giovedì 1 luglio 2010

SREBRENICA, 15 ANNI DOPO


A Srebrenica, in Bosnia, nel luglio del 1995 militari e paramilitari serbo-bosniaci al comando del generale Ratko Mladic compirono il peggior massacro in Europa dalla fine della 2a guerra mondiale, un crimine di guerra qualificato dalla giustizia internazionale come "genocidio". Srebrenica, insieme ad altre località, era stata dichiarata "zona protetta" dall'Onu, ma si trasformò in una trappola mortale anche a causa dell'ignavia della comunità internazionale, dei ritardi e delle indecisioni (per non dire peggio) dell'Unprofor e, in alcuni casi, della vera e propria complicità dei "caschi blu". Da allora sono passati quindici anni.


Con Andrea Rossini di Osservatorio Balcani e Caucaso, autore dei documentari "Europa, Srebrenica" (1999) e "Dopo Srebrenica. La memoria, il presente" (2005) ho parlato di cosa rappresenta Srebrenica oggi alla luce dell'evoluzione della situazione nei Balcani, ma anche dei processi e delle sentenze del Tribunale internazionale per l'ex Jugoslavia. L'intervista è disponibile sul sito di Radio Radicale oppure direttamente qui




Quindici anni dopo è ancora difficile parlare di dialogo e convivenza a Srebrenica, ma c'è che lavora ogni giorno perché dall'elaborazione del passato possa nascere una possibilità di futuro. Da questa speranza nasce il progetto "Adopt Srebrenica" promosso dalla Fondazione Alexander Langer e dall'associazione Tuzlanska Amica del quale ho parlato con Edi Rabini, da sempre attivo nell'ambito del dialogo interculturale, già collaboratore di Alexander Langer e animatore della Fondazione che porta il suo nome oltre che del progetto per Srebrenica. L'intervista la potete ascoltare sul sito di Radio Radicale oppure qui




Entrambe le interviste saranno proposte anche in una trasmissione speciale su Srebrenica che Radio Radicale manderà in onda l'11 luglio. Il programma che ho preparato proporrà anche testimonianze, riflessioni e documenti sonori di quei giorni tratti dall'archivio di Radio Radicale e da altre fonti.

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