martedì 10 maggio 2011

DEBITO GRECO: RISTRUTTURARE O NO?

La Grecia si aspetta da Bruxelles un nuovo pacchetto di salvataggio da 60 miliardi di euro che potrebbe essere varato il prossimo giugno. La notizia viene dall'emittente televisiva Cnbc che cita un funzionario del governo greco, vicino ai negoziati in corso con l'UE, secondo il quale 27 miliardi sarebbero destinati alla copertura del fabbisogno 2012 e ulteriori 32 miliardi andrebbero a valere sull'anno successivo. Sempre secondo la fonte della Cnbc, l'estensione del pacchetto attuale o l'ipotesi di un nuovo prestito sarà discussa al consiglio Ecofin di lunedì prossimo.

Intanto arrivano oggi ad Atene i funzionari del Fondo Monetario Internazionale, dell'Unione Europea e della Banca Centrale Europea che devono verificare lo stato dell'attuazione del piano di salvataggio che dovrebbe portare la Grecia fuori dalla gravissima crisi del debito. Gli esperti internazionali dovranno esaminare il piano delle privatizzazioni, la riforma nel settore del lavoro, la liberalizzazione delle professioni, il programma di lotta contro l'evasione fiscale e, naturalmente, il Programma economico 2012-2015. Dal loro rapporto dipenderà l'assegnazione della sesta tranche di aiuti prevista per il mese di giugno nel quadro del pacchetto da 110 miliardi di euro concesso un anno fa per evitare il collasso dell'economia greca.

Sempre oggi il premier George Papandreou incontra il presidente della Repubblica, Karolos Papoulias, dopo di che è prevista una riunione dell'esecutivo durante la quale, secondo quanto scrivono i giornali greci, Papandreou chiederà a tutti ministri del suo governo e ai parlamentari del Pasok di assumersi le loro responsabilità e di smettere di “remare contro” le nuove misure economiche decise dal ministero delle Finanze. Misure che non piacciono per niente ai sindacati che per domani hanno dichiarato lo sciopero generale di domani contro la politica di austerity economica del governo socialista. In questa generale situazione di incertezza politica è arrivata la decisione dell'agenzia Standard and Poor's di tagliare ulteriormente il rating sulla Grecia a B dal precedente BB-. L'ipotesi di elezioni anticipate, che è circolata nei giorni scorsi secondo la stampa greca, è comunque al momento improbabile.

Nei giorni scorsi si è parlato anche di una possibile ristrutturazione del debito greco: un'ipotesi che è stata smentita dal ministro delle Finanze e che creerebbe non pochi problemi alle banche europee (soprattutto tedesche, ma anche francesi e italiane) esposte con Atene. Nonostante le smentite, però, la ristrutturazione del debito greco avverrà il prossimo anno: questa almeno la previsione del premio Nobel per l'economia Nouriel Roubini in un'intervista pubblicata oggi dal Sole 24 Ore. Roubini pensa ad una "ristrutturazione ordinata” del debito pubblico (che “non vuol dire che deve fare un default”), in modo da non provocare traumi devastanti sul paese e sugli investitori. Secondo l'economista non si può procedere subito perché “ci sono i tempi tecnici” imposti dai lavori della missione Commissione UE, Bce ed Fmi, oltre ai “sei mesi” di tempo necessari per mettere in atto la ristrutturazione.

Non crede invece alla “ristrutturazione ordinata” Lorenzo Bini Smaghi, membro del consiglio esecutivo della Banca centrale europea che, in un'intervista a La Stampa, sostiene che la Grecia “ha perso tempo a considerare questa possibilità per qualche mese”, salvo poi accorgersi che “è una vera e propria favola”. Secondo Bini Smaghi, “il processo di riforme ha rallentato, in particolare per quel che riguarda l'amministrazione fiscale” e “ci si trova così un anno dopo a dover rimettere mano al programma per avere maggiori garanzie”. Bini Smaghi giudica molto negativamente la posizione della Germania, in prima linea nel chiedere una ristrutturazione del debito greco: “E' una posizione autolesionista perché i principali creditori risiedono proprio in Germania”.

Roubini e Bini Smaghi sono invece d'accordo nel giudicare negativamente la possibilità dell'uscita di Atene dall'euro ventilata nei giorni scorsi dal settimanale tedesco Der Spiegel. Per il premio Nobel semplicemente non è un dibattito serio: “Di questo non si discute tra i greci e gli altri paesi Ue, né penso che vi sia alcuno dei membri dell'Eurozona che possa pensarci”. Mentre, secondo il consigliere della Bce, “a rimetterci sarebbe quel paese stesso, ma anche gli altri, a guadagnarci sono di sicuro quelli che mettono in giro queste voci, creando fibrillazione sui mercati finanziari”. Anzi: “La nuova autorità europea per il mercato, appena creata, dovrebbe indagare per verificare se non ci sono gli estremi di tentativi di manipolazione del mercato”.

AGGIORNAMENTO

La Grecia smentisce le voci di trattative con l'Ue su un pacchetto aggiuntivo di aiuti. Lo scrive l'agenzia Reuters citando un portavoce del governo, dopo le indiscrezioni che parlavano di un nuovo pacchetto di aiuti da 60 miliardi di euro. In ogni caso per la cancelliera tedesca Angela Merkel è ancora presto per decidere come intervenire per la Grecia e occorre attendere le valutazioni della missione Ue-Bce-Fmi.
Per quanto riguarda la eventuale ristrutturazione del debito, secondo Aris Xenofos, presidente dell'Associazione ellenica dei fondi e dell'asset management, che rappresenta 36 istituti di risparmio gestito, essa “sarebbe devastante per l'economia greca, e dannosa per il resto dell'Unione europea e per l'euro”.
Buone notizie infine per i risparmiatori italiani: il presidente dell'Abi, Giuseppe Mussari, assicura che i nostri istituti di credito sono “molto relativamente esposti, anzi per niente esposti rispetto alla Grecia”.

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