martedì 29 maggio 2012

LA POVERA GRECIA DI ADRIANO SOFRI

"I medicanti che si vedono numerosi ad Atene sembrano più poveri di quelli di Budapest o di Sarajevo. Forse bevono meno, fumano meno, ma sono più poveri. Stanno sdraiati per terra e dormono, o fingono di dormire, magari con un bambino addosso, e con una mano morta che sporge tenendo il bicchiere di cartone per le monete, euro o frazioni, per ora".


Atene: un senzatetto dorme sotto la scritta ''Distruggiamo il presente"
(Foto Thanassis Stavrakis/AP)
Inizia così il reportage di Adriano Sofri pubblicato ieri da Repubblica che racconta la crisi in Grecia a poco meno di tre settimane dalle nuove elezioni del 17 giugno, indette suo malgrado dal presidente Karolos Papoulias visto il fallimento dei tentativi di formare un governo dopo le elezioni anticipate del 6 maggio.
La gente che chiede l'elemosina per le strade, mentre chi può ritira i propri risparmi dai conti correnti, sono l'immagine di una crisi di cui non si vede la via d'uscita.
Il debito pubblico stimato per quest'anno sarà pari al 160% del prodoto interno lordo. La disoccupazione è al 22%, ma tra i giovani arriva al 54%. Una eventuale uscita dalla moneta unica, secondo il Financial Times, costerebbe 500 miliardi di euro. Un'ipotesi che porterebbe al blocco dei fondi Ue e del piano di aiuti di Bce e Fmi e avrebbe conseguenze durissime per l'economia del Paese e contraccolpi violenti sul sitema globale.
L'affermazione di Syriza il 6 maggio è stato un effetto della bancarotta della vecchia politica. Gli osservatori per il 17 giugno prevedono però una vittoria dei partiti che hanno aderito al "memorandum" imposto dalla troika Ue/Bce/Fmi. Una vittoria dell'"usato insicuro" (Nea Demokratia e Pasok), nonostante il discredito in cui sono caduti i due partiti che hanno spartito il potere dalla caduta del regime dei collonnelli, o almeno una "non vittoria" di Syriza. La questione di chi vincerà le elezioni è cruciale, dato che per la legge greca, al primo partito spetta un premio di 50 seggi che potrebbero diventare essenziali per una maggioranza di governo.
Conclude Adriano Sofri: "Un comune cittadino greco oggi può pensare che la vittoria conservatrice darebbe alla troika mano libera. L'Europa potrebbe decidere di prestare o no, e quanto e fino a quando, e che ulteriore giro di vite imporre di volta in volta. La vittoria di Syriza porrebbe almeno il problema a un'Europa cambiata da Hollande, dalla Renania-Westfalia, magari anche dall'aspirazione (verbale) italiana a compensare l'austerità con la crescita ecc. Syriza è poco affidabile [..] Ma quale paese europeo oggi non è attraversato dall'ascesa di forze "inaffidabili"? Italia docet. L'"inaffidabilità" è largamente il risvolto delle decisioni tecnocratiche e burocratiche e sovranazionali, e l'usato sicuro, dove resiste, fa bene a farci i conti".

Il reportage di Adriano Sofri per Repubblica

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