giovedì 13 dicembre 2012

LA SERBIA RESTA SENZA UNA DATA DI INIZIO DEI NEGOZIATI DI ADESIONE ALL'UE

di Marina Szikora , corrispondente di Radio Radicale 
La Serbia non avra' ancora una data per l'inizio dei negoziati con l'Ue anche se questo, secondo le aspettative di Belgrado, e' stato il risultato atteso per questa settimana alla riunione del Consiglio europeo. Il consiglio dei capi delle diplomazie dell'Ue, senza riuscire ad essere unanime sul caso della Serbia, ha deciso che Belgrado avra' una data per l'inizio dei negoziati entro la fine del giugno 2013, quindi durante la presidenza irlandese, ma solo se ci sara' un avanzamento nella normalizzazione delle relazioni con Priština. Il Consiglio ne decidera' la prossima primavera e se valutera' che vi e' stato raggiunto un progresso, la Serbia avra' la data per l'inizio dei negoziati con l'Ue entro il prossimo giugno. Stessa decisione riguarda l'inizio dei negoziati sull'Accordo di stabilizzazione e associazione del Kosovo. La capo della diplomazia cipriota, attuale presidenza dell'Ue, ha detto che non si tratta di una data bensi' di una scadenza. Va precisato che la riunione dei ministri europei e' stata brevemente interrotta a causa delle consultazioni sulla Macedonia poiche' la Grecia e la Bulgaria si oppongono all'apertura dei negoziati di adesione per Skopje. Il ministro degli esteri bulgaro, Nikolaj Mladenov ha dichiarato che in Macedonia si conduce "una campagna antibulgara" e che i cittadini macedoni che si sentono bulgari vengono discriminati. La Grecia invece chiede alle autorita' di Skopje di accettare l'accordo con Atene relativo al contenzioso sul nome della Macedonia.

Quanto alla data per l'inizio dei negoziati con la Serbia, la Germania resta il paese piu' riservato con la spiegazione che sono necessari risultati il piu' possibile palpabili per quanto riguarda la stabilizzazione delle relazioni tra Belgrado e Priština e soprattutto che le autorita' serbe devono iniziare il ritiro della loro presenza al nord del Kosovo. Siccome la Spagna ed altri quattro membri dell'Ue non riconoscono il Kosovo indipendente, vogliono che dalle conclusioni sia tolto tutto quello che potrebbe implicare l'accettazione della "statalita'", vale a dire il riconoscimento dell'indipendenza del Kosovo. Secondo le informazioni mediatiche, l'Italia e l'Austria sono tra i paesi che si impegnano maggiormente per il piu' veloce ottenimento di una data d'inizio dei negoziati con la Serbia. Comunque vada, Belgrado dovra' impegnarsi ancora molto sul suo cammino verso l'ingresso nell'Ue. La Croazia ritiene che la Serbia dovrebbe ottenere una cornice di tempo per l'inizio dei negoziati, ha dichiarato a Bruxelles la ministro degli esteri e affari europei croata Vesna Pusić e ha aggiunto che i paesi vicini devono appoggiare l'avanzamento della Serbia verso l'Ue. Pusić ha sottolineato che oltre agli alti criteri sono importanti anche i messaggi politici positivi. "E' sempre d'aiuto se si va con i messaggi politici positivi, se si vuole aiutare l'elite politica proeuropea e favorevole alle riforme", ha detto Vesna Pusić. In relazione alle vittime dell'operazione militare 'Tempesta' la ministro croata ha rilevato che "la giustizia deve essere soddisfatta da tutte le parti e nel caso di ogni vittima" e a tal proposito l'unico modo e' il rispetto delle procedure istituzionali. Pusić ha aggiunto che la Croazia e la Serbia vogliono iniziare a funzionare in quei segmenti in cui lo e' piu' facile e dopo si passera' alle cose piu' difficili. Ha aggiunto che la Croazia ha passato 12 anni nel processo delle riforme europee e deve avere la comunicazione con tutti i paesi della regione e deve capirne l'importanza.

Il Consiglio per gli affari generali dell'Ue ha salutato martedi' nelle sue conclusioni l'avanzamento della Croazia nella preparazione del suo ingresso nell'Ue e ha invitato Zagabria di concentrarsi sui dieci compiti che la Commissione europea ha identificato nel suo ultimo rapporto sul monitoraggio. Si tratta dei settori della competizione di mercato, giustizia e diritti fondamentali, liberta' e sicurezza. Le conclusioni del consiglio dei ministri verranno confermate dai capi di stato e governo dei 28 che si riuniscono il 13 e 14 dicembre. I ministri hanno ricordato inoltre alla promessa della Croazia che le questioni bilaterali non possono ostacolare il processo dei paesi candidati. Si aspetta che Zagabria continui il suo ruolo attivo relativo alla collaborazione regionale nei Balcani Occidentali. Il Consiglio sollecita la Croazia di continuare a risolvere tutte le questioni bilaterali aperte, incluse quelle della successione. Sono necessari altrettanto ulteriori sforzi relativi all'impunita' dei crimini di guerra il che implica processi aperti e piena collaborazione con il Tribunale internazionale per l'ex Jugoslavia.

[*] Il testo è tratto dalla puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi a Radio Radicale 

 

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