giovedì 18 agosto 2011

BALCANI: IL RITORNO DELLA GERMANIA

La cancelliera tedesca Angela Merkel
Di Marina Szikora [*]
Il tema che in questi e nei prossimi giorni sarà all'attenzione in Europa sudorientale e non solo è il ritorno della Germania nei Balcani. Così almeno i media croati interpretano le visite, prima del ministro degli esteri Guido Westerwelle nei Balcani con tappe a Zagabria, Podgorica e Priština e dal prossimo 22 agosto la visita ufficiale della cancelliere tedesca Angela Merkel a Zagabria e Belgrado. Il principale messaggio, si suppone, dovrebbe essere quello del ritorno della Germania nei Balcani. Prima tappa di entrambe le visite e' stata e sara' dunque la Croazia come una zona stabile e senza seri problemi irrisolti da dove si possono mandare messaggi positivi ai paesi vicini. In un commento, l'editorialista croato Davor Gjenero del quotidiano di Zagabria 'Vjesnik', sottolinea che la capitale del Montenegro, Podgorica non e' il luogo da dove, per motivi di infelici circostanze, si potrebbero mandare messaggi di ottimismo. Fino a poco fa, il Montenegro sembrava il nuovo paese dell'ex Jugoslavia che poteva facilmente soddisfare i criteri richiesti come condizione per ottenere la data dell'inizio dei negoziati di adesione all'Ue.

Il problema chiave del Montenegro, ricorda l'editorialista di Vjesnik, "resta la corruzione e il governo del premier Igor Lukšić deve ancora dimostrare se e' in grado e pronto per un passo che e' paragonabile a quello che la Croazia ha compiuto negli ultimi due anni". Ma la questione della giustizia e dei diritti fondamentali non e' la questione che blocca attualmente la decisione sulla data dell'inizio dei negoziati di adesione per il Montenegro. La condizione da adempiere e' la riforma del sistema elettorale. Ad occhio si direbbe che si tratta di un compito semplice. Pero' con il modello della costituzione montenegrina il problema e' che per una tale riforma e' necessaria una maggioranza di due terzi in parlamento. Con una tale richiesta, le organizzazioni politiche proserbe, scrive Gjenero, hanno una posizione di veto e in questo caso l'hanno anche utilizzata. I partiti serbi in compenso chiedono che la lingua serba, oltre a quella montenegrina, sia riconosciuta come lingua ufficiale e si chiede anche di tollerare la doppia cittadinanza. Mentre la richiesta relativa alla lingua, spiega il giornalista croato, ha un significato simbolico, la doppia cittadinanza influenzerebbe in modo significativo la struttura del corpo elettorale in Montenegro e in tal modo, a lungo termine, anche la prospettiva del futuro panorama parlamentare.

E' chiaro che la politica europea si aspetta dall'amministrazione di Podgorica di oltrepassare questo blocco con un compromesso. Ogni tipo di inasprimento delle relazioni tra Belgrado e Podgorica porterebbe ad un approfondimento delle divisioni sociali tradizionali in Montenegro e in tal modo diminuitrbbe i potenziali di integrazione del paese, avverte Vjesnik. La Croazia potrebbe servire come buon esempio quando si tratta di condizioni da adempiere. La questione del confine tra Croazia e Montenegro non e' identica come quella con la Slovenia e la soluzione proposta da parte del governo croato potrebbe essere altrettanto un buon esempio alla politica proeuropea del Montenegro. Siccome uno degli interessi prioritari della politica estera croata e' la europeizzazione del vicinato sudorientale, la decisione della cancelliere tedesca di impegnarsi nel prossimo periodo piu' intensamente nella regione balcanica, secondo i media croati, e' un grande pregio per la Croazia.

Nei giorni scorsi a Belgrado, il ministro degli esteri tedesco Westerwlle ha chiaramente illustrato le precondizioni per il sostegno del suo paese alla europeizzazione della Serbia. Le dichiarazioni della Germania sono esplicite quando si tratta del consolidamento delle relazioni tra Belgrado e Priština. Anche se nessuno chiede direttamente alla Serbia di riconoscere in un tempo breve l'indipendenza del Kosovo si attende invece che Belgrado e Priština stabiliscano relazioni pragmatiche, avviino la collaborazione economica e assicurino la libera circolazione delle persone, delle merci e del capitale. Il messaggio alle due parti e' chiaro, vale a dire che non saranno tollerati i cambiamenti di confine e che all'interno dei confini internazionalmente riconosciuti siano garantiti i diritti a tutte le minoranze. Ovviamente, resta da vedere quali saranno i messaggi concreti che Angela Merkel pronuncera' il 22 agosto a Zagabira e quali saranno le sue prossime tape nel piccolo tour balcanico.

[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è tratto dalla corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 18 agosto a Radio Radicale

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