRAZIONE EUROPEA C'E' IL KOSOVO

Di Marina Szikora [*]
La questione del Kosovo in connessione con le tensioni al nord del paese non cessa di essere al centro dell'attenzione di Belgrado. Nikola Jovanović, uno dei fondatori del Centro per la nuova politica e capo redattore del giornale specializzato che porta il titolo "Le sfide delle integrazioni europee" afferma in questi giorni che l'apertura dei negoziati politici sullo status speciale del nord del Kosovo non pregiudica lo status definitivo del Kosovo. Jovanović crede che la questione del nord del Kosovo sicuramente verra' all'ordine del giorno nel dialogo tra Belgrado e Priština. La Serbia non sfugge da questo argomento ma ritiene che sarebbe buono che i negoziati politici sul nord del Kosovo inizino dopo che siano prese alcune decisioni chiave relative al futuro europeo della Serbia, ha detto Jovanović per la televisione B92. Questo esperto politico ritiene che in tal modo, cioe' separando i due processi, i colloqui relativi al Kosovo settentrionale verrebbero condotti in una atmosfera piu' calma e non attraverso una pressione indiretta collegata con il cammino europeo della Serbia. "Sapevamo definitivamente che il Kosovo e' un fattore che influenza in modo importante l'ambiente in cui l'Ue prende le decisioni sulla Serbia. Pero' negli ultimi tempi alcuni stati membri dell'Ue collegano direttamente la questione delle integrazioni europee della Serbia con la questione Kosovo. Penso innanzitutto ai due grandi stati membri, Gran Bretagna e Germania che con la loro dichiarazione congiunta hanno in effetti mostrato di collegare direttamente questi due processi" ha detto Jovanović. Ha valutato che questo molto probabilmente sara' controproducente sia per quanto riguarda il processo di integrazione europea, che per il dialogo tra Belgrado e Priština.

In una intervista al quotidiano di Belgrado 'Blic' il presidente del principale partito di opposizione serba Tomislav Nikolić osserva pero' che il dilemma Unione Europea o Kosovo non e' ancora stato pronunciato esplicitamente ma e' chiaro, dice Nikolić, che esso pende in aria. E' solo questione di tempo quando questa scelta verra' messa davanti alla Serbia. Un giorno, afferma il presidente del Partito progressivo serbo Nikolić, "ci attendera' la parola 'oppure', vale a dire "il Kosovo o l'Ue" e allora sulla questione non deveno decidere i politici bensi' i cittadini della Serbia. Va detto che Nikolić ha recentemente proposto di indire il referendum se davanti alla Serbia verra' posto l'ultimatum: Kosovo o Ue. Attualmente, Nikolić ritiene che bisogna condurre fino alla fine la politica che dice "l'Ue ma anche il Kosovo" e spiega che secondo la Costituzione serba si deve parlare sia del Kosovo che dell'Ue. Il Kosovo perche' e' scritto nella Costituzione e l'Ue perche' il Parlamento ha preso la decisione che la Serbia deve fare il tutto possibile a fin di diventare membro dell'Ue. Per quanto riguarda l'accordo sui posti di confine che le autorita' serbe avrebbero raggiunto con la Kfor, Nikolić dice che purtroppo le autorita' serbe parlano di una specie di accordo mentre quello che lui ha avuto dai rappresentanti serbi del Kosovo settentrionale e' un foglio secondo il quale e' assolutamente negato il trasporto di merce tranne quella che e' destinata alla Chiesa ortodossa serba e la merce per la quale l'organizzazione umanitaria mondiale ha dato l'approvazione che e' necessaria per il Kosovo. Il leader dell'opposizione serba e' dell'opinione che sulla questione del destino del Kosovo deve negoziare il presidente del Governo oppure ne deve avere l'incarico il capo dello stato di farlo al posto del premier e aggiunge che sin dall'inizio si doveva parlare dello status del Kosovo e non di francobolli, telecomunicazioni, timbri doganali. Questo serve solo a rafforzare lo stato albanese la cui capitale e' Priština, afferma Nikolić.

[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è tratto dalla corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi a Radio Radicale

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