giovedì 3 maggio 2012

SERBIA: GLI ULTIMI GIORNI DI CAMPAGNA ELETTORALE IN VISTA DEL 6 MAGGIO

Domenica 6 maggio si vota in Serbia per l'elezione del parlamento, delle amministrazioni locali e del presidente della repubblica. Sarà un test molto importante per capire dove potrà andare la Serbia nei prossimi anni. L'esito del voto avrà conseguenze sul processo di integrazione europea del Paese e avrà sicuramente effetti sull'insieme dei Balcani occidentali. Molti i partiti in corsa per il rinnovo del parlamento e delle amministrazioni locali, ma i principali sfidanti sono sempre gli stessi: Boris Tadic, leader del Partito democratico, e Tomislav Nikolic, numero uno del Partito progressista, formazione conservatrice nata da una scissione dell'ultranazionalista Partito radicale serbo. Tadic e Nikolic, ancora una volta si contenderanno la presidenza della Repubblica. E proprio questo è il problema che emerge dai sondaggi dell'opinione pubblica: solite sigle, solite facce, solite promesse, mentre anche i problemi sono gli stessi di sempre: corruzione e clientelismo, aumento della spesa pubblica e disoccupazione, indebitamento e crisi economica, rapporti con l'Europa e Kosovo. Muovendosi in questo terreno accidentato i partiti sono a caccia del voto dei cittadini serbi, sempre più scettici nei confronti della politica, disillusi sul futuro e impoveriti.

Qui di seguito il testo della corrispondenza di Marina Szikora per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi  e che potete riascoltare sul sito di Radio Radicale.


SERBIA: ULTIMI FUOCHI DI CAMPAGNA ELETTORALE
Di Marina Szikora

Leader a caccia di voti tra sloga e promesse
Siamo a quattro giorni dalla giornata in cui si decidera' il futuro della Serbia poiche' questo, senza dubbio, sara' il voto piu' significativo, vista la sua generalita', vale a dire che i cittadini della Serbia sono chiamati a votare su tutti i livelli: quello presidenziale, parlamentare, locale e regionale. Secondo le valutazioni, la campagna elettorale non ha mancato pero' del suo aspetto assai negativo. A tal proposito, il leader dei liberali serbi, Čedomir Jovanović ha accusato il presidente uscente e capo del Partito Democratico, Boris Tadić di aver trasformato la campagna elettorale in "uno spettegolare gli uni contro gli altri" e dichiarando di non voler partecipare in questo tipo di gioco. "Ho voluto ordine nel Paese, una campgna normale" ha affermato il candidato presidenziale Čedomir Jovanović aggiungendo di volere che ci sia un presidente, non un presidente del partito, un premier efficace, un parlamento, una economia di mercato che potra' stabilire contatti con il mondo, trasformazione della societa', riforma dell'educazione. Secondo Jovanović, quello che la societa' ha dovuto subire negli ultimi mesi ha smentito quella che e' la descrizione della Serbia da parte del potere. "Ho chiesto a Tadić di guidare questo paese. A Nikolić ho detto di dire la verita' su quello che si dovra' fare dopo le elezioni" spiega il lider liberaldemocratico e afferma che vi esiste una Serbia non realizzata, insoddisfatta e per questo accusa sia Boris Tadić che Tomislav Nikolić.

Dall'altra parte, colui che si afferma essere il candidato con il maggior numero di preferenze, il candidato presidenziale del Partito Progressista Serbo, Tomislav Nikolić, afferma che dopo il voto del 6 maggio, potrebbe collaborare con il presidente del Partito Liberaldemocratico Čedomir Jovanović. Potremmo collaborare se vi esistono temi in cui questa collaborazione sia possibile. Il signor Jovanović, spiega Nikolić, non ha guidato un partito politico che si e' compromesso nel governo. Ha aggiunto che rispetto alla questione Kosovo, lui e Jovanović hanno posizioni diverse poiche' i liberali si impegnano per l'indipendenza del Kosovo. Alla domanda se potrebbe collaborare anche con il Partito Democratico della Serbia dell'ex premier Vojislav Koštunica, Nikolić ha detto di essere pronto a questo tipo di collaborazione ma di non vedere la ragione per cui si dovrebbe subito interrompere i negoziati con l'Ue, cosi' come richeisto da parte del DSS. Parlando di privatizzazioni dubbiose, Nikolić ha detto che in caso di vittoria, ai giudici che avevano perso il lavoro dara' la possibilita' di esaminare queste privatizzazioni. Ha spiegato che ci sono circa 600 giudici e circa 200 procuratori che sono stati cacciati via dal loro lavoro da parte del potere. "Noi dobbiamo ai cittadini questo tipo di giustizia" ha detto Nikolić alla RTV Serbia. Il lider del Partito Progressista Serbo ha promesso che, in caso di vincita, approvera' la nuova legge sugli acquisti pubblici e riformera' il sistema delle tasse per sollecitare l'occupazione. Con questo tipo di riforma, ha annunciato, si fermera' il lavoro a nero.

