giovedì 12 maggio 2011

UNA CONFERENZA INTERNAZIONALE PER LA BOSNIA ERZEGOVINA?

Di Marina Szikora [*]
La presidente del Gruppo internazionale di crisi (ICG) Louise Arbour ha inviato lo scorso 2 maggio una lettera ai leader dell'Ue in cui esprime la sua preoccupazione con la situazione in BiH. "La Bosnia sta' affrontando la sua piu' grande crisi dalla fine della guerra nel 1995. Arbour sottolinea che secondo le valutazioni dell'ICG i serbi ed i croati si ritireranno dalle istituzioni della BiH e invita la comunita' internazionale a non prendere decisioni apprestate. "La comunita' internazionale e i suoi alleati in BiH devono piuttosto esaminare congiuntamente la strategia per il futuro della BiH" suggerisce Arbour. Secondo le sue parole, il governo federale e' illegale e i croati della BiH vi hanno risposto istituendo il Sabor popolare croato. Il referendum nella RS viene valutato come provocatorio. Arbour accusa inoltre la decisione dell'alto rappresentante Velentin Inzko di sospendere le decisioni della Commissione centrale elettorale sulle elezioni dei leader della Federazione BiH e del suo Governo nonche' gli annunci su una rafforzata presenza dell'Ue in BiH che hanno contribuito a destabilizzare ulteriormente il Paese.

Per tutte queste ragioni, Louis Arbour ha proposto lo svolgimento di una conferenza internazionale sulla BiH ad alto livello affinche' sia "definito un set di priorita' della politica internazionale a basi solide". La conferenza dovrebbe svolgersi gia' questo mese su organizzazione del Consiglio per gli affari esteri dell'Ue e dovrebbe contribuire alla conferma del principio fodamentale di Dayton che defiinisce la BiH come uno stato unico con due entita'. Secondo la leader dell'ICG, i partecipanti internazionali della conferenza dovrebbero dichiarare che l'entita' che pretende di disocciarsi dalla BiH non sara' diplomaticamente riconosciuta ne' avra' degli aiuti. Al tempo stesso, il Consiglio per l'implementazione della pace dovrebbe assumersi l'impegno di eliminare l'alto rappresentante dalla politica locale e ridurre le sue attivita', dargli forme concrete di impegno e in tal modo aiutare la ricostruzione dell'Ufficio dell'alto rappresentante in quanto istituzione credibile il cui compito e' quello di essere un arbitro neutrale e garante della pace. L'ufficio dell'altro rappresentatne dovrebbe, secondo Louis Arbour spostarsi dalla BiH forse a Vienna o a Ginevra. Il Consiglio per l'attuazione della Pace dovrebbe altrettanto decidere di utilizzare i poteri di Bonn solo in caso di mera necessita', vale a dire se viene minacciata direttamente la pace in BiH. A fin di assumersi ancora una volta la responsabilita' di rispettare l'accordo di Dayton, la RS dovrebbe pero' annullare la decisione di indire il referendum e Milorad Dodik dovrebbe pubblicamente rigettare qualsiasi atto unilaterale in cui mette in questione le attivita' della Corte della BiH, come ad esempio il ritiro dei serbi da questa istituzione.

Dopo l'annuncio che l'alto rappresentante internazionale per la BiH, Valentin Inzko potrebbe destituire i leader della RS e annulare la decisione sul referendum, l'Ue ha concesso una settimana aggiuntiva al presidente della RS di ritirare l'iniziativa annunciata. In effetti, in questo momento cosi' delicato per la BiH, l'Ue ha offerto ai vertici della RS di annullare la decisione sull'indizione del referendum e in compenso la comunita' internazionale inizierebbe una sostanziale riforma della giustizia in BiH, scrive il quotidiano di Sarajevo 'Dnevni avaz'. Secondo le informazioni, un tale compromesso potrebbe bloccare la decisione sul referendum in modo tale che la concessione alla RS sarebbe sufficiente per giustificare all'opinione pubblica nella RS il rinunciamento al referendum. Da una parte, l'Ue garantirebbe una sostanziale riforma del sistema giudiziario nel piu' breve termine possibile, dall'altra parte in BiH verrebbe formato finalmente il governo statale dopo le elezioni svoltesi nel ottobre 2010. In caso contrario, vale a dire se Dodik rifiuta la proposta europea, l'alto rappresentante per la BiH avrebbe il pieno sostegno dell'Ue non soltanto di anullare il referendum bensi' di "intraprendere tutti gli altri passi necessari" dicono le informazioni anche se non ci sono precisazioni quali dovrebbero essere questi "passi concreti".

Lunedi', l'alto rappresentante per la BiH Valentin Inzko ha informato il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che la BiH sta' affrontando una delle peggiori crisi politiche dalla fine della guerra nel 1995. L'accordo che ha portato la pace per 15 anni e' sottoposto a serie violazioni, ha detto Inzko davanti al Consiglio di sicurezza dedicato alla BiH e ha accusato apertamente le autorita' della RS di sollecitare la dissoluzione del paese. Il processo di integrazione nell'Ue e le integrazioni euroatlantiche sono pienamente fermi ha constatato il diplomatico austriaco.
[*] Corrispondente di Radio Radicale.

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