giovedì 26 maggio 2011

L'ARRESTO DI MLADIC: REAZIONI E COMMENTI


Il testo della corrispondenza di Marina Szikora per l'edizione serale del notiziario di Radio Radicale di giovedì 26 maggio

Ratko Mladic arriva al tribunale di Belgrado giovedì 26 maggio
Ormai i particolari della notizia del giorno sono conosciuti: stamattina alle sei, l'Agenzia di informazione di sicurezza serba, BIA ha arrestato il famigerato imputato dell'Aja Ratko Mladić, l'ex generale serbo bosniaco spesso chiamato come il carnefice della sanguinosa guerra nei Balcani. Mladić e' stato arrestato a Lazarevo vicino a Zrenjanin in Serbia e aveva usato documenti falsi sotto il nome di Milorad Komadić. Va detto che dalle ore 18 nel centro di Lazarevo e' iniziata una manifestazione di protesta dei cittadini che secondo le informazioni dei media serbi minaccia di trasformarsi in un serio incidente. Va aggiunto anche che le protesta si stanno svolgendo anche nella capitale serba Belgrado.

La notizia della localizzazione di Mladić con grandi probabilita' di arresto trapelavano ancora dalle ore notturne ma la notizia e' diventata ufficiale alla conferenza stampa del presidente della Serbia Boris Tadić alle ore 13. "Ritengo che con questo abbiamo terminato oggi un periodo difficile della storia, abbiamo tolto il fango dalla Serbia e dal popolo serbo ovunque esso vive. Le unita' della BIA in coordinamento con il Consiglio per la sicurezza nazionale hanno fatto si' che questo paese diventi piu' sicuro ed e' stato garantito che la credibilita' della Serbi e' innalzata ad un livello piu' alto" ha detto fermamente Tadić.

Il presidente serbo si e' congratulato con tutti i rappresentanti del team che ancora dalla formazione dell'attuale governo avevano lavorato intensamente sulla cattura degli imputati dell'Aja. Tadić ha detto che l'arresto di Mladić significa l'apertura alla Serbia di tutte le porte per ottenere lo status di candidato di adesione all'Ue e per l'inizio di negoziati di adesione. Con questo, ha aggiunto il presidente serbo, il rapporto del procuratore dell'Aja Serge Brammertz che e' gia' stato inviato – cade nell'acqua. Non c'e' piu' dubbio, ha detto, che la Serbia arrestera' anche Goran Hadžić, l'atro super ricercato dell'Aja. Tadić ha avvertito che qualsiasi persona che osera' provocare instabilita' politica in Serbia verra' processato e giuridicamente perseguitato.

E' chiaro che ci sono anche quelli politici che la pensano contrariamente del capo dello stato. Il principale oppositore, Tomislav Nikolić, presidente del Partito serbo del progresso si e' detto completamente sorpreso dell'arresto di Mladić. Il leader del partito di destra nato dalla scissione dell'ultranazionalista Partito radicale serbo di Vojislav Šešelj ha detto che domani il suo partito si riunira' per rilasciare un comunicato e che sia arrivato il tempo non per le reazioni di partito bensi' del popolo e del paese. Si tratta di un uomo, ha detto Nikolić, ricercato dal Tpi dell'Aja per crimini di guerra," ma in Serbia non sono riusciti a presentarcelo come un criminale". Secondo Nikolić si tratta di un'azione preparata da lungo tempo ed e' dell'opinione che il presidente della Serbia molto probabilmente ha voluto "rallegrare la nazione" con un altro lavoro compiuto. Nikolić si chiede se la Serbia forse sapeva tutto il tempo dove si trovava Mladić e che cosa e' stato decisivo affinche' proprio oggi venisse arrestato. Nikolić sicuramente non sara' l'unico a porsi questa domanda. Gia' molte analisi e commenti partono da questo pressuposto, come anche dal fatto che solo qualche giorno fa Brammertz si e' detto insoddisfatto della collaborazione di Belgrado con l'Aja e richiedendo l'arresto dei due super ricercati.

Molte volte si e' detto anche che la vera riconciliazione nella regione cosi' frantumata e danneggiata dalla guerra degli anni novanta non ci potra' essere finche' Ratko Mladić e Goran Hadžić non verranno portati davanti alla giustizia internazionale.

Le prime reazioni dei politici in Croazia si potrebbero descrivere innanzittutto con una sola parola: - Finalmente! Va ricordato che le responsabilita' criminali di Mladić iniziarono proprio in Croazia, nella zona di Knin, Šibenik e Kijevo, tutti sotto forti attacchi delle forze serbe sotto il comando di Ratko Mladić. La notizia del suo arresto al presidente croato Ivo Josipović e' arrivata a Tallinn durante la sua visita ufficiale in Estonia. "L'arresto di Ratko Mladić e' una buona notizia non soltanto per la Croazia bensi' per l'intera regione, per l'Europa e per tutta l'umanita' ha detto Josipović e ha aggiunto che questo arresto e' al tempo stesso un grande e importante passo avanti per la Serbia rispetto alle sue ambizioni relative alle integrazioni europee. "E' una buona notizia nel contesto del raggiungimento della giustizia finale e sicuramente una buona notizia per la stabilita' e pace nell'Europa sudorientale" ha detto la premier croata Jadranka Kosor e ha aggiunto che e' certo che la Croazia in quanto vittima dell'agressione si aspetta l'arresto e l'estradizione anche di Goran Hadžić.

Ma la notizia e' particolarmente seguita in BiH perche' e li' che Mladić ha compiuto il piu' atroce crimine di guerra e genocidio dalla seconda guerra mondiale essendo il principale responsabile del massacro di Srebrenica in cui furono brutalmente uccisi oltre 8000 ragazzi e uomini musulmani. Per le madri di Srebrenica e' una notizia salutata ma arrivata comunque con tanti anni di ritardo: 16 anni dal genocidio di Srebrenica. La presidente dell'associazione Madri dell'enclave Srebrenica e Žepa, Munira Subašić ha dichiarato di essere felice per l'arresto di Mladić ma si e' detta anche convinta che si tratta di una specie di commercio politico. "La Serbia ha capito che non puo' entrare in Europa con Mladić e finalmente lo ha consegnato" ha detto Subašić aggiungendo che in fin dei conti forse il piu' importante e' che Mladić verra' a sapere come si sente uno quando gli viene tolta la liberta'.

La cattura di Mladić nella RS e' stata accolta con astenzione e con dichiarazioni attente dei rappresentanti dell'entita' serba in BiH. Il presidente della RS Milorad Dodik in una dichiarazione scritta ha detto che l'arresto rappresenta l'adempimento degli obblighi internazionali dell'accordo di Dayton che avevano accolto tutti i paesi confinanti. Ha affermato che le autorita' della RS non difenderanno mai qualcuno che aveva commesso crimini di guerra, nonostante la nazionalita' o fede. Ha espresso speranza che Mladić avra' un processo giusto.

Ultime notizie dicono che l'ex generale serbo bosniaco si trova adesso sotto l'interrogatorio davanti alla Corte speciale. Secondo le autorita' serbe e' gia' iniziata la procedura di estradizione che potrebbe durare anche una settimana. Quello che si dice di certo e' che Mladić non verra' trasferito all'Aja nelle prossime ore. Sempre secondo le informazioni, Mladić avrebbe un aspetto molto esausto, invecchiato, senza capelli ma riconoscibile. Nel momento dell'arresto aveva con se due pistole ma non ha non ha fatto nulla per opporsi alla cattura e ha subito detto di essere Ratko Mladić.

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