martedì 26 giugno 2012

IL MONTENEGRO APRE I NEGOZIATI CON L'UE MA RESTA SORVEGLIATO SPECIALE

L'Unione europea ha dato via libera all'apertura dei negoziati di adesione con il Montenegro, candidato all'Unione europea dal dicembre del 2010, ma Podgorica viene posta però sotto “sorveglianza speciale”. Il problema è lo stesso di un po' tutti i paesi dell'area balcanica: indipendenza del sistema giudiziario, corruzione, criminalità organizzata. Per sciogliere le riserve di alcuni Stati membri, è stato deciso che Europol dovrà monitorare la situazione del crimine organizzato nel paese: un contributo “che sarà preso in considerazione nei prossimi rapporti di valutazione”, si legge nel documento ufficiale.
I primi capitoli in discussione dovrebbero essere quelli relativi a giustizia e diritti fondamentali e, alla luce delle esperienze passate, Bruxelles ha annunciato che d'ora in poi “sarà applicato un nuovo approccio” con l'obiettivo di dare al paese candidato il massimo tempo possibile perché non solo adotti le norme necessarie a mettersi in linea con gli standard comunitari, ma perché possa raggiungere un adeguato livello di attuazione. La decisione del Consiglio Affari generali dell'Ue sarà ratificata dal Consiglio europeo che si riunisce giovedì e venerdì, e l'apertura ufficiale dei negoziati è prevista per il 29 giugno.

Dopo la Slovenia (membro dell'Ue dal 2004) e la Croazia (che entrerà il 1 luglio 2013), il Montenegro è il terzo Paese dell'area ex Jugoslava ad avviare i negoziati di adesione. La Macedonia è ufficialmente candidata dal 2005 ma l'apertura dei negoziati è bloccata dal veto greco a causa della irrisolta questione del nome ufficiale della repubblica ex jugoslava. La Serbia dovrebbe ottenere il via libera al Consiglio europeo di dicembre, sempre che nel frattempo ci siano sostanziali passi avanti sulla questione kosovara. La Bosnia Erzegovina per ora ha firmato nel 2008 l'Accordo di stabilizzazione e associazione, primo passo formale nel processo di adesione. Per il Kosovo, infine, questa prospettiva resta per il momento lontana, anche se Bruxelles potrebbe dare un “incoraggiamento” con l'abolizione dei visti.

Il fatto che il Montenegro sia posto sotto stretta sorveglianza su questioni importanti come diritti fondamentali e giustizia, indica che, dopo l'euforia del 2004 e dopo l'ingresso, forse un po' troppo affrettato di Bulgaria e Romania, la strada per l'integrazione si fa quindi sempre più ripida e sempre più faticosa, ma viene comunque confermata e indicata come prospettiva per tutti i Paesi europei che ancora non fanno parte dell'Unione. Tutto sta a vedere quale sarà il destino dell'Unione alla luce della attuale pesantissima crisi che rischia di far fallire il sogno dei “padri fondatori”.

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