giovedì 9 agosto 2012

QUALE SARA' LA POLITICA ESTERA DEL NEOMINISTRO SERBO?

Di marina Szikora [*]
Il neoministro degli esteri serbo Ivan Mrkić in una intervista al giornale serbo 'Novosti' ha parlato dei principali obiettivi della politica estera della Serbia e degli sforzi per salvaguardare la sua strategia. Il capo della diplomazia serba ha espresso speranza per quanto riguarda un accordo sul ritiro delle accuse per genocidio davanti alla Corte internazionale di giustizia dell'Aja. Mrkić ha sottolineato che il nuovo governo ha grande entusiasmo, vuole migliorare la situazione in molti settori, innanzitutto rafforzare l'economia, la posizione estera e migliorare la collaborazione con i fattori internazionali chiave. La salvaguardia del Kosovo e ottenere la data dell'inizio di negoziati con l'Ue restano gli obiettivi del nuovo governo serbo, come anche lo sviluppo delle relazioni con i paesi vicini e il rafforzamento delle relazioni economiche con tutti i patner. Si proseguira' sulla stessa via, ha assicurato il ministro, forse soltanto con passi diversi. L'Europa non richiede dalla Serbia di riconoscere il Kosovo il che significa che si comprende la posizione serba, assicura Mrkić. Il ministro degli esteri serbo sottolinea anche che bisogna essere consapevoli della necessita' di un consenso politico e sociale piu' largo possibile per quanto riguarda la questione Kosovo e come proseguire nel futuro.

Per quanto riguarda le relazioni con i vicini, il ministro parla anche della possibilita' di raggiungere un accordo relativo al ritiro delle accuse davanti alla Corte internazionale di giustizia e indica che sia dall'una che dall'altra parte matura la consapevolezza che bisogna costruire qualcosa che servira' veramente a togliere il peso dalle prossime generazioni. Ha detto di aver gia' parlato con la sua collega croata Vesna Pusić e che presto dovrebbe seguire anche un loro incontro. Va detto che secondo i media serbi, la nomina di Ivan Mrkić alla carica di ministro degli esteri serbo e' stata la piu' grande sorpresa. Anche se senza appartenenza partitica, i media lo criticano per due dei suoi incarichi: quello del capo gabinetto di Dobrica Ćosić e di ambasciatore in Cipro durante il regime di Slobodan Milošević. Mrkić avrebbe proveduto per il trasferimento dei soldi da Belgrado in Cipro e lo si qualificava come "custode del tesoro di Milošević". A queste critiche, per 'Novosti', il neoministro degli esteri serbo ha risposto che dopo aver iniziato il suo lavoro diplomatico, prima era uno di Tito, poi di Milošević, dopo di Koštunica, Drašković, Tadić, Jeremić...Molto probabilmente piu' di tutti, era uno di Ćosić. Adesso e' di Nikolić. Ha aggiuto che ci sono molte menzogne relative all'epoca di Milošević e semplicemente non vuole occuparsene.

Quando il nuovo ministro serbo precisa di essere piu' di tutto un seguace di Dobrica Ćosić, bosogna pecisare anche in poche parole chi e' questo personaggio. Ćosić e' scrittore serbo ma molto piu' conosciuto come teorico nazionalista serbo spesso nominato "il padre della nazione". E' nato nel 1921. Nel 1989 Ćosić e il suo amico Jovan Rašković organizzano politicamente i serbi in Croazia nel Partito democratico serbo e l'anno successivo, Ćosić fonda il Partito democratico serbo anche in BiH e riesce a farne diventare leader Radovan Karadžić. Dopo la dissoluzione dell'ex Jugoslavia, nel 1992 Slobodan Milošević convince Ćosić a diventare il primo presidente della Repubblica socialista della Jugoslavia, all'epoca composta da Serbia e Montenegro. Ne rimane alla presidenza fino al 1993 quando, dopo i contrasti con Milošević viene destituito da entrambe le camere del parlamento jugoslavo. Ćosić comunque continua a lottare contro il regime di Milošević e nel 2000 diventa membro dell'organizzazione "Otpor" dichiarando pero' dopo che non ne avrebbe mai preso parte se avesse saputo che l'organizzazione fosse stata finanziata dall'estero. Da diversi anni, Ćosić si impegna per la divisione del Kosovo e aveva scritto che l'ex premier serbo Zoran Đinđić aveva accolto la sua proposta ma la sua uccisione, secondo Ćosić, interruppe questo piano.

Tornando all'intervista del nuovo ministro degli esteri serbo, la sua collega croata, Vesna Pusić valuta positivamente le dichiarazioni di Mrkić che riguardano la possibilita' di un accordo tra Croazia e Serbia relativo al ritiro reciproco delle accuse per genocidio. Questa e' la prima reazione positiva esplicita alla nostra iniziativa dall'inizio di quest'anno, quando abbiamo detto di essere pronti al dialogo sulle accuse a condizione che siano trovate soluzioni per le quattro questioni chiave, ha detto Vesna Pusić. La ministro croata ha ricordato che le quattro condizioni per il ritiro delle accuse sono la questione dei 1100 scomparsi, la restituzione del patrimonio artistico saccheggiato, la questione degli accusati per crimini di guerra e infine la questione degli imputati per crimini di guerra e il loro processamento. Anche secondo il presidente Josipović l'accordo e' sempre possibile, ma prima bisogna adempiere tutte le condizioni di cui in Croazia, come ha detto, si e' parlato molto. Se vengono realizzati gli obiettivi per i quali ci sono le accuse, allora le accuse non hanno piu' senso, ha detto il presidente croato rilevando che non siamo pero' ancora arrivati a questa fase e che in questo momento e' troppo presto per parlarne.

[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è tratto dalla puntata di Passaggio a Sud Est del 9 agosto.

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