giovedì 20 dicembre 2012

QUALE POLITICA DELLA SERBIA VERSO L'UNIONE EUROPEA?

Di Marina Szikora [*] 
La Serbia ha bisogno di una politica unica e stabile affinche' possa avanzare verso l'Unione Europea proteggendo pero' i propri interessi nazionali: lo ha detto il premier serbo Ivica Dačić da Bruxelles. Il dialogo tra Belgrado e Priština, i nuovi passi ed altri problemi nella realizzazione dell'accordo sulla comune amministrazione dei confini sono stati tra i temi di colloquio tra il capo della diplomazia europea, Catherine Aschton, ed il premier serbo la settimana scorsa a Bruxelles, scrivono i media serbi. La posizione della Serbia e' che fino al proseguimento del dialogo con Priština sulla questione doganale si deve attuare l'accordo raggiunto durante l'ultima tappa dei colloqui tra Belgrado e Priština, vale a dire che non ci siano i pagamenti doganali per la merce che si trasporta al nord del Kosovo. Dačić ha precisato che la Serbia insiste affinche' fino al 10 gennaio prossimo, quando proseguiranno i colloqui sulle tassi doganali e la decisione a chi andranno gli importi, non ci siano le tassi doganali per la mercie destinata al nord del Kosovo. "Devo dire che sono molto soddisfatto di come si discute sulla Serbia oggi a Bruxelles. Penso che la Serbia non ha mai avuto un tono piu' adeguato quando si parla del nostro Paese. Si e' aperta una possibilita' reale che la Serbia nei prossimi sei mesi, in base al parere che verra' espresso il prossimo marzo, inizi i negoziati di adesione all'Ue", ha detto Dačić. Secondo le sue parole, davanti alla Serbia vi e' una grande possibilita', ma se essa non viene sfruttata potrebbe seguire un blocco piuttosto lungo del cammino europeo della Serbia. Per tal motivo, Dačić invoca una politica unica e stabile che significa proseguire il cammino europeo, ma al tempo stesso proteggere gli interessi nazionali e statali.

Intanto, il presidente del Parlamento Europeo, il tedesco Martin Schultz, sottolinea che il nuovo governo della Serbia sta facendo molto affinche' siano evitate le tensioni relative alla questione Kosovo e questo merita riconoscimento, scrive il giornale serbo 'Večernje novosti'. Il presidente del PE rileva che le condizioni per l'ingresso della Serbia all'Ue sono definite chiaramente e sottolinea che adesso bisogna aspettare la prossima valutazione della Commissione europea prevista per la prossima primavera. Schultz valuta che il prossimo giugno, come un termine per iniziare i negoziati, non e' un obbiettivo impossibile. "Gia' in base all'ultima visita di Angela Merkel a Belgrado si poteva vedere che la Germania resta molto scettica per quanto riguarda l'avanzamento della Serbia. Naturalmente, vi e' il ruolo delle relazioni tra la Serbia ed il Kosovo. Secondo la mia opinione, il governo della Serbia non ha contribuito a maggiori tensioni. Ritengo che questo bisogna sottolinearlo", ha precisato Martin Schultz a 'Večernje novosti' e ha ammesso di essere stato anche lui all'inizio molto scettico a proposito del nuovo presidente Tomislav Nikolić e del nuovo governo serbo. Adesso pero', il presidente del PE ammette di essersi sbagliato. L'attuale governo tedesco continua pero' ad essere sospettoso, spiega Schultz, ma per quanto lo riguarda si aspetta il prossimo rapporto della Commissione europea sull'avanzamento e il rapporto del PE. Schultz rileva che adesso davanti alla Serbia vi e' un ruolo importante: essa puo' essere un fattore di stabilita' nella regione balcanica. Il ridimensionamento delle tensioni tra Kosovo e Serbia e' sempre un contributo in piu' a questo obbiettivo. Tuttavia, avverte il presidente del PE, le relazioni tra i due paesi restano estremamente delicate e difficili e ogni passo e ogni parola pronunciata rappresentano un rischio.

[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è tratto dalla puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi.


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