Un anno fa la Grecia avanzò all'Unione Europea e al Fondo Monetario Internazionale la richiesta di salvataggio della propria economia: il premier socialista George Papandreou definì la richiessta di aiuto come l'inzio di un'Odissea. Sono seguiti dodici mesi di misure tanto impopolari quanto necessarie per cercare di mettere ordine nei conti pubblici portati al collasso dal predente governo di centro-destra. La politica economica del governo del Pasok suscitò enormi proteste e violente manifestazioni di piazza che costarono anche dei morti.
Un anno dopo, a giudicare dalle notizie di queste ultime settimane, non solo l'approdo a Itaca resta lontano ,a ma il rischio è quello di un disastroso naufragio. Fuor di metafora, la Grecia non è in grado di far fronte al debito pubblico, ovvero è tesnicamente insolvente. Le strade a questo punto sono due: la ristruttrazione del debito, che però provocherebbe pesantissime perdite alle banche esposte con Atene (quelle tedesche e francesi prima di tutte), oppure un nuovo piano di salvataggio che però costringerebbe gli altri governi europei a mettere mano al portafoglio con prevedibili reazioni negative da parte delle loro opinioni pubbliche.
Quello che decideranno ministri e banchieri lo vedremo, ma intanto c'è la realtà drammatica della
Un anno dopo, a giudicare dalle notizie di queste ultime settimane, non solo l'approdo a Itaca resta lontano ,a ma il rischio è quello di un disastroso naufragio. Fuor di metafora, la Grecia non è in grado di far fronte al debito pubblico, ovvero è tesnicamente insolvente. Le strade a questo punto sono due: la ristruttrazione del debito, che però provocherebbe pesantissime perdite alle banche esposte con Atene (quelle tedesche e francesi prima di tutte), oppure un nuovo piano di salvataggio che però costringerebbe gli altri governi europei a mettere mano al portafoglio con prevedibili reazioni negative da parte delle loro opinioni pubbliche.
Quello che decideranno ministri e banchieri lo vedremo, ma intanto c'è la realtà drammatica della
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