Il presidente uscente Boris Tadić a capo della coalizione "La scelta per una vita migiore" valuta invece che la Serbia e' diventata "il paese piu' attraente per gli investitori stranieri". Come uno dei punti cruciali della sua politica ha evidenziato la soluzione del problema Kosovo e ha fatto sapere che la Serbia non condurra' nessuna guerra ma fara' il tutto possibile affinche' i cittadini del Kosovo vengano protetti. "Non condivido assolutamente le posizioni dei miei avversari politici, non penso che il Kosovo sia il cuore della Serbia bensi' lo e' ogni singolo cittadino e ogni neonato, ma non permetto nemmeno che ci calpestino in Kosovo" ha detto Tadić. Ha aggiunto che la Serbia in modo diplomatico assicurera' lo status speciale del nord del Kosovo, delle chiese e dei monasteri, dei serbi nelle enclavi e che fara' tutto affinche' la questione del patrimonio dei serbi in Kosovo sia risolta. Tadić ha valutato anche che dopo le elezioni sarebbe dannoso se il presidente della Serbia fosse di una e il premier di un'altra opzione politica. Ha agginto anche che per quanto gli riguarda la coabitazione e' fuori questione ricordano l'esperienza negativa vissuta nel periodo in cui lui era presidente e' Vojislav Koštunica premier della Serbia.

Finanziamento dei partiti e trasparenza della politica
Giovedi' scorso, il presidente dell'organizzazione nongovernativa "Trasparenza Sebia" Vladimir Goati parlando del finanziamento della campagna elettorale serba ha valutato che i partiti politici serbi si stanno prendendo del bilancio statale quanto ne abbiano bisogno. Goati ha illustrato il problema del finanziamento attraverso il parlamento ricordando che i partiti politici serbi l'anno scorso avevano raddoppiato i mezzi che vengono stanziati loro dal bilancio statale sia per le elezioni che per le attivita' dei partiti. Come uno dei problemi ha indicato che la Serbia sta realizzando una gran parte del prodotto interno lordo nella cosidetta zona grigia e che e' possibile scoprire soltanto parzialmente il finanziamento dei singoli partiti politici. "Transparency Serbia" ricorda che l'agenzia per la lotta contro la corruzione che si occupa di raccogliere i dati sul finanziamento dei partiti politici, in questa campagna elettorale aveva chiesto soltanto due volte ai partiti di presentare le fonti del loro finanziamento. Si tratta delle richieste al Partito Progressista Serbo di Tomislav Nikolić relativo alla recente visita dell'ex sindaco di New York, Rudolph Giuliani nonche' al partito governativo, il Partito Democratico di Boris Tadić per quanto riguarda il suo viaggio alla fiera in Germania. La visita dell'ex sindaco americano Giuliani, secondo le informazioni mediatiche, e' avvenuta su invito del candidato a sindaco di Belgrado del Partito Progressista Serbo Aleksandar Vučić e ha suscitato grande attenzione dell'opinione pubblica serba in particolare dopo che i media avevano posto la domanda su chi e quanto aveva pagato questo viaggio.

Un 1° maggio in chiave elettorale
Ultimo lunedi' della campagna elettorale, in vista della festa del Primo maggio tutti i lider politici hanno utilizzato per presentato le loro candidature e liste sfruttando cosi' l'occasione a rivolgersi agli elettori e all'opinione pubblica, scrive il quotidiano serbo 'Blic'. Un'attivita' molto vivace che secondo gli analisti si collega con il fatto che i giorni intorno alla festa avevano uno spazio ridotto per presentare i programmi ed i concetti. Cosi' a Novi Sad, il capoluogo della Vojvodina e' stata la localita' dove Boris Tadić si e' presentato ad un comizio insieme al lider politico dei serbi bosniaci Milorad Dodik. Il candidato del Partito Democratico per la presidenza ha detto che soltanto la politica Europa e Kosovo puo' difendere l'integrita' dello stato e l'identita' del suo popolo. Secondo le parole di Tadić, la Serbia vuole, senza aspettare l'Europa, stabilire pace e collaborazione nella regione. "Percio' tutti quelli che il giorno di San Giorgio si recheranno alle urne non dimentichino che quel giorno si decide il destino della Serbia nei prossimi cinque anni. In un tempo appesantito da molte sfide" ha detto Tadić.

