Un'immagine della parata del Pride 2010 (Foto Cecilia Ferrara/Osservatorio Balcani e Caucaso) |
Potrebbe essere cancellato il Pride 2011 di Belgrado, previsto per domani. Il timore è che si ripetano le gravi violenze dell'anno scorso e le premesse ci sono tutte. Già un mese fa, il solo annuncio della parata aveva provocato le minacce dei gruppi di estrema destra che per domani hanno convocato contromanifestazioni di protesta con la parata dell'orgoglio Glbt. E come un mese fa, il ministro degli Interni, Ivica Dacic, vice-premier e leader del Partito Socialista, ha fatto sapere che se le minacce persisteranno, il corteo non deve assolutamente svolgersi. La questione della difesa dei diritti delle persone Glbt, seguita con attenzione a Bruxelles, nel quadro del processo di integrazione europea della Serbia, mette in serio imbarazzo l'esecutivo guidato dal Partito Democratico, nei confronti dell'opinione pubblica dove pesa ancora molto il richiamo della chiesa ortodossa. L'esecutivo per ora ha preferito non pronunciarsi e, malgrado le pressioni degli ambasciatori europei per autorizzare la parata, il primo ministro Mirko Cvetkovic ieri ha dichiarato che “il governo non ha mai considerato questa questione, ne' quella di chi vi si oppone”. Il sindaco della capitale serba, Dragan Djilas, esponente di spicco del Partito Democratico, ha rivolto da parte sua un appello sia agli organizzatori del Pride, che ai gruppi ultra-nazionalisti perché cancellino ogni evento previsto per domani.
Goran Miletic, uno degli organizzatori del Pride 2011, si è detto scioccato dagli appelli a cancellare tutte le manifestazioni che mettono tutti sullo stesso piano. In effetti è abbastanza sorprendente che un governo non sia in grado di garantire la libertà di manifestazione a chi tra l'altro, vuole scendere in piazza in difesa di diritti civili riconosciuti in tutti gli Stati democratici. L'appello a non manifestare, di fatto, è una resa di fronte alle minacce dei violenti e degli intolleranti. Vero è che l'anno scorso migliaia di estremisti nazionalisti della destra “turboserba” si scatenarono trasformando il centro di Belgrado in un campo di battaglia. Più di cento persone furono arrestate e decine di poliziotti furono feriti da lanci di pietre e bombe molotov, mentre diversi negozi vennero devastati e saccheggiati. Domani la situazione potrebbe farsi anche più difficile di quella dello scorso anno. Alla stessa ora del Pride, infatti, è convocata la manifestazione organizzata dal gruppo di estrema destra Obraz, legato ai gruppi del tifo calcistico più violento, da sempre vivai dell'estremismo nazionalista più acceso. Sono in tutto quattro le marce anti-gay previste per il week end. I 5 mila poliziotti e agenti delle unità antisommossa mobilitati per l'occasione, potrebbero non bastare a proteggere il Pride dagli attacchi degli ultras. [RS]
Parada Ponosa Beograd
Il sito ufficiale del Pride 2011 di Belgrado
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