mercoledì 18 agosto 2010

NESSUN ULTIMATUM DI OBAMA A ERDOGAN: I RAPPORTI SONO CALOROSI

Nessun "ultimatum" alla Turchia per il suo atteggiamento nei confronti dell'Iran e le sue recenti prese di posizione contro Israele. La Casa Bianca ha smentito la notizia pubblicata l'altro ieri dal Finacial Times e che ho riportato anch'io su questo blog. Il quotidiano della City aveva scritto che il presidente Barack Obama aveva messo in guardia il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan ammonendo che le sue possibilità di ottenere armi americane (in particolare droni da impiegare contro i guerriglieri curdi del Pkk) potrebbero diminuire.
Il FT citava un alto responsabile dell'Amminiarrazione secondo il quale "il presidente ha detto a Erdogan che alcune posizioni che la Turchia ha assunto hanno suscitato questioni che saranno sollevate al Congresso". "Non so da dove abbiano fatto uscire" questa cosa, ha affermato il vice portavoce della Casa Bianca, Bill Burton, contestando l'uso del termine "ultimatum".
Il premier turco da parte sua ha assicurato in un'intervista all'emittente televisiva HaberTurk che le relazioni turco-americane procedono per il meglio. "Noi non abbiamo problemi", ha detto Erdogan definendo "calorosi" i rapporti con Obama. "I problemi che possono verificarsi in occasione di negoziati sull'acquisto di armi sono questioni interne a ogni Paese", ha aggiunto Erdogan spiegando che "il loro Congresso può avere una valutazione diversa, come ce l'ha il nostro parlamento".
Resta il fatto che gli Stati Uniti non avevano nascosto la loro delusione per il voto contrario di Ankara alle Nazioni Unite sulle nuove sanzioni contro Teheran, adottate a giugno dal Consiglio di sicurezza. Ed è altrettanto noto che le relazioni tra Turchia e Israele, in freddo da un anno e mezzo dopo il duro scontro tra Erdogan e il presidente israeliano Shimon Peres a Davos a causa del conflitto a Gaza e dell'operazione "Piombo fuso", si sono ulteriormente deteriorate dopo il raid israeliano contro la "Freedom flotilla" diretta a Gaza lo scorso 31 maggio che provocò la morte di nove attivisti turchi.
"Il presidente ed Erdogan hanno parlato circa dieci giorni fa e hanno discusso dell'Iran, della flottiglia e di altri argomenti", ha ammesso Bill Burton. "Ovviamente, esiste un dialogo (con i turchi), ma nessun ultimatum di questo tipo è stato lanciato", ha assicurato il portavoce.

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