Sempre a Novi Sad, l'ex premier serbo Vojislav Koštunica, presidente del Partito Democratico della Serbia ha detto che il prossimo 6 maggio la Serbia deve alzarsi e si alzera' con una politica di neutralita', che rappresenta la lotta per la liberta'. Koštunica ha sottolineato che la politica di neutralita' significa che la Serbia deve liberarsi economicamente, per essere uno stato libero di gente libera. Nella citta' di Niš, il lider delle Regioni Unite della Serbia Mlađan Dinkić ha detto che la Serbia necessita' di sviluppo e di una competizione di statisti politici secondo risultati e non divisi in base agli insucessi. "Basta con divisioni e litigi in Serbia" ha detto Dinkić raccomandando ai cittadini del sud della Serbia di non permettere mai piu' ad essere sottovalutati e di non inginocchiarsi davanti al potere di Belgrado. Nella capitale invece, il candidato presidenziale Tomislav Nikolić alla convenzione sempre di lunedi' sera ha detto che insieme alla coalizione da lui guidata vincera' alle elezioni contro il "drago" e muovera' la Serbia liberandola dalle tangenti, corruzione e influenza di ricchie e criminali sul potere esecutivo. Nikolić ha avvertito gli attivisti del suo partito che nel momento dell'arrivo al potere aspettera' loro un compito difficile di spingere la Serbia che adesso e' "ferma e logora" e che si dovra' rispondere alle domande che finora avevano posto come opposizione.

Il candidato presidenziale del movimento 'Svolta' Čedomir Jovanović ha ripetuto a Belgrado che attualmente non vede una possibile collaborazione con il Partito Progressista Serbo (a differenza di quanto annunciato, come abbiamo sentito precedentemente in una dichiarazione di Tomislav Nikolić) e ha aggiunto che al primo posto, nonostante tutte le critiche, e' possibile la collaborazione con il Partito Democratico. L'attuale ministro degli interni Ivica Dačić, candidato presidenziale del Partito Socialista Serbo afferma invece che la sua coalizione "rispetta i fattori internazionali ed i potenti ma che la Serbia e' comunque sempre e soltanto al primo posto". "Non dipendiamo dai potenti, ne' nel Paese ne' all'estero" ha detto Dačić a Jagodina sottolineando che la coalizione da lui guidata vuole una Serbia forte e potente che riuscira' a proteggere gli interessi nazionali e statali in cui regneranno uguaglianza e giustizia sociale.

La festa del Primo maggio, come nel resto del mondo, anche in Serbia e' trascorsa anche nel segno delle manifestazioni sindacali. Uno dei lider politici della Vojvodina, Nenad Čanak nel contesto dei diritti di lavoratori afferma che la Serbia ha bisogno di un taglio netto. Forse non e' un taglio del primo maggio forse lo e' quello del sei maggio, ma qualsiasi taglio e' molto importante, sottolinea Čanak e aggiunge che la posizione degli operai parla sufficentemente del fatto che i partiti politici perfino in campagna elettorale non hanno dedicato abbastanza attenzione agli operai. Come si riflettera' questa mancanza di messaggi ai risultati elettorali si vedra', spiega Čanak. Queste elezioni, secondo lui, saranno importanti nel senso che potranno essere una svolta e che la parte dimenticata della Serbia, che sono i lavoratori, daranno la loro traccia all'esito delle elezioni. E' certo che gli operai sono impauriti e che non credono piu' alle promesse, conclude Čanak. Secondo gli analisti, anche quei pochi messaggi che in campagna elettorale sono stati mandati ai lavoratori riguardano, come afferma l'analista politico Đorđe Vuković, il ridimensionamento della disoccupazione e l'attirazione dei nuovi investimenti. Secondo Vuković pero' questi messaggi non influenzeranno sulla decisione finale degli elettori.

Il voto dei serbi del Kosovo
Le ambasciate dell'Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti a Priština hanno salutato l'accordo raggiunto che permette all'OSCE di rendere possibile il voto ai cittadini con il diritto di voto in Kosovo alle prossime elezioni serbe. L'amabasciata americana di Priština plaude i governi serbo e kosovaro per la dimostrata prontezza ad assicurare agli elettori di svolgere il loro diritto democratico. I menzionati paesi hanno ringraziato l'OSCE per la prontezza di assumersi la responsabilita' di svolgere questo compito molto impegnativo in un periodo cosi' breve e hanno dato pieno sostegno all'organizzione nella sua missione in Kosovo. Le ambasciate americana, francese, italiana, tedesca e britannica hanno invitato tutti i cittadini ad aiutare a salvaguardare pace e ambiente pacifico affinche' l'OSCE possa attuare il suo lavoro in modo sicuro e pacifico.


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